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MONDO

Confronto tra le due superpotenze

Usa-Cina, Blinken: Pechino minaccia la stabilità mondiale

All'orizzonte la possibilità di un incontro, ad aprile, tra il presidente Usa, Joe Biden, e l'omologo cinese, Xi Jinping

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Anchorage. L'hotel sede del summit Cina-Usa (cncctv)
Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha accusato la Cina di "minacciare" la stabilità mondiale. Blinken è ad Anchorage, in Alaska, per incontrare i vertici della diplomazia cinese, nel primo summit dall'insediamento dell'amministrazione di Joe Biden.   

A loro il segretario di Stato americano ha espresso l'intenzione di discutere diversi temi, dalla situazione in Xinjiang, Hong Kong e Taiwan ai cyber-attacchi contro gli Usa, fino alla coercizione economica nei confronti degli alleati di Washington.

"Azioni - ha affermato - che minacciano l'ordine basato sul diritto che mantiene la stabilità globale".  

Ad Anchorage i capi della diplomazia cinese, il direttore della commissione Affari esteri del Partito Comunista, Yang Jiechi, e il ministro degli Esteri, Wang Yi.

Possibile incontro Biden-Xi ad aprile
All'orizzonte c'è la possibilità di un incontro, il mese prossimo, tra i due capi di Stato, il presidente Usa, Joe Biden, e l'omologo cinese, Xi Jinping. La Cina punta ad organizzare il vertice il 22 aprile, in occasione della Giornata della Terra. Il summit, secondo fonti citate dal Wall Street Journal, sarà legato all'esito dei colloqui in Alaska, e verterà su uno dei rari campi di possibile intesa tra le due sponde del Pacifico, ovvero l'impegno per ridurre l'emissione di gas serra e contrastare il cambiamento climatico.

Le aspettative sul dialogo
Le aspettative sul dialogo sono state già ridimensionate alla vigilia. Per Pechino, l'incontro sarà l'occasione per premere sulla rimozione di tariffe e sanzioni imposte durante il mandato di Donald Trump alla Casa Bianca, mentre Washington vuole avvisare la Cina delle preoccupazioni che gli Stati Uniti e i suoi alleati e partner nutrono sulle sue politiche.

Gli Usa hanno mostrato il volto più duro proprio in prossimità dei colloqui sanzionando 24 funzionari cinesi e di Hong Kong per il primo via libera alla riforma del sistema elettorale nella città e la Cina ha ribadito che non intende cedere a compromessi sulle questioni riguardanti sovranità, sicurezza e propri interessi. Per Washington, la Cina ricorre a "coercizione e aggressione" nelle politiche regionali, mentre Pechino avverte che sarà "inutile" cercare alleanze per esercitare pressioni sulla Cina.

Difficile, quindi, che l'incontro di Anchorage porti a un cambio di rotta: la Cina rappresenta una "sfida senza precedenti" per Washington, ha affermato a Seul il capo del Pentagono, Lloyd Austin, e da Pechino il portavoce del Ministero degli Esteri Zhao Lijian ha riconosciuto che "non ci aspettiamo un dialogo che risolva tutti i problemi tra Cina e Stati Uniti". 

Divergenze quasi su ogni dossier
Sui colloqui pesano divergenze quasi su ogni dossier, dal commercio alla tecnologia, fino ai diritti umani e alle tante questioni che Pechino rivendica come questioni puramente interne, tra cui spiccano Hong Kong, Taiwan e Mare Cinese Meridionale.

In primo piano rimangono, poi, le accuse internazionali - e in primo luogo degli Stati Uniti - di violazione dei diritti umani ai danni dell'etnia uigura nello Xinjiang. Pechino respinge come "assurde" le accuse di genocidio, ma le prove sulla repressione contro la minoranza musulmana dello Xinjiang hanno convinto i 27 Paesi dell'Unione Europea a sanzionare Pechino per la prima volta dai tempi della strage di piazza Tiananmen. 

In rilievo, infine, potrebbe esserci l'avvio del processo ai due cittadini canadesi arrestati in Cina nel dicembre 2018, in implicita rappresaglia per l'arresto a Vancouver della direttrice finanziaria di Huawei, Meng Wanzhou. La prima delle due udienze che vedranno alla sbarra i "due Michael" si apre il 19 marzo, secondo quanto anticipato da Ottawa, nelle stesse ore in cui a Anchorage Cina e Stati Uniti tenteranno di riavviare il dialogo.

Nessuna conferma diretta è arrivata da Pechino all'annuncio dalla diplomazia canadese, anche se già nei giorni scorsi i media statali di Pechino avevano dato per imminente l'avvio del processo contro l'uomo d'affari Spavor e l'ex diplomatico Kovrig, incriminati per spionaggio a giugno 2020.