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MONDO

Tensione in Medio Oriente

Raid israeliani sulla striscia di Gaza dopo il lancio di razzi. E Pence rinvia visita a Gerusalemme

La tensione nell'area e' salita vertiginosamente dopo il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte dell'Amministrazione Trump. Il vicepresidente americano avrebbe dovuto visitare la città tra il 17 e il 19 dicembre

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Il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, ha posticipato la sua visita in Israele, prevista dal 17 al 19 dicembre, nel mezzo della crescente tensione in Medioriente dopo la decisione di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale dello stato di Israele. Lo rivela il quotidiano Haaretz citando fonti vicine alla Knesset, il Parlamento, in cui Pence avrebbe dovuto tenere un discorso lunedì prossimo.

Raid su Gaza, nel mirino Hamas
Raid aerei israeliani nella notte hanno colpito postazioni di Hamas nella Striscia di Gaza, in risposta ai razzi lanciati verso il sud di Israele dall'enclave palestinese, tra cui due intercettati da Iron Dome.
"Le installazioni militari colpite erano usate per l'addestramento e per immagazzinare armi", ha spiegato un portavoce dell'Idf israeliano.

Una fonte della sicurezza palestinese ha riferito che sono stati colpiti piu' di 10 obiettivi, tra cui una postazione navale e e una base militare vicino al campo profughi di Shati, nel nord della Striscia.

La tensione nell'area e' salita vertiginosamente dopo il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte dell'Amministrazione Trump.

Hamas: ogni venerdì sia giornata di rabbia palestinesi
D'ora in avanti tutti i venerdì siano "giornate della rabbia" contro la decisione di Donald Trump che ha riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele. Lo ha chiesto il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, secondo quanto riferiscono i media israeliani. Haniyeh, intervenuto alla manifestazione a Gaza City in occasione dei 30 anni dalla fondazione di Hamas, ha chiesto che le proteste del venerdì vadano avanti fin quando Trump non farà marcia indietro. 

Da Istanbul la posizione musulmana: "Gerusalemme Est capitale della Palestina"
L'Organizzazione della cooperazione islamica (Oic) riconosce 'Gerusalemme Est capitale dello stato di Palestina occupato',invitando tutti i Paesi del mondo a fare altrettanto. La presa di posizione, inserita nella dichiarazione finale del vertice straordinario di Istanbul, era stata sollecitata dal presidente turco Erdogan dopo la decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme capitale d'Israele.

Il vertice ha visto l'invio da parte dell'Arabia Saudita e di alcuni suoi alleati di funzionari di basso livello, suggerendo una certa riluttanza ad adottare una posizione comune forte in risposta agli Stati Uniti.  L'Organizzazione della cooperazione islamica è un'organizzazione internazionale che rappresenta 57 paesi del mondo. Fondata a Rabat in Marocco nel 1969, ha come finalità la salvaguardia degli interessi e lo sviluppo delle popolazioni musulmane nel mondo. 

Il leader palestinese Abu Mazen annuncia che i palestinesi non accetteranno più alcun ruolo di mediazione Usa nel processo di pace. Anche il vertice Ue sidissocerà dalla decisione di Trump.

Guardiano S.Sepolcro, non riceverò Pence
Il guardiano delle Chiavi del Santo Sepolcro a Gerusalemme, Adib Joudeh al-Husseini, non incontrerà il vicepresidente Usa Mike Pence quando arriverà in visita, la prossima settimana, in città. "Non riceverò Pence -ha detto, citato dalla Wafa -  come espressione del mio assoluto rifiuto della decisione del presidente Trump su Gerusalemme".Husseini ha fatto appello anche al Patriarca greco ortodosso Teofilo III e al Custode di Terra Santa Francesco Patton "a boicottare la visita di Pence".   

Coloni entrano in villaggio palestinese 
Un gruppo di circa 40 coloni israeliani mascherati sono entrati nel villaggio palestinese di Burin in Cisgiordania "lanciando pietre alle case". Lo ha fatto sapere un portavoce dell'esercito israeliano, citato dai media secondo cui i soldati, arrivati sul posto, hanno allontanato i coloni dal luogo. L'esercito ha sottolineato che interverrà ogni volta "si ripetano simili eventi".

Sindaco Nazareth cancella celebrazioni natalizie
Il sindaco della città arabo-israeliana di Nazareth, nel nord del paese, Ali Salam, ha deciso di cancellare le celebrazioni programmate per le feste natalizie, ad eccezione di quella per l'illuminazione dell'albero di natale e la tradizionale marcia annuale. Salam - che è musulmano - ha motivato la mossa, secondo l'agenzia ufficiale palestinese Wafa, per protesta "contro l'annuncio di Donald Trump su Gerusalemme".