MONDO
Sale a 4 il numero delle vittime
Venezuela: ancora violenze, uccisa una donna
Nuovi scontri tra filo-governativi e manifestanti. Il leader dell'opposizione Lopez compare di fronte a una corte civile per rispondere delle accuse che gli sono state mosse

Continuano le proteste in Venezuela e si contano nuove vittime. Genesis Carmona, studentessa e miss Turismo dello Stato di Carabobo, è morta all'ospedale di Valencia dove era stata ricoverata ieri in gravi condizioni dopo essere stata raggiunta da una pallottola alla testa durante una manifestazione di protesta dell'opposizione.
Altre due persone sarebbero state raggiunte da colpi di arma da fuoco sparati da alcuni motociclisti armati, non identificati. Lo riporta il sindaco di uno dei distretti della città, Enzo Scrano. E proprio oggi il leader dell'opposizione Leopoldo Lopez, che si è consegnato martedì alla giustizia, compare di fronte a una corte civile per rispondere delle accuse che gli sono state mosse: includono omicidio e incitamento alla violenza nel corso delle proteste violente della scorsa settimana, in cui sono morte tre persone.
Lopez, latitante e ricercato da quando è stato accusato di essere la mente delle proteste, si è costituito alla giustizia, dopo averlo annunciato su Youtube. L'obiettivo, dichiarava nel video, era chiedere un'inchiesta sulle violenze in cui sono morte tre persone e centinaia sono rimaste ferite. Lopez e i suoi sostenitori accusano i cosiddetti colectivos, i paramililitari, di essere i responsabili. Il leader di opposizione è stato portato in una prigione militare fuori da Caracas, scortato dal presidente dell'Assemblea nazionale, Diosdado Cabello.
Maduro: "Noi salviamo Lopez da estrema destra di Miami e Venezuela"
"Noi salviamo la vita di suo figlio" avrebbe detto Maduro in un discorso rivolgendosi al padre di Lopez. Secondo il presidente, infatti, il leader si sarebbe costituito per proteggersi dopo essere stato avvisato dal presidente del Parlamento, su rischi relativi alla sua incolumità. Maduro sostiene, infatti, che si sarebbe scoperto che l'estrema destra di Miami e del Venezuela avrebbe "mobilitato gruppi armati per uccidere Leopoldo Lopez e scatenare una guerra civile in Venezuela". Il presidente ha poi rimarcato che Lopez deve comunque rispondere davanti alla legge dei suoi appelli alla sedizione e a disconoscere la Costituzione.
Le ragioni della protesta
Le proteste sono scoppiate la settimana scorsa a Caracas, dove centinaia di studenti sono scesi in piazza per protestare contro l'alto tasso di criminalita, l'inflazione al 56% e la carenza di beni di prima necessità, in un paese ricco di petrolio. Maduro, il delfino dell'ex presidente Chavez, sta affrontando la più profonda crisi sociale da quando è stato eletto, nell'aprile del 2013.
La parte più radicale dell'opposizione, guidata proprio da Lopez, ha appoggiato i manifestanti, incoraggiando anche un'occupazione continuativa delle piazze fino alla caduta del governo, al motti la "La Salida" (in italiano "Fuori" ad indicare l'uscita di scena).
Altre due persone sarebbero state raggiunte da colpi di arma da fuoco sparati da alcuni motociclisti armati, non identificati. Lo riporta il sindaco di uno dei distretti della città, Enzo Scrano. E proprio oggi il leader dell'opposizione Leopoldo Lopez, che si è consegnato martedì alla giustizia, compare di fronte a una corte civile per rispondere delle accuse che gli sono state mosse: includono omicidio e incitamento alla violenza nel corso delle proteste violente della scorsa settimana, in cui sono morte tre persone.
Lopez, latitante e ricercato da quando è stato accusato di essere la mente delle proteste, si è costituito alla giustizia, dopo averlo annunciato su Youtube. L'obiettivo, dichiarava nel video, era chiedere un'inchiesta sulle violenze in cui sono morte tre persone e centinaia sono rimaste ferite. Lopez e i suoi sostenitori accusano i cosiddetti colectivos, i paramililitari, di essere i responsabili. Il leader di opposizione è stato portato in una prigione militare fuori da Caracas, scortato dal presidente dell'Assemblea nazionale, Diosdado Cabello.
Maduro: "Noi salviamo Lopez da estrema destra di Miami e Venezuela"
"Noi salviamo la vita di suo figlio" avrebbe detto Maduro in un discorso rivolgendosi al padre di Lopez. Secondo il presidente, infatti, il leader si sarebbe costituito per proteggersi dopo essere stato avvisato dal presidente del Parlamento, su rischi relativi alla sua incolumità. Maduro sostiene, infatti, che si sarebbe scoperto che l'estrema destra di Miami e del Venezuela avrebbe "mobilitato gruppi armati per uccidere Leopoldo Lopez e scatenare una guerra civile in Venezuela". Il presidente ha poi rimarcato che Lopez deve comunque rispondere davanti alla legge dei suoi appelli alla sedizione e a disconoscere la Costituzione.
Le ragioni della protesta
Le proteste sono scoppiate la settimana scorsa a Caracas, dove centinaia di studenti sono scesi in piazza per protestare contro l'alto tasso di criminalita, l'inflazione al 56% e la carenza di beni di prima necessità, in un paese ricco di petrolio. Maduro, il delfino dell'ex presidente Chavez, sta affrontando la più profonda crisi sociale da quando è stato eletto, nell'aprile del 2013.
La parte più radicale dell'opposizione, guidata proprio da Lopez, ha appoggiato i manifestanti, incoraggiando anche un'occupazione continuativa delle piazze fino alla caduta del governo, al motti la "La Salida" (in italiano "Fuori" ad indicare l'uscita di scena).