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Coronavirus

Per l'emergenza coronavirus non possono comparire indagati davanti al giudice

Zaky, rinviata l'udienza per decidere se prolungare la custodia cautelare

La notizia l’ha data una sua legale. Patrick, studente egiziano dell'Università di Bologna in carcere da due mesi in Egitto, è accusato fra l'altro di incitamento alla protesta e istigazione a crimini terroristici con post su un account Facebook che secondo la difesa non era curato da lui

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Slitta per il coronavirus di una settimana l’udienza in cui oggi doveva essere deciso se prolungare o meno di altri 15 giorni la custodia cautelare di Patrick George Zaky, lo studente egiziano dell'Università di Bologna in carcere da due mesi in Egitto, e ora al Cairo, con l'accusa di propaganda sovversiva. A parlare una sua legale, Hoda Nasrallah. "Rinvio di una settimana", ha detto Nasrallah.
 
Analogo rinvio dell'udienza relativa a Patrick e agli altri casi quel giorno all'esame della Procura egiziana c'era stato - sempre a causa dell'emergenza Convid-19 - già il 30 marzo. Anche stavolta il motivo del rinvio, per questo e gli altri casi pendenti, è il coronavirus e la mancata possibilità di far comparire gli indagati davanti al giudice, ha detto l’avvocato di Zaky. La legale ha riferito inoltre che il procuratore le ha chiesto se Patrick avesse ricevuto i libri che aveva chiesto di riavere e lei ha risposto di non saperlo perché lo studente non può ricevere visite per via dell'emergenza.
 
In Egitto vige tra l'altro un coprifuoco serale-notturno per il coronavirus. Patrick è accusato fra l'altro di incitamento alla protesta e istigazione a crimini terroristici con post su un account Facebook che secondo la difesa non era curato da lui.

Nell'Egitto reduce da due rivoluzioni (2011-2013) e un'instabilità causata da terrorismo islamico e proteste della Fratellanza musulmana messa al bando, la normativa prevede per questi reati una lunga pena detentiva.