ITALIA
L'uomo ha sporto denuncia alla polizia postale
Manda 40mila euro ad una profuga, ma è una truffa
Riceve un'email con una richiesta di denaro e cade nel tranello. Un ottantenne di Vedelago, in provincia di Treviso, ha inviato soldi ad una sedicente profuga senegalese e si è poi recato a Dakar, dove ha scoperto il raggiro

"Caro amico, ti chiedo di aiutarmi a sbloccare una somma di denaro di cui non posso entrare in possesso. Mi servono dei soldi per recuperarlo e ho bisogno del tuo aiuto".
Probabilmente iniziava così il testo dell'email ricevuta dall'ultraottuagenario di Treviso, vittima ignara di quella che in gergo è conosciuta come "truffa alla nigeriana".
Si tratta di un raggiro informatico molto diffuso. In questo caso, l'anziano signore si è visto recapitare un'email da una sedicente rifugiata in un campo Onu di Dakar. La presunta profuga gli aveva chiesto somme di denaro, promettendogli una lauta ricompensa. Diceva, infatti, di essere erede di una fortuna in diamanti (oltre 2 milioni di euro) ma di non poterne entrare in possesso proprio a causa della sua permanenza coatta all'interno del centro profughi.
L'uomo le ha inviato denaro per un totale di 40mila euro, ma si è insospettito, dato che la tanto attesa liberazione tardava. Così ha deciso di recarsi di persona a Dakar, accompagnato dal figlio cinquantenne. E lì ha scoperto la triste verità: non esiste alcun campo profughi delle Nazioni Unite. Tornato in Italia ha sporto denuncia dalla polizia postale, a cui questo genere di truffe è noto da tempo.
Le varianti sono infinite, ma lo schema è lo stesso: la stessa email viene inviata a milioni di persone, nella speranza che qualcuno cada nel tranello. Il truffatore si finge una persona in difficoltà che non riesce a recuperare somme di denaro di cui si dichiara erede. Oppure si ricevono email (finte) da parte della banca in cui si richiedono i dati personali per presunte incongruenze al momento della registrazione, per poi dare a propria insaputa ai truffatori l'accesso ai dati sensibili del nostro conto corrente on-line.
Un altro raggiro molto diffuso negli ultimi anni è quello dell'email di un amico che ci scrive di aver bisogno del nostro aiuto dall'estero. Di solito si legge:
"Ho fatto un viaggio a Londra, Uk e mi hanno rubato la mia borsa con il passaporto e gli effetti personali. L'ambasciata mi ha solo rilasciato un passaporto temporaneo ma io devo pagare il biglietto e saldare le fatture alberghiere. Io ho fatto contattare la banca ma ci vorrebbero 5 giorni lavorativi per accedere ai fondi nel conto di Londra".
E poi il testo prosegue con gli estremi per il trasferimento:
"Fammi sapere se hai bisogno dei miei dati (nome completo/località) per fare il bonifico. Puoi raggiungermi via email o telefono. Fammi sapere se puoi essermi d'aiuto". E il testo si conclude con un numero di telefono con il prefisso inglese.
E' un vero e proprio furto di identità (reato di sostituzione di persona) ai fini di truffa. Anche se il testo dell'email è poco personalizzato e scritto in modo formale, cosa che fa insospettire i più, può succedere che una persona, preoccupata per le sorti del conoscente, non si accorga dell'inganno e invii il denaro richiesto.
Questa, così come la "truffa alla nigeriana" di cui è stato vittima il signore trevigiano, sono solo alcune delle varie tipologie di frodi online. Nei primi cinque mesi del 2013, secondo fonti del Viminale, le denunce per truffe informatiche sarebbero aumentate del 15%. Napoli è in testa, con un numero di 500 denunce ogni 100.000 abitanti, seguita da Bologna (388), Milano (377) e Torino (328).
Probabilmente iniziava così il testo dell'email ricevuta dall'ultraottuagenario di Treviso, vittima ignara di quella che in gergo è conosciuta come "truffa alla nigeriana".
Si tratta di un raggiro informatico molto diffuso. In questo caso, l'anziano signore si è visto recapitare un'email da una sedicente rifugiata in un campo Onu di Dakar. La presunta profuga gli aveva chiesto somme di denaro, promettendogli una lauta ricompensa. Diceva, infatti, di essere erede di una fortuna in diamanti (oltre 2 milioni di euro) ma di non poterne entrare in possesso proprio a causa della sua permanenza coatta all'interno del centro profughi.
L'uomo le ha inviato denaro per un totale di 40mila euro, ma si è insospettito, dato che la tanto attesa liberazione tardava. Così ha deciso di recarsi di persona a Dakar, accompagnato dal figlio cinquantenne. E lì ha scoperto la triste verità: non esiste alcun campo profughi delle Nazioni Unite. Tornato in Italia ha sporto denuncia dalla polizia postale, a cui questo genere di truffe è noto da tempo.
Le varianti sono infinite, ma lo schema è lo stesso: la stessa email viene inviata a milioni di persone, nella speranza che qualcuno cada nel tranello. Il truffatore si finge una persona in difficoltà che non riesce a recuperare somme di denaro di cui si dichiara erede. Oppure si ricevono email (finte) da parte della banca in cui si richiedono i dati personali per presunte incongruenze al momento della registrazione, per poi dare a propria insaputa ai truffatori l'accesso ai dati sensibili del nostro conto corrente on-line.
Un altro raggiro molto diffuso negli ultimi anni è quello dell'email di un amico che ci scrive di aver bisogno del nostro aiuto dall'estero. Di solito si legge:
"Ho fatto un viaggio a Londra, Uk e mi hanno rubato la mia borsa con il passaporto e gli effetti personali. L'ambasciata mi ha solo rilasciato un passaporto temporaneo ma io devo pagare il biglietto e saldare le fatture alberghiere. Io ho fatto contattare la banca ma ci vorrebbero 5 giorni lavorativi per accedere ai fondi nel conto di Londra".
E poi il testo prosegue con gli estremi per il trasferimento:
"Fammi sapere se hai bisogno dei miei dati (nome completo/località) per fare il bonifico. Puoi raggiungermi via email o telefono. Fammi sapere se puoi essermi d'aiuto". E il testo si conclude con un numero di telefono con il prefisso inglese.
E' un vero e proprio furto di identità (reato di sostituzione di persona) ai fini di truffa. Anche se il testo dell'email è poco personalizzato e scritto in modo formale, cosa che fa insospettire i più, può succedere che una persona, preoccupata per le sorti del conoscente, non si accorga dell'inganno e invii il denaro richiesto.
Questa, così come la "truffa alla nigeriana" di cui è stato vittima il signore trevigiano, sono solo alcune delle varie tipologie di frodi online. Nei primi cinque mesi del 2013, secondo fonti del Viminale, le denunce per truffe informatiche sarebbero aumentate del 15%. Napoli è in testa, con un numero di 500 denunce ogni 100.000 abitanti, seguita da Bologna (388), Milano (377) e Torino (328).