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ITALIA

Una rapina finita nel sangue

Morti nel Napoletano, l'indagato nega di avere speronato i banditi

Le due vittime, entrambi pregiudicati, avevano sottratto un Rolex all'investitore, ora indagato per omicidio volontario

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Proseguono le verifiche della procura di Napoli nord e dei Carabinieri sulla versione fornita dal 26enne Giuseppe Greco, indagato per omicidio perché con la sua auto avrebbe speronato, a Marano (Napoli), lo scooter condotto da due uomini che poco prima l'avevano rapinato del Rolex; i due, originari di Sant'Antimo, entrambi pregiudicati, sono morti in seguito all'incidente.
 
Greco, nel corso del lungo interrogatorio reso al pm Paolo Martinelli, ha riferito di essere stato rapinato ma non di aver investito i due uomini. In particolare ha raccontato che i due banditi lo avrebbero rapinato, pistola in pugno, del Rolex, mentre altri complici gli avrebbero sottratto la smart su cui viaggiava.

Al momento il giovane è comunque indagato, ma la dinamica è tutt'altro che definita. L’autopsia sui corpi delle due vittime, prevista nei prossimi giorni, potrà fornire altre importanti risposte.

Nella notte Giuseppe Greco, 25 anni, incensurato, figlio di un uomo con precedenti per traffico di droga è andato in caserma e ha raccontato la sua versione dei fatti, come riporta l'Agi. Greco è il conducente della Smart For 4 trovata contro un muro in via Antica consolare campana, a Marano, ai confini con Villaricca, nel Napoletano, dove sono stati trovati a terra i cadaveri di due uomini, uno scooter T-Max, una pistola e un orologio Rolex. La scena di una rapina finita nel sangue. Secondo quanto riferito dall'uomo le vittime, entrambe  pregiudicati di Sant'Antimo, Domenico Romano, 39 anni, e Ciro Chirollo, 29 anni, gli avrebbero sottratto il Rolex in via San Rocco sotto minaccia della pistola. 

Ma il venticinquenne li avrebbe inseguiti, speronati e travolti con l'auto, scrive sempre l'Agi. I primi ad arrivare sono stati agenti della polizia municipale, che hanno avvertito i carabinieri. I rilievi della Scientifica sono partiti subito, così come la ricerca di immagini da sistemi di videosorveglianza, poi trovate. Nella zona non ci sono telecamere pubbliche, ma solo quelle di qualche privato. L'urto violento tra auto e scooter era testimoniato dai pezzi di carrozzeria dei due mezzi sparsi in strada. Non è la prima volta che a Marano rapinatori vengano a loro volta aggrediti dalle vittime.