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ECONOMIA

Mercati

​In borsa corrono le banche Scivolone per la Juventus

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di Fabrizio Patti
E’ un inizio della settimana positivo per i mercati europei. L'indice Ftse Mib di Milano sale dello 0,35%, allineata alle borse europee. La migliore Francoforte, +0,50%.
A spingere il listino sono soprattutto i settori dei servizi finanziari (+1,36%) e bancario (+1,20%). Nella notte il vertice di governo ha dato mandato al ministro dell’Economia e finanze Gualtieri di negoziare al tavolo europeo del 4 dicembre sul Fondo Salva Stati, in vista di un voto parlamentare l’11 dicembre sulle risoluzioni relative al prossimo Consiglio Europeo.
 
Lo spread tra Btp e Bund si mantiene sostanzialmente stabile rispetto a venerdì, ma salgono di sette punti base i rendimenti sia dei titoli di Stato italiani che di quelli tedeschi. Nel resto d’Europa analoga dinamica per i titoli di Stato di Franca, Spagna, Olanda, Portogallo.
 
A spingere i mercati europei anche l’indice Pmi sulle aspettative dei direttori acquisti nelle aziende dell’Eurozona, nel settore manifatturiero. A novembre è salito a 46,9, rispetto al valore di 46,6 di ottobre; gli analisti si aspettavano che rimasse fermo. Siamo comunque sotto la soglia di 50 che segna il discrimine tra contrazione ed espansione economica.
 
Sotto osservazione oggi il titolo Gedi, editore della Repubblica e della Stampa. Il titolo è temporaneamente sospeso fino a una comunicazione della società Cir, atteso nel pomeriggio. Questa mattina i figli di Carlo De Benedetti decideranno, nel cda della società Cir, se cedere una quota di controllo di Gedi alla Exor della famiglia Agnelli. Si tratta della cessione del 43% del capitale di Gedi. In seguito ci potrebbe essere un’Opa, con l’acquisto del flottante rimanente della società editoriale e il ritiro dalla borsa. Salgono intanto i titoli di Exor e Cir.
 
Tra le altre società, scivola la Juventus: -7 e mezzo per cento. Oggi parte l’aumento di capitale da 300 milioni di euro che terminerà il 18 dicembre.
 
L'inizio della settimana è stato positivo anche per i mercati asiatici. Solo la borsa di Shanghai è attorno alla parità, la migliore è Tokyo, +1%. Questa volta non sono le negoziazioni tra Stati Uniti e Cina a orientare i mercati ma un dato macroeconomico: l'indice Pmi, che misura le risposte dei direttori acquisti ordini e produzione. A novembre è cresciuto ed è risultato superiore alle attese.