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POLITICA

Il senato vota "no" alla decadenza

Il Senato salva Minzolini: decisivi i voti del Pd. E si riapre il caso Berlusconi

42 esponenti della maggioranza hanno votato con Forza Italia. Di Maio accusa: poi non lamentatevi delle violenze. Ghedini: ora di sicuro Strasburgo riabiliterà Berlusconi

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La legge Severino, approvata nel 2012 dal governo Monti per assicurare "liste pulite" e istituzioni senza condannati, rovina drammaticamente nella sua seconda prova parlamentare. Funzionò nel 2013, quando Silvio Berlusconi decadde dal mandato di senatore dopo la condanna in via definitiva per frode fiscale nel processo Mediaset. Allora, gli sforzi di Fi per evitarlo furono tutti bocciati. Ieri, invece, la storia è stata un'altra.

Augusto Minzolini, l'ex direttore del Tg1 condannato con sentenza passata in giudicato per peculato perché ha speso con le carte di credito della Rai 65 mila euro in un anno e mezzo, è stato salvato dal Senato. E con voto bipartisan: 19 senatori Dem e 23 di Ap hanno votato con con Forza Italia, Lega, Ala, Cor, Idea e Gal. Hanno fatto passare l'ordine del giorno, che ha respinto la decisione della Giunta per le Immunità di considerarlo decaduto dal mandato di parlamentare.

In Forza Italia la decisione dell'Aula viene vissuta come una sorta di "rivincita". L'ex presidente del Consiglio ha portato avanti una battaglia con i suoi legali alla Corte dei diritti dell'Uomo di Strasburgo. Il precedente di ieri- e lo sottolineano con forza anche i pentastellati Di Battista e Di Maio - in qualche modo, questo l'auspicio dei forzisti, può riaprire quella partita. "E' chiaro - spiegano da FI - che ci riproveremo, non è possibile che la legge Severino valga solo per Berlusconi". La sentenza è prevista per l'estate e Niccolò Ghedini, avvocato del cavaliere e deputato di FI, Strasburgo lo riabiliterà "di sicuro".

Ghedini, ora di sicuro Strasburgo riabiliterà Berlusconi
Per Ghedini il voto del Senato che ha bocciato la decadenza di Augusto Minzolini apre la strada al ritorno dell'ex premier in Parlamento su indicazione della Corte europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo. "Perché", come ha spiegato in un'intervista al Corriere della Sera, "come è accaduto esattamente per Berlusconi, anche nel caso di Minzolini si sarebbe trattato di applicare una legge più sfavorevole in modo retroattivo e in violazione dei principi tutelati dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, dalla Costituzione e dalle norme penali". "Se eravamo già confidenti in una soluzione positiva", ha aggiunto a proposito del pronunciamento di Strasburgo, "ora lo siamo ancora di più".

Di Maio: "Ieri hanno costituito un precedente pericolosissimo"
"Renzi ha perso definitivamente la faccia, non potrà piu' parlare di legalità e giustizia" commenta oggi Luigi Di Maio, intervenendo ad Agorà. "E' un caso che l'altro ieri hanno salvato il renziano Lotti e ieri il berlusconiano Minzolini? Bisognerebbe andare alle urne e non votarli mai piu', ieri si e' fondato il partito degli amici degli amici", ha aggiunto. Già ieri Di Maio aveva tuonato contro l'esito della votazione, nel corso della conferenza stampa convocata dai 5S, strappando platealmente il testo della legge Severino davanti ai cronisti. "Poi non si lamentino - ha aggiunto - quando i cittadini manifestano in maniera violenta fuori al Parlamento se dentro si fanno atti eversivi di questo genere". Il richiamo è ai taxisti e ai balneari che avevano manifestato contro la Bolkestein. Minzolini, che in Aula aveva dichiarato "di essere pronto a bere la cicuta", ha annunciato comunque una sua lettera di dimissioni "ben sapendo - hanno chiosato i 5 stelle - che tanto non verranno mai accettate e che anche lui godrà la sua bella pensioncina". Ma il salvataggio del senatore è anche l'occasione per l' ennesimo scontro tra Dem e Mdp. Questi ultimi hanno dichiarato di "essere contenti di non stare più nel Pd", visto il voto di ieri, e hanno ammesso che la legge Severino è stata di fatto "stracciata".

I numeri che hanno salvato Minzolini: decisivi Pd e Ap
In totale, i "sì" all'odg sono stati 137, i "no" 94, gli astenuti 20. Ma nel mirino - nonché in una lista pubblicata sul blog di Beppe Grillo - sono finiti i 19 Dem che hanno detto sì a Forza Italia. Dei senatori Dem che hanno 'salvato' Minzolini ben pochi, in realtà, sono renziani. La lista è variegata e include, per esempio, ex civici, franceschiniani, perfino ex storici militanti del Pci. Ecco i nomi: Capacchione, De Biasi, la vicepresidente del Senato Di Giorgi Fasiolo, Fattorini, Favero, Fiossore, Giannini, Ichino, Manconi, Maran, Margiotta,Moscardelli, Mucchetti, Scalia, Sposetti, Susta, Tonini, Tronti. Nomi ai quali, sempre per la maggioranza, vanno aggiunti i 23 "sì" arrivati da Ap e i 7 voti a favore giunti dal Gruppo Autonomie. Allargando il campo, all'odg azzurro hanno detto sì anche verdiniani, Lega e Cor.

Compatti a favore della decadenza, invece, oltre ai senatori M5S anche gli scissionisti del gruppo Mdp (solo 4 le assenze). Ma sono i voti della maggioranza a esser stati decisivi anche perché, al Senato, l'astensione vale come voto contrario. Così come decisivi sembrano esser stati anche i 24 senatori Dem assenti, di cui solo 7 'giustificati'. Assenti che il blog di Grillo mette sul banco degli imputati pubblicando - al pari dei 19 sì - nomi e cognomi dei parlamentari Pd. Con un titolo che non lascia spazio a dubbi: "La lista dei senatori Pd che hanno salvato Minzolini e cancellato la Severino".