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ECONOMIA

Tim, accolto ricorso di Vivendi: no alla revoca dei consiglieri domani

Per il rinnovo del Cda si va al 4 maggio

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 Il tribunale di Milano ha accolto il ricorso di Tim e Vivendi. L'aggiornamento dell'ordine del giorno dell'assemblea di domani  è stato sospeso e non verrà quindi votata la revoca dei consiglieri francesi. Per il rinnovo del Cda si va al 4 maggio.
 La presentazione di dimissioni in blocco dei consiglieri Tim non è "palesemente ingiustificata" e
"neppure pare essere univocamente diretta a perseguire un intento di danno", nei confronti di Elliott. Scrive il giudice civile Elena Riva Crugnola nel provvedimento con cui ha accolto il ricorso di Tim e Vivendi. L'unico effetto delle dimissioni, osserva il giudice, è "quello di comportare sempre la remissione all'assemblea della scelta dei componenti" del Cda.

L'integrazione dell'ordine del giorno dell'assemblea di Tim da parte del collegio sindacale era "contraria alle regole legali e convenzionali, e così determinante lo svolgimento di assemblea in contrasto con tali regole e passibile di sfociare in deliberazioni invalide". Lo scrive la giudice civile Elena Riva Crugnola nella sentenza con cui ha accolto il ricorso di Tim e Vivendi. Il rinnovo dell'intero cda, si afferma, è "escludente la possibilita' di parziale sostituzione dei componenti dell'organo, da considerare inscindibili secondo la relazione illustrativa delle socie richiedenti".


Poche ore fa Elliott aveva deciso di interrompere la sollecitazione di deleghe promossa in vista dell'assemblea di Tim che si terrà domani. "Stante il quadro di incertezza venutosi a creare a esito delle azioni giudiziarie prima annunciate da Tim e proposte in concreto solo il 13 aprile 2018 con riferimento alla decisione del collegio sindacale di integrare l'ordine del giorno dell'assemblea del 24 aprile 2018", Elliott ha preso la decisione "di interrompere la sollecitazione di deleghe promossa con avviso del 4 aprile 2018".   

Materia del contendere tra Elliott e Vivendi era  la possibilità di votare o no sulla revoca di sei consiglieri di marca francese, e sostituirli con altrettanti nomi indicati dal fondo attivista americano. Elliott aveva chiesto di inserire questo punto all'ordine del giorno, accanto all'approvazione del bilancio, mentre Vivendi ha risposto facendo dimettere i suoi uomini tra cui il presidente Arnaud de Puyfontaine e convocando una nuova assemblea per il 4 maggio.
Il tribunale ha dunque dato ragione a Vivendi.