Uno spiraglio nella trattativa
Brexit: negoziato di nuovo in stallo, ma Johnson apre all'Ue sui confini dell'Irlanda del Nord
Londra pronta a stralciare il disegno di legge con cui rivendica di poter modificare unilateralmente l'intesa. Resta il nodo del sistema di regole per garantire parità di condizioni alle imprese di Uk e Ue. Bojo "nei prossimi giorni" volerà a Bruxelles. I Comuni reinseriscono clausole che irritano l'Europa, vertici Ue in videoconferenza con Merkel e Macron

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la presidente della Commissione europea, Ursula Von del Leyen, si sono collegati in serata in videoconferenza con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il presidente francese, Emmanuel Macron, per una discussione sui negoziati post-Brexit con il Regno Unito.
I Comuni reinseriscono clausole che irritano Ue
A Londra, la Camera dei Comuni ha reintrodotto gli emendamenti, contestati dall'Ue, che assegnano al Regno Unito la capacità di violare l'accordo con l'Unione europea sulla frontiera nord-irlandese dopo la Brexit. Il voto, arrivato in serata, segue di poche ore il "ramo di ulivo" teso all'Ue dal premier Boris Johnson, ovvero la promessa di disattivare proprio quel controverso passaggio, che secondo Bruxelles viola il diritto internazionale, se si riuscirà a trovare l'accordo sulle relazioni post-Brexit. A novembre la Camera dei Lord aveva eliminato quel delicato passaggio dall'Internal Market Bill, sostenendo - proprio come Bruxelles- che violava il diritto internazionale. Ma ai Comuni, la maggioranza Tory ha riportato la versione precedente del testo: con 357 deputati a favore contro 268 (e uno scarto di 89 voti) la Camera dei Comuni ha deciso di recuperare le clausole che avevano indignato l'Ue e contribuito a esacerbare nelle ultime settimane le relazioni tra Londra e Bruxelles.
La telefonata Bojo-von der Leyen
Non è bastata infatti oggi una nuova telefonata tra il premier britannico Boris Johnson e la Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen a trovare un accordo definitivo sul dopo Brexit. Ma quel che si è capito alla fine di questa giornata di possibili trattative è che il problema è politico e che i due hanno deciso di prendere il controllo dei negoziati a discapito dei mediatori Barnier per l'Europa e Frost da parte britannica. I due leader si vedranno di persona "nei prossimi giorni" a Bruxelles per discutere delle divergenze rimaste irrisolte nell'ambito dei colloqui fra i rispettivi team negoziali. Lo precisa Downing Street dopo il comunicato congiunto diffuso al termine della telefonata.
Venerdì i colloqui fra i team negoziali di Bruxelles e Londra si erano interrotti a causa delle divergenze persistenti su tre punti chiave: parità di condizioni, governance e pesca. "Abbiamo chiesto ai nostri capi negoziatori e ai loro team di preparare una panoramica delle restanti differenze da discutere in una riunione fisica a Bruxelles nei prossimi giorni". Lo sottolinea stasera una fonte interna al governo di Boris Johnson. "Non abbiamo fatto progressi tangibili da allora", prosegue, ed "è chiaro che ora occorre dare una spinta politicamente". "Noi non consideriamo chiusa" la possibilità di un accordo, conclude la fonte, "ma le cose sono molto contorte e ci sono ancora tutte le chance che alla fine non ci si arrivi". Il governo britannico ha infatti promesso a Bruxelles -durante colloqui fra il ministro Michael Gove e il commissario Sefcovic svoltisi prima di una telefonata tra Johnson e Ursula von der Leyen - di ritirare la parte più controversa dell'Internal Market Bill: il disegno di legge con cui Londra rivendicava di poter modificare unilateralmente alcune intese di divorzio già sottoscritte sui confini dell'Irlanda del Nord. Questa parte sarà stralciata grazie a "buoni progressi" fatti durante i negoziati odierni, ha fatto sapere Gove.
Le premesse della trattativa odierna non erano affatto buone, almeno secondo quanto riportato dal Sun, che stamattina dava conto di un Johnson pronto a lasciare i negoziati "nel giro di ore".
Le previsioni del "Sun": premier pronto a lasciare il negoziato "nel giro di ore"
Il premier britannico Boris Johnson sarebbe pronto a uscire dai negoziati post Brexit nel giro di ore dopo le richieste dell'Ue, ha scritto il tabloid britannico Sun. Il premier britannico rifiuterà le "oltraggiose" richieste Ue delle ultime ore, ha scritto il tabloid britannico, secondo cui Johnson era vicino ad annunciare il No Deal, ovvero una rottura netta con Bruxelles. E ha un discorso alla nazione già domani sera. "Oggi dirà alle Ue che non vuole lasciare il tavolo ma non si piegherà alla richieste fuori tempo massimo arrivate dalla Francia" scrive The Sun. "Ma il suo ufficio ha fatto sapere che il primo ministro chiuderà il negoziato se la Ue si rifiuta di ritirare le sue richieste 'oltraggiose'".
Le questioni aperte
Gli ultimi colloqui sul post Brexit del week-end, condotti sia a livello politico con Boris Johnson e Ursula von der Leyen, sia a livello tecnico, suggeriscono che riguardo agli ultimi ostacoli da superare le due parti parlino ancora lingue diverse. Da una parte il premier britannico non vuole cedere su nessun dettaglio che possa intaccare la sovranità dell'isola. Dall'altra la Commissione, su pressione degli Stati membri, non vuole esporre le proprie imprese ad uno scenario di concorrenza sleale nel suo mercato unico. Così i nodi principali restano al pettine. A partire dall'accesso dei pescherecci europei nelle acque britanniche. Paesi come Francia e Danimarca spingono per non avere restrizioni ma Londra non ne vuole sapere.
Non c'è accordo neanche sul 'level playing field', ossia il sistema di regole per garantire una parità di condizioni alle imprese di entrambe le parti. Bruxelles si aspetta che Londra si adegui agli standard Ue sulle tutele ambientali ed i diritti dei lavoratori. Non è ancora chiaro, inoltre, quale organismo giuridico terzo risolverà le dispute future.