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MONDO

Mosca rivuole le repubbliche baltiche

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Il partito di Putin, per un cavillo giuridico, minaccia di disconoscere l’indipendenza degli stati baltici. I deputati della Duma delle liste del partito del presidente Vladimir Putin, “Russia Unita”, Evghenij Fedorov e Anton Romanov, hanno inviato una lettera ufficiale al Procuratore Generale russo, Yurij Chajka, chiedendogli di valutare la legittimità dell’istituzione del Consiglio di Stato dell’URSS nel 1991.

E’ stato proprio quest’organo ad adottare la decisione di riconoscere l’indipendenza dei tre stati baltici: Estonia, Lettonia e Lituania.

Secondo i deputati, questa e altre decisioni del Consiglio di Stato dell’URSS, “hanno causato un danno enorme alla sovranità della Russia, alla sua integrità territoriale e alla difesa, avviando il meccanismo della disgregazione dello stato unitario”.

I deputati fanno presente che il Consiglio di Stato (organo non previsto dalla Costituzione dell’URSS all’epoca in vigore) è stato istituito senza apportare alcuna modifica alla Costituzione in conformità con le procedure previste e per questo era un organismo illegittimo. Le sue decisioni però avevano carattere obbligatorio.

Durante la prima riunione del Consiglio di Stato il 6 settembre del 1991 è stato approvato il decreto che sanciva il riconoscimento dell’indipendenza dei tre paesi: Estonia, Lettonia e Lituania.

I deputati russi definiscono questa decisione “criminale”, qualificandola come “un crimine di gravità particolare commesso ai danni dello stato”. Ora chiedono alla Procura Generale russa di esprimere un parere legale circa la normativa del 1991 che disciplinava all’epoca lo statuto e l’operato del Consiglio di Stato, ma anche del Soviet Supremo (il Parlamento di allora) e del presidente dell’URSS.