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MONDO

Continuano le ricerche nell'Oceano Indiano

Aereo scomparso, l'Australia annuncia: "Siamo vicini alla scatola nera"

Il premier australiano Tony Abbott si dice "molto fiducioso". I segnali captati nei giorni scorsi e provenienti dal fondale oceanico potrebbero arrivare da ciò che resta del volo della Malaysia Airlines. È una corsa contro il tempo: le batterie del trasmettitore si potrebbero scaricare presto

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Aereo scomparso, l'area delle ricerche (Ansa)
Perth (Australia)
Quei segnali provenienti dal fondo dell’Oceano Indiano potrebbero davvero provenire dalla scatola nera dell’aereo scomparso della Malaysia Airlines. I soccorritori sono ottimisti: a più di un mese dall’inizio del mistero, le ricerche potrebbero essere a una svolta grazie agli ultrasuoni captati nei giorni scorsi. A confermarlo è stato il primo ministro australiano Tony Abbott, che si è detto “molto fiducioso”. Si tratta però di una corsa contro il tempo: le batterie degli strumenti che inviano i messaggi ai localizzatori con ogni probabilità sono quasi scariche e presto potrebbero smettere di funzionare.

"Siamo molto fiduciosi" 
"Abbiamo ridotto drasticamente il perimetro delle ricerche e siamo molto fiduciosi nel fatto che i segnali vengano dalle scatole nere”, ha detto Tony Abbott. “Crediamo di conoscerne la posizione con un’approssimazione di alcuni chilometri”. Poi, con cautela, ha aggiunto che “confidare di aver trovato la posizione approssimativa non equivale a recuperare il relitto da 4mila metri di profondità o  a determinare finalmente cosa è accaduto su quel volo”.

Corsa contro il tempo 
L’area delle ricerche attualmente è divisa in tre settori ed è stata notevolmente ristretta. Secondo i soccorritori il più promettente è proprio quello dove sono stati captati i segnali. Sarà però fondamentale individuarne ancora prima che le batterie del trasmettitore smettano di funzionare. È dunque necessario fare presto. Per questo nella zona sono state posizionate delle boe sonar e sono impegnati quindici aerei e tredici navi.