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PEOPLE

Cibo italiano Doc su "tre ruote"

'Ape Magna', lo Street Food Mobile made in Italy

Andrea Carletti è l'inventore di una “catena alimentare”, nata nel 2006, che negli anni è cresciuta oltre confine e sta per approdare anche oltre oceano

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di Mariaceleste de MartinoRoma
Il genio italiano esportato all’estero, o che si ricicla  in patria inventandosi un lavoro per necessità senza attendere che gli venga offerto, viene premiato. E spesso le idee imprenditoriali sostituiscono il “posto fisso”. Uno di questi “geni” è l’architetto Andrea Carletti, inventore di una catena alimentare, nata nel 2006 e che negli anni è cresciuta oltre confine. Ora sta  per approdare oltre oceano. In collaborazione con Piaggio ha messo su lo “Street Food Mobile: cibo italiano Doc, di eccellente qualità, in vendita per strada a bordo di una serie di Ape”, (il motofurgoncino a tre ruote creato nel 1948, un vero e proprio simbolo italiano unico al mondo Ndr), racconta Carletti.

Cosa l'ha spinta a lanciare questa nuova forma di imprenditoria? Lei è un architetto. Cosa c'entra?
“L'idea nasce nel 2006 , in tempi non sospetti, quando ancora non si parlava di street food. Dopo sette anni di esperienza nella progettazione di interni per spazi adibiti a Food Retail (e una grande passione per il cibo di qualità e per la cucina “vera”) nasce l'esigenza di abbattere i costi di installazione di uno spazio fisso (affitto di un locale, opere edili di ristrutturazione, impianti, arredi, canna fumaria, che quando c'è è un miracolo). Dunque, la prima idea fu per i mitilicoltori di La Spezia, questo per favorire la vendita dei muscoli non alla grande distribuzione ma al dettaglio, un panino con muscoli marinati è più sexy e rende molto di più di un chilo di muscoli venduto in un supermercato. I miticoltori non fecero nulla, ma io andai avanti. Feci un prototipo che presentai al Cheese di Bra nell'ottobre 2007 insieme con Slow Food. Lì, da bravo architettino, mi preparai i disegni e le immagini per illustrare il progetto a chi fosse interessato. Morale: nessuno salì mai a bordo del veicolo se non io con alcuni amici. Arrivammo a produrre 1980 panini con burro e acciughe in una giornata. Quindi, decisi che forse era meglio approfondire il tema”.
 
Oggi Quante sono le “Ape” che girano in Italia e all'estero? E dove esattamente?
“Ho perso il conto, ma  dovrebbero essere un centinaio di mezzi tra Italia ed estero. Abbiamo sviluppato più di 50 progetti, alcuni dei quali moltiplicati per due, tre o anche cinque unità.  Milano e Roma sono le due città più vive, dove abbiamo i clienti più importanti, ma anche Parigi, Londra, Bruxelles e Oporto”.

Ape Magna a Roma. Mi spiega la scelta delle varie “tematiche”? Yobee, Eataly, Ape Magna, Bufala etc...
“Si parte sempre dal prodotto. Approfondiamo insieme al cliente le esigenze e le modalità operative rispetto alla proposta gastronomica, quindi sviluppiamo il layout tecnico e successivamente l'immagine coordinata:  naming, branding e tutto quello che possa essere utile per creare un progetto ironico, sexy e funzionale. il prodotto dunque detta sempre le linee guida per la progettazione tecnica e per la creatività”.

L’Italia eccelle nella gastronomia in tutto il mondo. Lei punta anche all'America? Mi racconti i suoi sogni e i suoi  piani futuri
“Stiamo sviluppando importanti progetti per sbarcare presto proprio a New York (preferisco non dire nulla per scaramanzia), dove sogniamo di vedere a ogni angolo di strada non più i “Cart” per Hot Dog, ma i nostri “apini” che vendono cibo italiano e non solo. Magari un cibo che sia un “mash-hup”, una fusione della cultura gastronomica italiana con quella americana, non è questo il vero sogno americano tradotto nello Street Food?”

Com’è nata la collaborazione con Piaggio? 
“La collaborazione con Piaggio nasce dall'esigenza di utilizzare un veicolo, l'Ape, universalmente riconosciuto come mezzo simbolo del Made in Italy. Assieme alla Vespa credo sia uno dei progetti più creativi e intuitivi della cultura italiana del design ( l'Ape era una vespa cui è stato modificato il telaio e inserita una cassonatura posteriore per il trasporto di cose) Progettualmente mi piace l'idea di trasformare oggetti in altro. Corradino D’Ascanio (l’ingegnere che inventò il primo prototipo di elicottero moderno e fu progettista della Vespa. Ndr) utilizzò tecniche desunte dal mondo dell'aeronautica per progettare i componenti della Vespa stessa. E per questo, non solo Api ma trasformiamo anche biciclette e container marittimi”.
 
Lei è un uomo che si è fatto da sé, quello che gli americani chiamano un “Self-made-man”, che si è inventato una nuova attività e che dà lavoro ad altri.
“Io sono architetto, specializzato in progettazione di interni e design. Se fossi rimasto qui a La Spezia a lavorare avrei fatto meglio a cambiare mestiere. La mia è una piccola città, dove si vive molto bene ma dove le occasioni lavorative sono molto limitate. Quindi, ho sempre avuto una spinta in più a muovermi per cercare altre strade, altre soluzioni, senza mai dimenticare le mie origini (vedi i muscoli di La Spezia). Noi italiani siamo destinati a esportare il nostro saper fare un mestiere, oggi più che mai. La fortuna è che forse in quest'epoca non dobbiamo più trasferirci definitivamente all'estero, ma possiamo fare i "pendolari" con ottimi risultati”.

Il suo progetto a quanti ha offerto possibilità di lavoro finora?
“Il commento più bello che ho avuto in questi anni è un post su un Social network di una fan sconosciuta che mi fece i complimenti per essere un "creatore di nuove vite" grazie ai mie progetti. Un centinaio di mezzi, con una media di tre persone che seguono il business, potrei dire circa 300 persone”.

Che valore economico ha il suo “gioiello” imprenditoriale? Cioè, a quanto ammonta il fatturato?
“Siamo in crescita, Quest'anno supereremo il milione e mezzo di euro di fatturato, con un incremento costante del 20% annuo. Non sono un esperto di economia, ma considerando che questo è il quarto esercizio (i primi tre anni, dal 2007 al 2010, progettavo ma non producevo direttamente i veicoli) e soprattutto l'epoca che stiamo vivendo, a me sembra già un sogno poter proseguire in questa avventura e lavorare al fianco di mio fratello Alessandro che si occupa delle vendite, e di Marchino, giovane designer spezzino,  per sviluppare il mio lavoro di architetto prestato ad altro”.

Altre idee per il futuro?
“I progetti più belli devono ancora arrivare! Siamo sviluppando nuovi concept anche per prodotti non food, come tessili, arredi e complementi. I campi di applicazione sono infiniti e nuove sorprese saranno lanciate all'inizio del 2015, questa volta trasferendosi in altri ambienti ma non posso svelare di più.”