ITALIA
Analogie con il caso Stano a Manduria
Pensionato disabile vessato a Taranto: 13 maggiorenni e 12 minorenni. Un altro caso a Caserta
Il primo caso a Taranto: la vittima ha 61 anni. Il secondo a Caserta dove un 79enne era stato costretto a vivere in un garage senza alcun servizio

Dei ragazzi avrebbero vessato un pensionato disabile. Ora sono accusati di estorsione, furto, rapina e atti persecutori contro un 61enne di Sava, in provincia di Taranto, affetto da disagi psichici. I Carabinieri hanno emesso 20 misure cautelari di queste 13 maggiorenni e 12 minorenni: per questo gli inquirenti hanno parlato di "commistione" tra adulti e giovani. Dei cinque maggiorenni finiti in carcere, tutti con precedenti penali, tre sono uomini adulti di 53, 51 e 33 anni, e due hanno 21 anni. Ai domiciliari un 44enne, due 31enni, un 24enne e un 22enne. Divieto di avvicinamento per un 22enne e un 19enne.
L'operazione presenta analogie con il caso di Antonio Cosimo Stano, il 66enne di Manduria affetto da disagi psichici morto il 23 aprile dopo aver subito aggressioni e angherie da più gruppi di giovani che poi condividevano le loro scorribande su Whastapp. Per la vicenda di Stano in 16 sono finiti sotto processo: 3 maggiorenni e 13 minorenni (per i quali è stata chiesta la messa alla prova).
Duravano da diversi anni gli atti persecutori e le estorsioni ai danni del pensionato 61enne di Sava, affetto da disagio psichico, finito nel mirino di più gruppi giovani che gli estorcevano piccole somme di denaro,solitamente dai 5 ai 20 euro, dietro la minaccia di dare alle fiamme la sua abitazione o il suo furgoncino o minacciandolo con una pistola. L'uomo, che percepisce una pensione di invalidità di circa 500 euro, era diventato una sorta di bancomat per tanti ragazzi, tra cui un vicino di casa.
E' nata l'8 giugno scorso, dopo un incendio nell'abitazione della vittima, l'indagine dei Carabinieri di Taranto sugli atti persecutori, le minacce e le estorsioni da parte di adulti e minorenni. L'uomo all'epoca dichiarò ai militari e ai vigili del fuoco intervenuti che il rogo si era improvvisamente sprigionato dal camino mentre dava alle fiamme alcuni documenti che intendeva distruggere. Nel corso del sopralluogo, gli inquirenti avevano tuttavia notato la presenza di consistenti cumuli di rifiuti cartacei e di plastica. Dagli accertamenti è emerso poi che il 61enne raccoglieva materiali presso privati e attività commerciali in cambio di piccole somme di denaro per integrare la sua modesta pensione di invalido civile e anche per far fronte alle continue richieste estorsive di una banda di giovani del luogo. Lo ha ammesso solo dopo l'insistenza dei Carabinieri che avevano compreso il suo stato di disagio. L'indagine è stata supportata da testimonianze, servizi di osservazione e pedinamento e dall'esame dei contenuti multimediali dei telefonini di alcuni degli indagati. La vittima ha una sorella e un fratello che abitano a Sava e nella vicina Manduria, ma viveva - secondo quanto appurato dagli investigatori - in uno stato di emarginazione ed isolamento.
Un altro caso è stato scoperto a Caserta dove un 79enne era stato cacciato dal suo appartamento e segregato in un garage dal figlio e dalla nuora che non volevano essere “disturbati”.
La vittima, un vedovo pensionato edile, ha però raccontato tutto alla Polizia locale di Afragola, in provincia di Napoli ottenendo l'apertura di un'indagine della Procura di Napoli Nord (Caserta).
L'inchiesta è sfociata in un'ordinanza di allontanamento dall'appartamento per il figlio e la nuora dell'anziano e il divieto per i due di avvicinarsi al loro familiare per un chilometro.
L'operazione presenta analogie con il caso di Antonio Cosimo Stano, il 66enne di Manduria affetto da disagi psichici morto il 23 aprile dopo aver subito aggressioni e angherie da più gruppi di giovani che poi condividevano le loro scorribande su Whastapp. Per la vicenda di Stano in 16 sono finiti sotto processo: 3 maggiorenni e 13 minorenni (per i quali è stata chiesta la messa alla prova).
Duravano da diversi anni gli atti persecutori e le estorsioni ai danni del pensionato 61enne di Sava, affetto da disagio psichico, finito nel mirino di più gruppi giovani che gli estorcevano piccole somme di denaro,solitamente dai 5 ai 20 euro, dietro la minaccia di dare alle fiamme la sua abitazione o il suo furgoncino o minacciandolo con una pistola. L'uomo, che percepisce una pensione di invalidità di circa 500 euro, era diventato una sorta di bancomat per tanti ragazzi, tra cui un vicino di casa.
E' nata l'8 giugno scorso, dopo un incendio nell'abitazione della vittima, l'indagine dei Carabinieri di Taranto sugli atti persecutori, le minacce e le estorsioni da parte di adulti e minorenni. L'uomo all'epoca dichiarò ai militari e ai vigili del fuoco intervenuti che il rogo si era improvvisamente sprigionato dal camino mentre dava alle fiamme alcuni documenti che intendeva distruggere. Nel corso del sopralluogo, gli inquirenti avevano tuttavia notato la presenza di consistenti cumuli di rifiuti cartacei e di plastica. Dagli accertamenti è emerso poi che il 61enne raccoglieva materiali presso privati e attività commerciali in cambio di piccole somme di denaro per integrare la sua modesta pensione di invalido civile e anche per far fronte alle continue richieste estorsive di una banda di giovani del luogo. Lo ha ammesso solo dopo l'insistenza dei Carabinieri che avevano compreso il suo stato di disagio. L'indagine è stata supportata da testimonianze, servizi di osservazione e pedinamento e dall'esame dei contenuti multimediali dei telefonini di alcuni degli indagati. La vittima ha una sorella e un fratello che abitano a Sava e nella vicina Manduria, ma viveva - secondo quanto appurato dagli investigatori - in uno stato di emarginazione ed isolamento.
Un altro caso è stato scoperto a Caserta dove un 79enne era stato cacciato dal suo appartamento e segregato in un garage dal figlio e dalla nuora che non volevano essere “disturbati”.
La vittima, un vedovo pensionato edile, ha però raccontato tutto alla Polizia locale di Afragola, in provincia di Napoli ottenendo l'apertura di un'indagine della Procura di Napoli Nord (Caserta).
L'inchiesta è sfociata in un'ordinanza di allontanamento dall'appartamento per il figlio e la nuora dell'anziano e il divieto per i due di avvicinarsi al loro familiare per un chilometro.