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ITALIA

Discorso di apertura del Consiglio episcopale permanente

Cei, Bagnasco: "Al Quirinale subito una persona degna e operosa"

Il presidente della Cei si rivolge anche al governo italiano e dice: "È necessario pensare prima al lavoro, non alle cose lontane dai problemi della gente". Il cardinale poi di aborto, di famiglia 'tradizionale' e dell'educazione dei bambini contro "la colonizzazione della mente" dei minori

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Il Cardinale Angelo Bagnasco
La crisi, il lavoro, la corruzione e addirittura la corsa al Colle. Il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, tocca molti temi nella prolusione di apertura del Consiglio Episcopale Permanente. Non solo strettamente legati alla sfera etica-religiosa, come l'impegno dei cattolici e la difesa della famiglia, ma anche riguardanti la 'politica' come i consigli al governo italiano e l'urgenza di eleggere un nuovo presidente della Repubblica.

La corsa al Colle
"Mentre al presidente Giorgio Napolitano esprimiamo sincera gratitudine e il più cordiale augurio di bene - dice il cardinal Bagnasco - preghiamo perché il Parlamento, nel rispetto dei dovuti passaggi, riesca, in tempi brevi, a esprimere la persona che possa rappresentare con dignità riconosciuta e operosità provata il popolo e la Nazione". 

Al governo: "Pensare prima al lavoro"
Bagnasco dà anche qualche 'consiglio' al governo per affrontare la difficile situazione economica. Con la crisi che "perdura" e la "lama del disagio" che "tormenta moltissime famiglie", "su tutto si staglia l'urgenza che più di tutte s'impone: il lavoro e l'occupazione", dice Bagnasco, che chiede ai governanti "di pensare a questo prima di ogni altra cosa che, pur necessaria o opportuna, è sentita dalla gente come lontana dai suoi problemi quotidiani".

"Non spolpare l'Italia"
Contro la crisi economica, continua il presidente della Cei, "non basta rincorrere i debiti  vendendo i gioielli di casa frutto dell'intelligenza e della capacità dei nostri padri, perché poi si resta con niente in mano in balìa di chi guarda all'Italia come aduna preda succulenta e ambita da spolpare. Alla fine di queste operazioni d'azzardo - continua Bagnasco - si resta con pochi pezzi in mano, pezzi che - scollati gli uni dagli altri - diventeranno sempre più deboli, pronti per essere azzannati al momento opportuno da quanti non hanno certamente a cuore il bene del nostro Paese", spiega il cardinale. "Non saranno le garanzie scritte e firmate ad assicurare il nostro patrimonio industriale e lavorativo: si possono cambiare e disattendere in ogni momento!", aggiunge. "L'Europa deve stare attenta perché - nello scenario mondiale dei mercati e dei poteri - ciò che rischia oggi l'Italia, domani toccherà a lei", sottolinea ancora il presidente dei vescovi.

Perseguire con rigore la corruzione
Il cardinale poi passa a parlare degli  "esempi di corruzione che sono indegni per i protagonisti accertati e fanno male all'immagine del Paese". Questi "fenomeni sono da deprecare e, se accertati, sono da perseguire con rigore, ma non devono deprimere né suggestionare, come se i corrotti fossero i furbi e gli onesti fossero una massa di illusi. Alla disonestà - spiega - dobbiamo reagire con una onestà più fiera, una professionalità più convinta, una laboriosità più generosa".

Il terrorismo e il fondamentalismo islamico
Bagnasco non si ferma all'analisi della situazione italiana. Passa poi a commentare gli utlimi tragici avvenimenti internazionali, come la crescita dell'Isis e l'attacco a Charlie Hebdo. Sul tema del fondamentalismo islamico "nelle recenti raccapriccianti aberrazioni", il cardinale osserva che "c'è un elemento inedito di tale barbarie: la violenza esibita, la crudeltà sfacciata, il parossismo angosciato". E questo per Bagnasco è segno del "panico che nasce dalla consapevolezza di essere perdenti di fronte all'incalzare della storia". Sullo Stato Islamico aggiunge: "Di fronte a questo fenomeno e al numero di coloro che lasciano l'Europa per sposare il fanatismo omicida, l'Occidente dovrebbe fare un serio esame di coscienza e chiedersi il perché di questo arruolamento violento e suicida" afferma il cardinale che poi spiega: "Una ragione è che un certo islamismo fondamentalista riempie il vuoto nichilista dell'Occidente".

Attacco a Charlie Hebdo: "È una bestemmia uccidere in nome Dio"
Sul massacro avvenuto nella redazione del settimanale satirico francese avvenuta lo scorso 7 gennaio, Bagnasco è netto: "Non si può mai uccidere in nome di Dio; è una bestemmia contro l'uomo e contro il Creatore". Il cardinale poi aggiunge: "Sì alla libertà di espressione, no alla libertà di offendere: è un passo avanti per superare la dittatura del pensiero unico!", afferma, riprendendo quanto detto dal Papa nella conferenza stampa durante il volo verso Manila. 

Libertà d'espressione e libertà religiosa
Il cardinale infatti precisa: "Abbiamo visto con compiacimento la grande marcia di protesta e di affermazione del diritto di espressione.[...] Ed abbiamo gioito. Però non abbiamo potuto non pensare anche alle migliaia di fratelli e sorelle perseguitati, straziati e uccisi perché cristiani o per motivi etnici - prosegue il presidente dei vescovi italiani -. Abbiamo pensato che la libertà religiosa non è garantita nel 60% del pianeta e che, nelle minoranze, sono i cristiani quelli maggiormente perseguitati: 'Ne muore uno ogni cinque minuti. Avremmo voluto allora - aggiunge - che anche la protesta per questo continuo genocidio, anche l'affermazione del diritto inalienabile alla libertà religiosa, fossero stati pubblicamente proclamati dal mondo lì rappresentato, specialmente dall'Occidente che si fa paladino dei diritti umani".

Aborto: "Si vuole impedire obiezione di coscienza"
Il cardinale passa poi a parlare del controverso tema dell'aborto. Bagnasco sottolinea che "si parla dei figli come se fossero un diritto degli adulti e un oggetto da produrre in laboratorio, anziché un dono da accogliere. In Europa - avverte il presidente della Cei - si vuole far dichiarare l'aborto come un diritto fondamentale così da impedire l'obiezione di coscienza, e si spinge perché sia riconosciuto il cosiddetto aborto post partum".

La famiglia "barcientro da preservare"
Dall'aborto alla famiglia. Per Bagnasco il nucleo familigare è "il baricentro esistenziale da preservare. E l'impegno nella vita sociale è un aspetto irrinunciabile della presenza dei cattolici nel nostro Paese". Lanciando l'allarme, sulla scia di papa Francesco, contro la "colonizzazione ideologica" in atto, Bagnasco però avverte che "si dice famiglia, ma si pensa a qualunque nucleo affettivo a prescindere dal matrimonio - che ne riconosce in modo impegnativo la pubblica valenza - e dai due generi".

Questione sugli studi di genere: "Non colonizzare la mente dei bambini"
Il cardinale rinnova anche la sua preoccupazione sull'educazione dei bambini.  "I libri dell'Istituto A.T. Beck, dal titolo accattivante 'Educare alla diversità a scuola' e ispirati alla teoria del gender, sono veramente scomparsi dalle scuole italiane?", si chiede Bagnsco che poi sottolinea: "Con la loro diffusione si vuole colonizzare le menti dei bambini e dei ragazzi con una visione antropologica distorta e senza aver prima chiesto e ottenuto l'esplicita autorizzazione dei genitori". "Non è inutile ricordare che - anche se la maggior parte dei genitori fosse d'accordo - chi non lo è ha il diritto di astenere i propri figli da quelle 'lezioni' senza incorrere in nessuna forma, né esplicita né subdola, di ritorsione, come sta invece accadendo in qualche Stato vicino a noi".