Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/ContentItem-75725b4f-35e8-4871-9a41-e9df9fc13315.html | rainews/live/ | true
ECONOMIA

Confindustria

Grassi: "Classe dirigente sud faccia quadrato su Pnrr, divario con nord freno a crescita"

"I 209 miliardi del Pnrr non sono per il Covid ma per recuperare il divario Nord-Sud" ha detto il governatore campano De Luca. Il sindaco di Napoli, Manfredi: "Bisogna mettere in condizione le amministrazioni meridionali di poter presentare progetti e soprattutto di poter presentare le opere"

Condividi
"Non possiamo permetterci di sprecare la grande occasione che l'Europa ci ha dato, e non è più tempo di rinviare l'efficace attuazione delle riforme indicate dal premier Draghi anteponendo bandierine di partito. C'è già stato un rallentamento, è durato decenni, ora deve finire". Lo afferma Vito Grassi, vicepresidente per le politiche di coesione territoriale di Confindustria durante il convegno 'Sud e Nord insieme verso l'Europa' organizzato da Confindustria alla Stazione Marittima di Napoli.

"Anche sul green pass, la stragrande maggioranza degli italiani si è riconosciuta nell'obbligo introdotto dal Governo. E ogni giorno tutte le imprese italiane realizzano il più grande esperimento di sicurezza sociosanitaria mai posto in essere nella storia della Repubblica, con milioni di controlli ogni giorno a tutela della salute pubblica". E aggiunge: "Chi aveva creduto di puntare sulla radicalizzazione a fini politici e sociali dei No Vax e dei No Green Pass, ha perso la partita ed è meglio che si ravveda. Alla rinascita italiana serve una vera e propria rigenerazione amministrativa individuando competenze organizzativo-manageriali, digitali e tecnico-produttive di cui attualmente la Pa, soprattutto al Sud, appare deficitaria, e, come emerge dagli ultimi bandi, fa fatica ad attirare. Serve una giustizia certa, una legalità e un controllo reale del territorio, e ci servono ora, se vogliamo veramente riprenderci dalla crisi pandemica e confermare il nostro ruolo di leader in Europa. Occorrono scelte forti".

"La ripartenza dell'Italia si basa sulla ricomposizione delle fratture economiche e sociali che devono acquisire un ruolo di primo piano in tutte le politiche di sviluppo, secondo una prospettiva di effettiva coesione territoriale e socioeconomica - prosegue Grassi -  perché il benessere del Paese e lo sviluppo economico del Mezzogiorno sono interconnessi e procedono insieme verso gli standard europei. Per quanto difficile possa apparire, noi siamo convinti che, tutti insieme, possiamo farcela".

Rivolto ai ministri e ai presidenti di Regione che hanno preso parte ai lavori, Grassi pone una domanda: "qual è il vero disegno per invertire la rotta e la vera cabina di regia per una politica industriale complessiva che faccia tesoro degli errori e dei mancati risultati di decenni alle nostre spalle, con particolare riferimento al Mezzogiorno? Noi abbiamo deciso di coordinare richieste e progettualità della nostra rappresentanza nelle otto regioni del Sud, come esercizio di coesione per proporre un nuovo modello integrato di sviluppo, promuovendo la cooperazione tra tutti i territori interessati a sviluppare l'interconnessione tra i centri urbani più popolati e stimolare così il relativo mercato interno". E prosegue: "Che cosa dobbiamo aspettarci invece dalle istituzioni, per una politica industriale multifattoriale che parta dalle specifiche eccellenze produttive di ogni territorio del Sud? Qual è la sede del confronto e del coordinamento? La cabina di regia nazionale Pnrr aperta alle organizzazioni sociali ancora non costituita?". E conclude: "E' più che mai necessaria una visione d'insieme, perché nei prossimi anni l'Italia potrà contare su ingenti risorse, molte delle quali destinate proprio alla coesione territoriale" e cita il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, i Fondi Strutturali e di Investimenti Europei  e il Fondo Sviluppo e Coesione. 

"Per il Mezzogiorno, se sommiamo il 40% dei fondi Pnrr destinati al Sud per circa 82 miliardi di euro, ai quali aggiungere 54 miliardi dei Fondi SIE, 8,4 miliardi dalle risorse europee per la ripresa come React-Eu, 58 miliardi di risorse della politica di coesione nazionale, e 10,6 miliardi da altri interventi europei e nazionali, nel prossimo decennio arriveranno al Sud oltre 210 miliardi di euro. Perché tale mole di risorse, mai disponibile in precedenza, abbia i migliori effetti, non va gestita e indirizzata come semplice somma di richieste locali, svincolate da comuni priorità. Serve una visione comune di priorità convergenti tra Regioni e governo, e tra tutte le forze produttive e sociali".

De Luca: "Soldi Pnrr non sono per il Covid ma per recuperare divario Nord-Sud"
"I 209 miliardi del Pnrr non sono per il Covid ma per recuperare il divario Nord-Sud. Questo dato non è chiaro a tutti: l'obiettivo deve essere recuperare il divario territoriale di genere, la disoccupazione femminile, aumentare il tasso di crescita nazionale del 5% annuo". Così il governatore campano Vincenzo De Luca intervenendo al convegno.

"Dal punto di vista del riparto delle risorse - ha precisato De Luca - nessuno può dire quale sarà. Queste risorse devono servire a questo. Ma per fare ciò ci vogliono delle precondizioni: primo, una classe dirigente adeguata che da noi non esiste, che abbia una struttura ideale e che sappia spiegare l'interesse a recuperare il divario tra Nord e Sud. Lo dico perché non credo più alla solidarietà tra regioni, c'è uno scontro duro tra loro e vorrei spiegare a quelli del Nord che se ci riduciamo al prodotto padano in Europa ci cancellano".

"L'Italia - ha proseguito De Luca - negli ultimi 20 anni ha perso Pil, ci stiamo mangiando le ricchezze, rischiamo di non lasciare nulla a chi viene dopo di noi. Il tema è come fare per avere in Italia + 5% di tasso di crescita annuo, altrimenti l'Italia é perduta e non avremo più risorse, non solo per ripagare il debito, ma per tenere in piedi grandi servizi di civiltà". 

"Il percorso - è la tesi di De Luca - non è privo di ostacoli. Dobbiamo liberarci dei lussi come quota 100 che manda in pensione a 60 anni non i lavoratori impegnati in lavori usuranti, ma quelli del Pubblico Impiego, come i medici, che poi vanno a fare il doppio lavoro da qualche parte. Un'autentica bestialità propagandistica della Lega Nord. E poi il reddito di cittadinanza: in un paese civile dobbiamo garantire aiuto alla povera gente ma io sono perché non ci sia più aiuto di Stato che non sia legato al lavoro e alla disponibilità a lavorare". Un capitolo a parte per i navigator: "Mi vanto con orgoglio - ricorda il governatore campano - il fatto di rappresentare l'unica regione italiana che non ha fatto contratti coi navigator. Mi proposero di prenderne 480 per fare che? Sapevo che dopo due anni me li sarei trovati sotto le finestre della Regione a fare 'ammuina' e a chiedere la stabilizzazione mentre le regioni di Salvini facevano accordi. Poi ci sono altri lussi: ora abbiamo i no green pass, altro fenomeno italiano, che vanno in giro per l'Italia a fare footing e picnic, dei radical chic, come a Trieste. Senza la creazione di nuova ricchezza - ha concluso De Luca -  l'Italia é destinata al fallimento. O mettiamo in condizione chi vuole investire di affrontare i problemi sul serio, altrimenti anche la Sud Corea ci scavalcherà".

Pnrr, Manfredi: "Rivedere procedure assegnazione"
"Per quanto riguarda le risorse del Pnrr, i primi bandi fatti ci dicono che purtroppo non si sta ancora rispettando la quota che dobbiamo garantire, perché l'Europa ha dato queste risorse all'Italia soprattutto per fini di riequilibrio". Così il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che ha portato il suo saluto al convegno. "Questo significa che bisogna rivedere da un lato le procedure di assegnazione e dall'altro mettere in condizione le amministrazioni meridionali di poter presentare progetti e soprattutto di poter presentare le opere", sottolinea l'ex ministro, che poi a proposito dal Patto per Napoli ribadisce la necessità di "un intervento legislativo che ci aiuti sul debito e ci consenta poi di muovere la leva della spesa corrente".