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ITALIA

Manduria (Taranto)

Anziano picchiato a morte da una baby gang: i vicini avevano fatto un esposto alla polizia

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I vicini avevano segnalato, si erano rivolti alle forze dell'ordine per denunciare i soprusi subiti troppo spesso da Antonio Cosimo Stano. La prova è in un esposto presentato quando i poliziotti già indagavano al commissariato di Manduria e firmato da 7 residenti di via San Gregorio  Magno, la stessa strada dove viveva il 66enne, e da don Dario, il parroco della chiesa davanti all'abitazione della vittima. "Da alcune settimane, durante le ore serali e le prime ore del mattino - si legge in una prima denuncia - si stanno verificando diversi episodi di atti illeciti commessi da ignoti (circa 5/6 persone) a danno del signor Antonio Cosimo Stano". "Nello specifico - si legge ancora - segnaliamo continui e reiterati   danneggiamenti che tali ignoti stanno perpetrando a danno dell'abitazione (...) con lancio di pietre e oggetti vari al prospetto dell'abitazione e dando calci e colpi diretti alla porta d'ingresso e agli infissi della medesima casa".

Secondo quanto denunciato dai residenti, la vittima aveva confessato loro quanto stava subendo: "Il signor Stano, da quanto ci ha riferito, ha subito altresì vessazioni, soprusi e lesioni anche fisiche da parte di questi soggetti, i quali in una occasione sono anche riusciti a introdursi in casa. Tale condotta illecita, lesiva della sicurezza e della quiete pubblica, cagiona, inoltre, stati d'ansia, malessere e agitazione soprattutto nei minori residenti nel vicinato".

"Urla terribili, presentammo l'esposto per paura"
"In piena notte sentivamo urlare. Erano grida strazianti, terribili. La sera  tardi e in piena notte. Mia moglie e con lei altri 7 residenti di via San Gregorio Magno e don Dario, ha così presentato l'esposto, per paura soprattutto, ma anche per tutelare quel povero Cristo". A raccontarlo all'Adnkronos è Cosimo, che abita due cancelli più avanti  rispetto all'abitazione di Stano, al civico 8. "Non tutti hanno voluto  firmare, ma noi non ce la siamo sentita di restare inermi", conclude.

Parole durissime durante la messa
''Giovani, anziani: siamo tutti coinvolti. Siamo senza Dio, e quando la luce di Dio non abita più dentro di noi ci trasformiamo, il male lo facciamo diventare bene. Ci sentiamo forti e invece siamo nulla. Siamo niente. Non sappiamo nemmeno rispettarci. Nemmeno ci sentiamo fratelli''. Sono parole durissime quelle con le quali don Dario De Stefano rompe il silenzio. Lo fa durante la messa delle 19 nella parrocchia don Bosco, proprio davanti alla casa di Antonio Cosimo Stano. Stano era un suo parrocchiano, un uomo conosciuto in paese. Lo conosceva bene il giovane parroco, tra i firmatari   dell'esposto presentato nel commissariato di Manduria.

''Ogni giorno i fatti di cronaca ci dicono che abbiamo bisogno dell'amore di Dio per aiutarci, per sentirci fratelli. Come Tommaso -   continua dal pulpito don Dario - che riconosce di appartenere a Gesù, parte essenziale di sé, senza la quale non può vivere. Che possiamo fare anche noi tutti la sua stessa esperienza, il percorso di fede, anche quando la fede è faticosa''.

Marcia per la civiltà
Sabato 4 maggio si svolgerà a Manduria (Taranto) una "Marcia per la civiltà" organizzata da Pro loco, Confcommercio, scuole, parrocchie e movimenti civici della città, dedicata ad Antonio Stano, il 66enne pensionato che aveva subito una serie di aggressioni e violenze da parte di un gruppo di giovani ed è morto il 23 aprile scorso dopo essere stato sottoposto a due interventi chirurgici per suturare una perforazione gastrica e per una emorragia intestinale. L'uomo era stato ricoverato il 6 aprile all'ospedale Giannuzzi, accompagnato dal 118 su richiesta della Polizia, che lo aveva trovato nel suo appartamento in precarie condizioni psico-fisiche. Dalle indagini è emerso che l'uomo era stato picchiato, rapinato e bullizzato. Sono 14 (12 minorenni e due maggiorenni) gli indagati dalla Procura per i minorenni e dalla Procura ordinaria. "Le nefaste note vicende di cronaca -sottolinea la Pro Loco in una nota - dipingono una Città che francamente non riconosciamo e, soprattutto, in cui non ci identifichiamo". Il corteo partirà "dalla zona delle scuole, perché - si precisa - riteniamo che sia da lì che occorre ripartire. Lì, nei ragazzi, c'è il nostro miglio rfuturo".