Roma
Cadaveri carbonizzati in auto a Torvaianica, il compagno della vittima ha un alibi
Ascoltato per tutta la giornata di ieri dai carabinieri, l'uomo ha raccontato di aver incontrato tre persone dopo aver salutato la moglie. Gli interessati hanno confermato. Dal fronte delle indagini, intanto, emerge che il corpo dell'uomo era al posto guida, quello della donna sul sedile posteriore

Lui sul sedile davanti, lei sul sedile dietro: è la posizione dei due cadaveri ritrovati ieri mattina all'interno della Ford Fiesta bruciata a Torvaianica e che, con molta probabilità, appartengono a Maria Corazza e a Domenico Raco. I carabinieri al momento non escludono alcuna pista, compresa quella dell'omicidio-suicidio.
Il compagno di Maria Corazza: "Ieri mattina ho incontrato tre persone"
Ieri mattina, dopo aver accompagnato la figlia a scuola insieme a Maria Corazza, il compagno della donna, Maurizio, ha incontrato tre persone tra clienti e colleghi, presso una ditta di Pomezia. I tre lo hanno confermato ai carabinieri, che per tutta la giornata di ieri hanno sentito l'uomo come persona informata sui fatti, e ora il 55 enne, incensurato, è a piede libero.
Rappresentante di vernici per una società che ha sede a Bergamo, Maurizio D.N. si stava muovendo verso Frosinone per un altro appuntamento di lavoro quando è stato chiamato in caserma. Questa mattina, negli appartamenti vicini della palazzina a Pomezia dove viveva la coppia insieme alla figlia 13 enne e la madre 78 enne, le tapparelle sono abbassate e i citofoni muti.
Resta il giallo
Resta il giallo, restano le due piste: omicidio-suicidio da una parte e duplice omicidio dall'altra. Risposte certe arriveranno solo dall'autopsia sui corpi rinvenuti carbonizzati all'interno della Ford Fiesta. Da lì si potrà accertare la reale corrispondenza dei cadaveri con i profili genetici di Maria Corazza e Domenico Raco, entrambi scomparsi da ieri mattina, ma anche le cause della loro morte. L'incarico sarà conferito lunedì, da lì a poco, all'istituto di medicina legale del policlinico di Tor Vergata, gli esami.
Una vicina della donna: "Li sentivamo litigare spesso"
"Dalla finestrella che affaccia al cortile interno li sentivamo litigare spesso, Maria e Maurizio. Mia figlia un giorno mi ha chiesto preoccupata di chi fossero quelle urla, erano loro". Così, all'AdnKronos, una inquilina del palazzo a Pomezia dove viveva la 46 enne.
Vicino di casa di Raco: "Avrà fatto ingelosire qualcuno"
"Avrà fatto ingelosire qualcuno, lui non era sposato, aveva tanti amici, ma qui Maria non l'ho mai vista". Così, all'Adnkronos, Angelo, un vicino di casa di Domenico Raco, 39 enne elettricista di origini calabresi. "Domenico era una persona davvero per bene, affidabile, generoso, avrà accompagnato in piazza mia moglie chissà quante volte - continua l'uomo -. Veniva qui, in casa della nipote, spesso per assistere la sorella costretta sulla sedia a rotelle. Lui la portava ovunque".
Su Facebook il cordoglio di parenti e amici di Raco
"Chi ti ha fatto quello che ti ha fatto deve passare in carcere il resto della sua vita. Eri un ragazzo d'oro, una persona buonissima. Abbiamo lavorato anni insieme e poco tempo fa ci siamo incontrati e dovevamo andare a prendere un caffè. Amico, non è possibile, non è possibile. Non ci posso pensare, non ci credo". Così Anna, amica e collega di Domenico Raco, sulla sua pagina Facebook. Sembrano ormai pochissime le speranze che l'uomo trovato sul sedile anteriore della Ford Fiesta non sia lui. "Non ti dimenticherò" scrive ancora la cugina Victoria.