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ITALIA

Dopo la decisione del questore di Rimini

Il manager del Cocoricò: "Chiudere vuol dire farci fallire. Noi avevamo proposto Daspo e tampone"

Secondo il direttore artistico e azionista della discoteca "Cocoricò" di Riccione, Fabrizio De Meis "chiudere la discoteca non serve a risolvere il problema dello sballo dei giovani"

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Roma
"Più che una chiusura temporanea, si tratta di una chiusura definitiva dell'azienda, perchè una chiusura di 120 giorni, se non sarà rivista dal Tar, è un provvedimento che porta al fallimento". Lo ha detto il direttore artistico e azionista della discoteca "Cocoricò" di Riccione, Fabrizio De Meis, in una conferenza stampa a Roma indetta dopo la decisione della Questura di Rimini di chiudere il locale per 120 giorni in seguito alla morte, il 19 luglio, del 16enne Lamberto Lucaccioni per una overdose di ecstasy.

"Non credo che un provvedimento di chiusura del Cocoricò di 4 mesi possa risolvere il problema dello sballo tra i giovani - ha continuato De Meis - chiudendo il Cocoricò non si risolve il problema dello sballo con droghe e alcol, altrimenti sarei il primo a voler chiudere". De Meis ha ricordato che di aver già proposto altre soluzioni per tentare di arginare questo problema, "come il Daspo per chi compie reati in discoteca e l'esame del tampone per tutti i clienti che vogliono entrare nei locali, per verificare se hanno assunto stupefacenti e quindi vietare l'ingresso a chi è risultato positivo".