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MONDO

Un Paese in default

Libano in crisi, manca carburante e si fermano le centrali elettriche

Le turbine delle due principali centrali elettriche del libano sono state spente per mancanza di combustibile. E il paese è al collasso economico già
da due anni

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Il Libano lotta contro la mancanza di acqua ed elettricità dopo che le due principali centrali sono state fermate per mancanza di carburante, facendo precipitare il Paese in un black-out quasi totale. L'ennesimo segnale di una nazione sempre più avvitata in una crisi finanziaria senza fine. Electricite Du Liban (Edl) ha annunciato lo stop degli impianti di Deir Ammar e Zahrani, che insieme forniscono circa il 40% dell'elettricità.
 
Nella città orientale di Zahle è stato chiesto ai residenti di ridurre al minimo il consumo, sottolineando che "la fornitura di energia è stata tagliata nel Paese a tempo indefinito". Richiesta analoga è stata avanzata dalla North Lebanon Water Company, che ha annunciato "uno stato di grande emergenza". La mancanza di valuta straniera rende difficile pagare gli approvvigionamenti: due petroliere piene di carburante sono in attesa dalla scorsa settimana in porto ma si rifiutano di scaricare fino a quando non saranno state pagate. ​Anche le farmacie soffrono penuria di medicinali e sono in sciopero.

Le autorità libanesi non hanno le risorse economiche per pagare, in dollari statunitensi, le importazioni di carburante. Il paese è alle prese con la sua peggiore crisi economica e politica degli ultimi 30 anni. Il governo ha decretato ufficialmente il default finanziario nel marzo del 2020. Il sistema bancario è fallito, imponendo di fatto un controllo dei capitali ai piccoli e medi risparmiatori, tagliati fuori dai loro conti correnti in valuta pesante. La lira locale ha perso il 92% del suo valore rispetto al dollaro in quasi due anni dal palesarsi della crisi. Il potere d'acquisto dei lavoratori pubblici, pagati in lire libanesi, è crollato: uno stipendio che nel 2019 valeva circa mille dollari in lire libanesi, oggi vale 80 dollari. I prezzi delle merci e dei beni al consumo è schizzato alle stelle, aumentando del 120% secondo i dati di maggio. L'Onu afferma che più della meta della popolazione vive sotto la soglia di povertà e che un terzo dei minori del paese va a letto senza cibo. A questo si aggiunge l'assenza di elettricità.
 
Sale intanto la tensione politica alla luce del rifiuto dei vertici istituzionali di concedere l'autorizzazione a procedere per otto alti funzionari statali e governativi, tra cui il capo dell'intelligence e il premier uscente, incriminati nell'inchiesta interna sulle responsabilità della devastante esplosione del porto di Beirut del 4 agosto del 2020. Nella deflagrazione di 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, stipate per anni nel porto, sono morte più di 200 persone e circa un terzo degli abitanti della città sono stati costretti ad abbandonare le proprie case.