ECONOMIA
Montecitorio
Catricalà: "5-6 mesi per privatizzare le Poste"
"E' immaginabile un periodo tra i 5 e i 6 mesi per definire i dettagli dell'operazione e concluderla". Così il viceministro Catricalà, in commissione Trasporti alla Camera, sulla privatizzazione delle Poste, che a detta del viceministro non sarà l'unica. Confermato lo stop all'aumento del canone Rai

La privatizzazione delle Poste si farà e non sarà l’unica. Sul fronte canone Rai non ci saranno ripensamenti, il decreto che non prevede aumenti per il canone della tv pubblica è “ben scritto” e non c’è rischio incostituzionalità. Queste, in sintesi, le parole del viceministro allo Sviluppo Economico Antonio Catricalà, sentito in audizione dalla commissione Trasporti della Camera.
5-6 mesi per la privatizzazione delle Poste
La decisione di procedere alla privatizzazione non di asset ma di una quota di Poste Italiane mantenendo l'unitarietà di questo gruppo è "ormai" stata assunta dal presidente del Consiglio Enrico Letta. La tempistica illustrata da Catricalà per la privatizzazione prevede circa due mesi per la stesura del Dpcm da parte del ministero dell'Economia, il concerto dello Sviluppo economico, l'approvazione dello schema di decreto e la sua trasmissione al Parlamento per il parere delle commissioni competenti, il ritorno della delibera definitiva sul Dpcm al Consiglio dei ministri per l'approvazione e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. "Una volta approvato in via definitiva il Dpcm - ha spiegato - bisognerà presentare l'operazione alla Consob, la Borsa Italiana". Quindi, ha concluso, "è immaginabile un periodo tra i 5 e i 6 mesi per definire i dettagli dell'operazione e concluderla".
"Per continuare a creare valore – ha continuato il viceministro – il Governo ritiene che il processo di privatizzazione del gruppo Poste Italiane debba avvenire mantenendo l'unitarietà del gruppo". La privatizzazione, ha aggiunto Catricalà, "comporterà una provvista di risorse utili a ridurre la nostra esposizione debitoria e sarà anche strumento di incentivo per la maggiore efficienza dei servizi e per l'ampliamento dell'offerta". Catricalà ha chiarito di non volere, prima dell'approvazione del Dpcm, dare maggiori dettagli: "non è possibile con serietà anticipare quali potrebbero esse le modalità di cessione né se ci saranno diverse fasi di vendita con diverse modalità".
Comunque, ha proseguito, "l'orientamento è di mantenere sia il controllo sia la maggioranza del capitale in mano allo Stato. Una quota sarà riservata ai dipendenti. Gli incentivi all'acquisto potrebbero essere quelli utilizzati secondo le prassi internazionali e i precedenti". "Il Consiglio dei ministri – ha concluso - se ne occuperà quanto prima e in questo momento è in corso una riunione al ministero dell'Economia sui dettagli dell'operazione".
Quella delle Poste non sarà l’unica privatizzazione
"Credo che Poste – ha aggiunto il viceministro - non sarà l'unica privatizzazione che si farà in questo periodo. Penso che sia parte di un più generale disegno in modo che il colpo che si darà al nostro debito possa essere un colpo sostanzioso e non limitato solamente a una scrematura”.
Canone Rai
"Non ci sarà alcun ripensamento" da parte del ministero dello Sviluppo economico sullo stop all'incremento del canone Tv, "di certo l'aumento non ci sarà quest'anno". Catricalà ha poi commentato la notizia secondo cui la Rai potrebbe fare ricorso contro questa decisione: "ci si mette in una situazione di incertezza che avrei evitato, ma queste considerazioni spettano alla Rai". E comunque, nel caso di ricorso, ha aggiunto, "mi sembra difficile trovare dei profili di illegittimità, il decreto è molto ben scritto". Il viceministro si è infine detto "meravigliato, perché i bollettini per il pagamento del canone non stanno arrivando. Che l'ammontare del canone sia questo è noto da tempo, quindi i bollettini devono essere mandati. Ho già fatto un sollecito".
5-6 mesi per la privatizzazione delle Poste
La decisione di procedere alla privatizzazione non di asset ma di una quota di Poste Italiane mantenendo l'unitarietà di questo gruppo è "ormai" stata assunta dal presidente del Consiglio Enrico Letta. La tempistica illustrata da Catricalà per la privatizzazione prevede circa due mesi per la stesura del Dpcm da parte del ministero dell'Economia, il concerto dello Sviluppo economico, l'approvazione dello schema di decreto e la sua trasmissione al Parlamento per il parere delle commissioni competenti, il ritorno della delibera definitiva sul Dpcm al Consiglio dei ministri per l'approvazione e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. "Una volta approvato in via definitiva il Dpcm - ha spiegato - bisognerà presentare l'operazione alla Consob, la Borsa Italiana". Quindi, ha concluso, "è immaginabile un periodo tra i 5 e i 6 mesi per definire i dettagli dell'operazione e concluderla".
"Per continuare a creare valore – ha continuato il viceministro – il Governo ritiene che il processo di privatizzazione del gruppo Poste Italiane debba avvenire mantenendo l'unitarietà del gruppo". La privatizzazione, ha aggiunto Catricalà, "comporterà una provvista di risorse utili a ridurre la nostra esposizione debitoria e sarà anche strumento di incentivo per la maggiore efficienza dei servizi e per l'ampliamento dell'offerta". Catricalà ha chiarito di non volere, prima dell'approvazione del Dpcm, dare maggiori dettagli: "non è possibile con serietà anticipare quali potrebbero esse le modalità di cessione né se ci saranno diverse fasi di vendita con diverse modalità".
Comunque, ha proseguito, "l'orientamento è di mantenere sia il controllo sia la maggioranza del capitale in mano allo Stato. Una quota sarà riservata ai dipendenti. Gli incentivi all'acquisto potrebbero essere quelli utilizzati secondo le prassi internazionali e i precedenti". "Il Consiglio dei ministri – ha concluso - se ne occuperà quanto prima e in questo momento è in corso una riunione al ministero dell'Economia sui dettagli dell'operazione".
Quella delle Poste non sarà l’unica privatizzazione
"Credo che Poste – ha aggiunto il viceministro - non sarà l'unica privatizzazione che si farà in questo periodo. Penso che sia parte di un più generale disegno in modo che il colpo che si darà al nostro debito possa essere un colpo sostanzioso e non limitato solamente a una scrematura”.
Canone Rai
"Non ci sarà alcun ripensamento" da parte del ministero dello Sviluppo economico sullo stop all'incremento del canone Tv, "di certo l'aumento non ci sarà quest'anno". Catricalà ha poi commentato la notizia secondo cui la Rai potrebbe fare ricorso contro questa decisione: "ci si mette in una situazione di incertezza che avrei evitato, ma queste considerazioni spettano alla Rai". E comunque, nel caso di ricorso, ha aggiunto, "mi sembra difficile trovare dei profili di illegittimità, il decreto è molto ben scritto". Il viceministro si è infine detto "meravigliato, perché i bollettini per il pagamento del canone non stanno arrivando. Che l'ammontare del canone sia questo è noto da tempo, quindi i bollettini devono essere mandati. Ho già fatto un sollecito".