Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/ContentItem-72d2b3ee-27f4-44f9-b315-162c5ff92a40.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Il Caso

Cassazione su Cogne: "Riesaminare i domiciliari per la Franzoni"

Gli arresti domiciliari le erano stati concessi dal Tribunale del riesame lo scorso giugno, in virtù della riacquistata "capacità genitoriale" e della "impossibilità di reiterare il reato". Il provvedimento è stato annullato con rinvio 

Condividi
Annullamento con rinvio dell'ordinanza con cui il Tribunale di Sorveglianza di Bologna aveva disposto, nel giugno scorso, gli arresti domiciliari ad Annamaria Franzoni. La donna è stata condannata in via definitiva a 16 anni di reclusione per l'omicidio del figlioletto Samuele, avvenuto a Cogne il 30 gennaio 2002.

Questo, dunque, il verdetto emesso stasera dalla Prima sezione penale della Cassazione, che ha così accolto il ricorso presentato dalla procura di Bologna contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza. La Suprema Corte ha disposto dunque un nuovo esame della questione da parte dei giudici bolognesi. 

L'ordinanza del tribunale di sorveglianza
Il riesame aveva concesso i domiciliari, dopo l'udienza di discussione della perizia psichiatrica del prof. Augusto Balloni, nella quale si escludeva il rischio di recidiva di figlicidio per la donna. L'ordinanza, inoltre, rilevava la capacità genitoriale intatta della Franzoni. I giudici rimandavano infatti a due provvedimenti del tribunale per i minorenni, che hanno confermato la capacità della donna. Nella perizia, redatta dal professor Balloni (perito del tribunale) si parlava di una residuale pericolosità sociale (non specifica ma generica) che poteva comunque essere contenuta, grazie all'apporto della famiglia e con una terapia psichiatrica di sostegno. 

La condanna a 16 anni per l'omicidio di Samuele
Annamaria Franzoni sta scontando una condanna a 16 anni per l'omicidio del figlio. Da sei anni, prima di giugno, era in carcere. Alcuni mesi fa era stata ammessa al lavoro esterno in una cooperativa sociale di una parrocchia della città e aveva anche usufruito di permessi per tornare nella casa sull'Appennino bolognese, dove vivono il marito e i due figli.