ITALIA
Polemiche e caccia all'uomo
Continua la caccia, il serial killer svanito nel nulla
L'uomo è evaso due giorni fa dal carcere Marassi di Genova dopo un permesso premio. Il nipote: ha perso la testa dopo il 'no' alla licenza premio per il giorno di Natale. Oggi informativa urgente alla Camera del ministro della Giustizia Cancellieri

Di lui ancora nessuna traccia. Bartolomeo Gagliano, il serial killer evaso due giorni fa dal carcere Marassi di Genova dopo dopo un permesso premio, è ora ricercato in tutta Italia: tutti i siti e i giornali nazionali riportano il suo volto e si interrogano su come ciò possa essere successo. E proprio sulla polemica riferirà oggi in Aula il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri.
Il giudice: permesso rilasciato su basi legittime
Il giudice del tribunale di sorveglianza Daniela Verrina, che ha firmato il permesso premio per Gagliano ha detto che questo è stato "rilasciato su basi legittime, dopo un lungo studio". La madre di Gagliano, dopo avere appreso la notizia dell'evasione, si è chiusa nella sua casa di Savona: 'Non so dove si trovi mio figlio. Non lo vedo da
giorni, lasciatemi in pace, sono anziana e malata'. L'avvocato di Bartolomeo Gagliano lancia intanto un appello al serial killer nel caso in cui decida di tornare sui suoi passi: 'Se vuoi ripensarci, chiamami'.
Inquirenti: la pistola è vera
Secondo gli investiogatori la pistola che Bartolomeo Gagliano ha usato per 'convincere' il panettiere savonese Maurizio Revelli a dargli un passaggio da Savona a Genova probabilmente è vera. Il panettiere è stato sentito questa mattina dal pm Alberto Landolfi come persona informata dei fatti, ha detto che Gagliano gli ha mostrato la pistola per convincerlo a farlo salire in auto. La pistola era una semiautomatica "simile a quella della polizia" che usa una Beretta 9x21 bifilare "ma più piccola", probabilmente una 7,65 acquistata al mercato nero durante uno dei suoi permessi premio. Gli inquirenti si dicono convinti che Gagliano avesse "organizzato la fuga" e che durante il permesso ottenuto per badare alla madre ultranovantenne si sia procurato l'arma e abbia preparato quelle tre grandi borse che ha preso dall'androne della casa della madre" dove "si è fatto portare dal panettiere prima di arrivare a Genova".
Il nipote: ha perso la testa dopo il 'no' al permesso di Natale
"Con mio zio ho trascorso due anni insieme, dal giugno 2011 al settembre 2013. Eravamo nella stessa cella a Marassi. Lui per le sue cose, io per le mie. Una cosa la voglio proprio dire: non è come lo dipingono i giornali. Non era più il tipo di trent'anni fa. Aveva messo la testa a posto e aveva sistemato anche la mia. Mi aveva fatto capire proprio in quel periodo che dovevo fare il bravo", racconta ancora Andrea Gagliano, nipote di Bartolomeo. "Lunedì sera ci siamo salutati alle 22. Ci siamo baciati e abbracciati. Era tranquillo. Forse ha perso la testa perché aveva ricevuto una risposta negativa dal Cim che avrebbe dovuto avvallare la licenza premio di Natale, sarebbe stata la quarta. Allo zio è stato detto che il medico era in ferie e quindi non poteva firmare l'autorizzazione. Quella potrebbe essere la ragione del suo gesto. Ora siamo preoccupati per lui perché non sappiamo davvero dove possa essere andato".
Il giudice: permesso rilasciato su basi legittime
Il giudice del tribunale di sorveglianza Daniela Verrina, che ha firmato il permesso premio per Gagliano ha detto che questo è stato "rilasciato su basi legittime, dopo un lungo studio". La madre di Gagliano, dopo avere appreso la notizia dell'evasione, si è chiusa nella sua casa di Savona: 'Non so dove si trovi mio figlio. Non lo vedo da
giorni, lasciatemi in pace, sono anziana e malata'. L'avvocato di Bartolomeo Gagliano lancia intanto un appello al serial killer nel caso in cui decida di tornare sui suoi passi: 'Se vuoi ripensarci, chiamami'.
Inquirenti: la pistola è vera
Secondo gli investiogatori la pistola che Bartolomeo Gagliano ha usato per 'convincere' il panettiere savonese Maurizio Revelli a dargli un passaggio da Savona a Genova probabilmente è vera. Il panettiere è stato sentito questa mattina dal pm Alberto Landolfi come persona informata dei fatti, ha detto che Gagliano gli ha mostrato la pistola per convincerlo a farlo salire in auto. La pistola era una semiautomatica "simile a quella della polizia" che usa una Beretta 9x21 bifilare "ma più piccola", probabilmente una 7,65 acquistata al mercato nero durante uno dei suoi permessi premio. Gli inquirenti si dicono convinti che Gagliano avesse "organizzato la fuga" e che durante il permesso ottenuto per badare alla madre ultranovantenne si sia procurato l'arma e abbia preparato quelle tre grandi borse che ha preso dall'androne della casa della madre" dove "si è fatto portare dal panettiere prima di arrivare a Genova".
Il nipote: ha perso la testa dopo il 'no' al permesso di Natale
"Con mio zio ho trascorso due anni insieme, dal giugno 2011 al settembre 2013. Eravamo nella stessa cella a Marassi. Lui per le sue cose, io per le mie. Una cosa la voglio proprio dire: non è come lo dipingono i giornali. Non era più il tipo di trent'anni fa. Aveva messo la testa a posto e aveva sistemato anche la mia. Mi aveva fatto capire proprio in quel periodo che dovevo fare il bravo", racconta ancora Andrea Gagliano, nipote di Bartolomeo. "Lunedì sera ci siamo salutati alle 22. Ci siamo baciati e abbracciati. Era tranquillo. Forse ha perso la testa perché aveva ricevuto una risposta negativa dal Cim che avrebbe dovuto avvallare la licenza premio di Natale, sarebbe stata la quarta. Allo zio è stato detto che il medico era in ferie e quindi non poteva firmare l'autorizzazione. Quella potrebbe essere la ragione del suo gesto. Ora siamo preoccupati per lui perché non sappiamo davvero dove possa essere andato".