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ITALIA

Alunno verso classe superiore

Scuola. Tar annulla bocciatura, papà non era informato dell’andamento scolastico negativo del figlio

Ora si attende la risposta dell'istituto. Il ricorso si basa sulla tutela della bigenitorialità in ambito scolastico

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Il Tar annulla la bocciatura di un alunno di seconda media perché il padre non era stato informato dalla scuola dell'andamento scolastico negativo del figlio, che ora può ottenere l'iscrizione alla terza media.
 
Succede in Friuli Venezia Giulia dove il Tar ha accolto il ricorso presentato dall'uomo e ha annullato la bocciatura del figlio decisa lo scorso 13 giugno dall'Istituto Comprensivo di Gorizia 1. La decisione dei giudici amministrativi - anticipata stamani da Il Piccolo e Messaggero Veneto - è stata già notificata alla scuola dal legale dell'uomo, l'avv. Alessandro Tudor.
 
"A questo punto - ha spiegato l'avv. Tudor, interpellato dall'Ansa - se la scuola non dovesse eseguire la sentenza del Tar, presenterei un altro ricorso per la nomina di un commissario ad acta per l'esecuzione della sentenza e l'iscrizione del ragazzo alla terza media". Dopo la bocciatura, il ragazzo è stato iscritto e frequenta la seconda media in una scuola diversa.
 
Secondo la sentenza del Tar, pubblicata lo scorso 12 ottobre, la scuola ha "violato le precise indicazioni contenute nella circolare ministeriale prot. n. 5336/2015, volta a tutelare la bigenitorialità in ambito scolastico".
 
Del negativo andamento scolastico del ragazzo, infatti, la scuola aveva "relazionato esclusivamente alla madre", "ben sapendo - rilevano i giudici amministrativi - che era stato disposto l'affidamento congiunto a entrambi i genitori del figlio". La scuola, inoltre – scrivono i giudici - era "ben consapevole delle difficoltà" che il ragazzo "incontrava in dipendenza dalla difficile separazione dei genitori, sfociata in una situazione fortemente conflittuale tra i coniugi".
 
I giudici ricordano che il ragazzo è stato bocciato con una motivazione secondo la quale la sua situazione "è peggiorata nel corso dell'anno poiché - scrive la scuola - ha manifestato poco impegno, scarso interesse e atteggiamenti poco collaborativi.
 
Nonostante gli interventi degli insegnanti mirati a recuperare la delicata situazione dello studente - conclude la scuola - egli non si è dimostrato disponibile a concretizzare positivamente con risultati adeguati, aggravando la sua posizione con reiterate assenze".
 
Secondo il Tar, "il comportamento omissivo della scuola ha impedito al padre dello studente, ove tempestivamente informato della situazione scolastica del figlio, di adottare una serie di rimedi", come era successo in un precedente anno scolastico, concluso con "esito più che positivo" in una scuola di Trieste, quando il ragazzo è stato seguito dal padre e ha evidenziato capacità di recupero.