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TECH

Marco Patuano (Telecom), chiede: stesso servizio, stesse regole

Chiamate via WhatsApp, dopo l'India il Brasile

Da circa un mese, WhatsApp ha dato il via ai test per le chiamate vocali via Voip direttamente dall’applicativo. Dopo il debutto in India, il servizio, ancora sperimentale, sbarca in Brasile. Mentre l'ad di Telecom parla delle difficoltà di dover operare in un contesto senza regole comuni per fornitori di telefonia

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Da circa un mese, WhatsApp ha dato il via ai test per le chiamate vocali via Voip direttamente dall’applicativo. Dopo il debutto in India, il servizio, ancora sperimentale, sbarca in Brasile. Siamo ancora in fase di test, per cui non è stato fatto alcun annuncio ma gli utenti brasiliani sono già in grado di fare chiamate vocali – almeno quelli che usano uno smartphone con sistema operativo Android.
 
Dal menu impostazioni l’utente può scegliere tra vivavoce, microfono o silenzioso. La chiamata può essere fatta via wifi o rete dati. Non c’è ancora disponibilità d’uso per sistemi operativi iOS, Windows Phone e altri. Secondo il portale di tecnologia brasiliano Uol, gli utenti lamentano comunicazioni ancora instabili.

Telecom chiede stesse regole
Mentre si attende l’arrivo delle chiamate Voip sulla chat di proprietà di Facebook anche in Italia, l’ad di Telecom se la prende con la disparità di trattamento tra operatori e colossi tech: "Same service, same rules" (stesso servizio, stesse regole) dice Marco Patuano.  Il senso della sua dichiarazione è chiaro: con gli over the top come Facebook, Google, ma anche Whatsapp la lotta è impari, dal momento che il sistema di regole alle quali questi colossi sono soggetti non è lo stesso di quello che vige per gli operatori telefonici.
  
E la magistratura?
Per quanto riguarda Whatsapp, per esempio, Patuano ha ricordato che si tratta di un servizio non intercettabile, quindi se la magistratura vuole acquisire una conversazione tra due utenti italiani deve fare una rogatoria internazionale, mentre gli operatori telefonici devono sostenere "un sacco di costi" per organizzare il sistema delle intercettazioni.

Vendite mirate
Per quanto riguarda Facebook, invece, la differenza sta nella possibilità di 'profilare', cioè identificarne gusti e interessi del cliente e quindi veicolare la pubblicità mirata: "Io non posso farlo, altrimenti vado in galera", ha osservato Patuano. Per questo, l'ad di Telecom spinge perché "se non a livello mondiale, almeno a livello europeo, vengano definite regole comuni che valgano per tutti".