MONDO
Nagorno Karabakh
Combattimenti fra armeni e azeri, vittime tra i civili
L'esercito azero ha prima bombardato le postazioni delle forze indipendentiste armene, che avevano attaccato durante la notte, e poi ha lanciato una controffensiva

Altissima tensione nel Caucaso fra Armenia e Azerbaigian: si combatte nella regione autonoma del Nagorno Karabakh, dove l'esercito azero ha prima bombardato le postazioni delle forze indipendentiste armene, che avevano attaccato durante la notte, e poi ha lanciato una controffensiva. Gli indipendentisti armeni affermano di aver inflitto "perdite" al nemico e il ministero della difesa armeno da Erevan fa sapere che due elicotteri militari azeri sono stati abbattuti. "Ci sono notizie di morti e feriti tra civili e militari", ha riferito la presidenza azera. Anche le autorità del Karabakh hanno riferito che "ci sono vittime civili" tra la popolazione della regione.
All'alba le forze azere hanno iniziato un'offensiva nella regione autonoma contesa del Nagorno Karabakh per "neutralizzare le forze belliche dell'Armenia e salvaguardare la sicurezza della popolazione civile", secondo quanto comunicato dal governo di Baku.
Il governo di Erevan non ha neanche tentato di nascondere i suoi fini: "Stiamo tutti uniti dietro al nostro stato e il nostro esercito (...) e vinceremo. Lunga vita al glorioso esercito armeno", ha postato su Facebook il premier armeno, Nikol Pashinyan, dopo la notizia dell'abbattimento da parte dei ribelli filo-armeni di due elicotteri azeri.
Si tratta della peggior crisi armeno-azera degli ultimi anni. Le due ex repubbliche sovietiche caucasiche hanno combattuto una sanguinosa guerra per procura negli anni Novanta, che ha lasciato in terra circa 30.000 morti, dopo che i separatisti armeni hanno preso il controllo della regione azera del Nagorno Karabakh nel 1991, poco dopo il crollo dell'Unione sovietica.
Dal 1994 è in vigore un accordo di cessate il fuoco fra i due Paesi, che però non sono mai arrivati a una pace, malgrado la mediazione di Stati Uniti, Francia e Russia attraverso il cosiddetto Gruppo di Minsk.
Armenia dichiara mobilitazione e legge marziale
L'Armenia ha dichiarato la leggemarziale e la mobilitazione generale sull'onda dell'offensiva dell'esercito dell'Azerbaigian nel Nagorno karabakh contro i ribelli separatisti. Poco prima lo stesso era stato fatto nello stesso territorio autonomo. "Il governo ha deciso di dichiarare la legge marziale e la mobilitazione generale", ha scritto su Facebook il premier armeno, Nikol Pashinyan.
Ue, si fermino subito le armi
"Le notizie sulle ostilità dalla zona di conflitto del Nagorno-Karabakh destano grave preoccupazione. L'azione militare deve cessare, con urgenza, per evitare un'ulteriore escalation". E' quanto scrive su Twitter il presidente del Consiglio europeo Charles Michel in merito ai combattimenti tra Armenia e Azerbaigian. "Un ritorno immediato ai negoziati, senza precondizioni, è l'unica via da seguire", aggiunge.
Mosca chiede tregua immediata
La Russia ha fatto appello ad Armenia e Azerbaigian per un "cessate-il-fuoco immediato". "Facciamo appello alle parti perché facciano cessare immediatamente il fuoco e intavolino negoziati per stabilizzare la situazione", si legge in una nota del ministero degli Esteri di Mosca. Nel comunicato si legge che "bombardamenti intensi sono in corso lungo la linea di contatto" fra le due ex repubbliche sovietiche nella regione autonoma del Nagorno Karabakh.
La Turchia condanna 'attacco' armeno
La Turchia"condanna con forza l'attacco armeno contro l'Azerbaigian, che ha provocato vittime civili", definendolo una "chiara violazione delle leggi internazionali", e "ribadisce il suo pieno appoggio" a Baku , lo scrive l'agenzia turca Anadolu su Twitter, citando il ministero degli Esteri di Ankara. L'Anadolu cita anche il presidente azero, Ilham Aliyev, secondo cui "l'Azerbaigian difende la sua terra" perché "il Karabakh gli appartiene", promette di "vendicare il sangue dei martiri" e afferma di aver distrutto "mezzi militari" armeni, senza però nominare i due elicotteri che gli armeni affermano di aver abbattuto.
Farnesina: stop immediato a violenze
"Esprimiamo preoccupazione per le notizie di gravi scontri lungo la linea di contatto fra le forze armate azere ed armene. L'Italia chiede alle parti l'immediata cessazione delle violenze e l'avvio di ogni sforzo, in particolare sotto gli auspici dell'Osce, per prevenire i rischi di ulteriore escalation". È quanto si legge in una nota della Farnesina.
L'appello del Papa, dialogo e non uso armi
Appello al dialogo di Papa Francesco dopo la ripresa dei combattimenti tra Armenia e Azerbigian nel Nagorno-Karabakh. "Cari fratelli e sorelle, sono giunte preoccupanti notizie di scontri nell'area del Caucaso. Prego per la pace del Caucaso e chiedo alle parti in conflitto di compiere gesti concreti di buona volontà e fratellanza che possano portare a risolvere i problemi non con l'uso della forza e delle armi ma per mezzo del dialogo e del negoziato", ha detto il Pontefice al termine dell'Angelus, invitando i presenti a "pregare insieme, in silenzio per la pace nel Caucaso".
All'alba le forze azere hanno iniziato un'offensiva nella regione autonoma contesa del Nagorno Karabakh per "neutralizzare le forze belliche dell'Armenia e salvaguardare la sicurezza della popolazione civile", secondo quanto comunicato dal governo di Baku.
Il governo di Erevan non ha neanche tentato di nascondere i suoi fini: "Stiamo tutti uniti dietro al nostro stato e il nostro esercito (...) e vinceremo. Lunga vita al glorioso esercito armeno", ha postato su Facebook il premier armeno, Nikol Pashinyan, dopo la notizia dell'abbattimento da parte dei ribelli filo-armeni di due elicotteri azeri.
Si tratta della peggior crisi armeno-azera degli ultimi anni. Le due ex repubbliche sovietiche caucasiche hanno combattuto una sanguinosa guerra per procura negli anni Novanta, che ha lasciato in terra circa 30.000 morti, dopo che i separatisti armeni hanno preso il controllo della regione azera del Nagorno Karabakh nel 1991, poco dopo il crollo dell'Unione sovietica.
Dal 1994 è in vigore un accordo di cessate il fuoco fra i due Paesi, che però non sono mai arrivati a una pace, malgrado la mediazione di Stati Uniti, Francia e Russia attraverso il cosiddetto Gruppo di Minsk.
Armenia dichiara mobilitazione e legge marziale
L'Armenia ha dichiarato la leggemarziale e la mobilitazione generale sull'onda dell'offensiva dell'esercito dell'Azerbaigian nel Nagorno karabakh contro i ribelli separatisti. Poco prima lo stesso era stato fatto nello stesso territorio autonomo. "Il governo ha deciso di dichiarare la legge marziale e la mobilitazione generale", ha scritto su Facebook il premier armeno, Nikol Pashinyan.
Ue, si fermino subito le armi
"Le notizie sulle ostilità dalla zona di conflitto del Nagorno-Karabakh destano grave preoccupazione. L'azione militare deve cessare, con urgenza, per evitare un'ulteriore escalation". E' quanto scrive su Twitter il presidente del Consiglio europeo Charles Michel in merito ai combattimenti tra Armenia e Azerbaigian. "Un ritorno immediato ai negoziati, senza precondizioni, è l'unica via da seguire", aggiunge.
Mosca chiede tregua immediata
La Russia ha fatto appello ad Armenia e Azerbaigian per un "cessate-il-fuoco immediato". "Facciamo appello alle parti perché facciano cessare immediatamente il fuoco e intavolino negoziati per stabilizzare la situazione", si legge in una nota del ministero degli Esteri di Mosca. Nel comunicato si legge che "bombardamenti intensi sono in corso lungo la linea di contatto" fra le due ex repubbliche sovietiche nella regione autonoma del Nagorno Karabakh.
La Turchia condanna 'attacco' armeno
La Turchia"condanna con forza l'attacco armeno contro l'Azerbaigian, che ha provocato vittime civili", definendolo una "chiara violazione delle leggi internazionali", e "ribadisce il suo pieno appoggio" a Baku , lo scrive l'agenzia turca Anadolu su Twitter, citando il ministero degli Esteri di Ankara. L'Anadolu cita anche il presidente azero, Ilham Aliyev, secondo cui "l'Azerbaigian difende la sua terra" perché "il Karabakh gli appartiene", promette di "vendicare il sangue dei martiri" e afferma di aver distrutto "mezzi militari" armeni, senza però nominare i due elicotteri che gli armeni affermano di aver abbattuto.
Farnesina: stop immediato a violenze
"Esprimiamo preoccupazione per le notizie di gravi scontri lungo la linea di contatto fra le forze armate azere ed armene. L'Italia chiede alle parti l'immediata cessazione delle violenze e l'avvio di ogni sforzo, in particolare sotto gli auspici dell'Osce, per prevenire i rischi di ulteriore escalation". È quanto si legge in una nota della Farnesina.
L'appello del Papa, dialogo e non uso armi
Appello al dialogo di Papa Francesco dopo la ripresa dei combattimenti tra Armenia e Azerbigian nel Nagorno-Karabakh. "Cari fratelli e sorelle, sono giunte preoccupanti notizie di scontri nell'area del Caucaso. Prego per la pace del Caucaso e chiedo alle parti in conflitto di compiere gesti concreti di buona volontà e fratellanza che possano portare a risolvere i problemi non con l'uso della forza e delle armi ma per mezzo del dialogo e del negoziato", ha detto il Pontefice al termine dell'Angelus, invitando i presenti a "pregare insieme, in silenzio per la pace nel Caucaso".