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POLITICA

Indagata per falso

Virginia Raggi chiede il giudizio immediato sul caso nomine: "Certa della mia innocenza"

"Ho piena fiducia nella giustizia - scrive su Facebook la sindaca capitolina - e credo fermamente che la trasparenza sia uno dei valori più importanti della nostra amministrazione". In questo modo Virginia Raggi evita l'udienza preliminare del 9 gennaio in cui avrebbe potuto essere rinviata a giudizio

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Con una mossa a sorpresa, questa mattina i difensori di Virginia Raggi, che rischia il processo per una ipotesi di falso documentale, hanno depositato in cancelleria la richiesta di giudizio immediato: passo, questo, che eviterà alla sindaca di passare per l'udienza preliminare (fissata al 9 gennaio), in relazione al caso legato alla nomina (poi bloccata e revocata) di Renato Marra da dirigente della Polizia Municipale a capo del Dipartimento turismo. 

"Ciao a tutti - si legge sulla sua pagina Facebook- volevo informarvi che ho chiesto al Tribunale di Roma il giudizio immediato nel procedimento aperto nei miei confronti dalla Procura capitolina". 

 Virginia Raggi, indagata per la promozione di Renato Marra, fratello dell'allora suo braccio destro Raffaele, a capo del Dipartimento turismo del Campidoglio, gioca dunque d'anticipo e non si presenterà all'udienza del 9 gennaio. In quella data potrebbe essere già fissato l'inizio del processo, che comunque slitterebbe a dopo la tornata elettorale delle politiche consentendo a M5S di fare campagna elettorale senza avere una loro esponente eccellente sotto i riflettori. 

Sempre il 9 gennaio il gip dovrà decidere se mandare a processo Renato Marra accusato di abuso d'ufficio nell'ambito dello stesso procedimento: i destini processuali di Marra e Raggi  quindi dovrebbero dividersi alla luce del fatto che, in caso di rinvio a giudizio dell'ex braccio destro della sindaca, il processo per Marra si celebrerà davanti al giudice collegiale. 

L'inchiesta sulle nomine in Campidoglio è una pesante spada di Damocle sulla giunta Raggi. Il 28 settembre scorso il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Francesco Dall'Olio hanno chiesto il rinvio a giudizio della sindaca per falso ideologico: in sostanza Raggi in una memoria all'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) aveva sostenuto che Raffaele Marra - all'epoca capo del personale del Comune di Roma - non aveva svolto alcun ruolo attivo nella nomina del fratello Renato, dirigente della Polizia municipale, alla guida della Direzione Turismo. Secondo i pm non era andata così e da lì l'accusa di falso. La procura ha invece chiesto per Raggi l'archiviazione per l'accusa di abuso d'ufficio per la nomina a capo della segreteria di Salvatore Romeo, funzionario del Campidoglio e attivista M5S.

La tempesta giudiziaria che ha travolto il Campidoglio ha indotto M5S, che ha sempre sostenuto la sindaca, ad allentare un po' le proprie regole interne su indagati e condannati. Inoltre la richiesta di giudizio immediato, accelerando i tempi di fissazione del dibattimento, potrebbe far arrivare la sentenza durante la consiliatura. 

La scelta del giudizio immediato, oltre a sottolineare una linea difensiva certa delle prove a favore dell'innocenza della sindaca, regala respiro al Movimento che nel Lazio è impegnato nella doppia tenzone delle politiche e delle regionali, allontanando dal clamore mediatico la sindaca e le possibili ripercussioni d'immagine sul candidato premier Luigi Di Maio e sulla candidata alla presidenza della Regione Lazio Roberta Lombardi.