Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/ContentItem-a2970650-94db-4207-8f77-8483ad73a9a6.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Ricerca Gfk-Eurisko conferma scenario sul futuro delle news

I lettori di domani: sempre meno tv, sempre più Internet

Giovani che riconoscono l'autorevolezza dei giornali tradizionali, ma sempre più decidono di cercare le news sui social network e su Internet. Lo scenario possibile per il futuro del giornalismo tiene in considerazione anche questi dati. E intanto l'Autorità per le comunicazioni ha condotto uno studio sui cambiamenti in corso

Condividi
di Celia Guimaraes
I giovani non sarebbero indifferenti al mondo dell'informazione, al quale riconoscono autorevolezza e rilevanza ma, rispetto al passato recente, il loro accesso alle notizie è totalmente cambiato, a cominciare dal declino della televisione, in larga parte sostituita da Internet.

Lo sottolinea uno studio di Gfk-Eurisko, presentato durante il convegno dell’Osservatorio Giovani-Editori a Bagnaia, in provincia di Siena. I social network sono la novità principale, secondo i risultati della ricerca resi noti in occasione della conferenza "Crescere tra le righe". Il 91% dei giovani usa i social network almeno una volta alla settimana anche per cercare informazioni (l’87% più volte a settimana).

Notizie dai social
Apprendere cosa accade nel mondo direttamente dai social supera qualsiasi altro mezzo: il 65% del campione vi ricorre tutti i giorni e spesso per consultazione a scopo informativo (5.5 giorni su 7). La quota di studenti che dichiara di aver un profilo sui social network è del 95%. Facebook è all'89%, YouTube all'86%, Instagram al 59%, Messenger al 52%, Google+ al 50%, Skype al 24% e Twitter al 19%.

Il giovane è mobile 
I siti Internet in generale sono usati dal 94% dei ragazzi per informarsi, un dato in crescita per consuetudine e frequenza con +21 punti percentuali nell’ultimo anno scolastico. Il 92% degli studenti si collega a Internet tutti i giorni, l'84% lo fa più volte al giorno (due anni fa il 64%). Sul totale del tempo di collegamento, il 67% dei ragazzi lo fa da dispositivi mobili. La disponibilità di smartphone ha raggiunto la piena saturazione, con il il 100% dei giovani intervistati ne possiede uno e i due terzi ha anche l’accesso ad un tablet.

Bye bye tv 
La televisione ed i telegiornali sono ancora presenti ma in calo progressivo: gli studenti che guardano i tg tutti i giorni sono passati dal 54% di due anni fa al 40% di adesso. In discesa anche i programmi di approfondimento.  La ricerca evidenzia anche la discesa della tv tra ragazzi dai 14 ai 18 anni: solo il 17% la guarda per più di tre ore (nel 2006 era il 31%). 

La ricerca dell'Agcom
Anche l’Autorità garante per le comunicazioni ha condotto un’analisi approfondita del sistema informativo italiano, su ogni componente del sistema nazionale, per valutare la direzione e la velocità del cambiamento, in funzione dello scenario tecnologico e di mercato, le nuove forme di consumo, i modelli di business, le modalità di generazione, composizione e offerta del prodotto informativo e la natura della professione. La ‘fotografia’ dell’Agcom è stata scattata grazie all’Osservatorio sul giornalismo: per  la prima volta in Italia è stata condotta una rilevazione su un ampio campione di professionisti.

Tutto va ridefinito
“Le sfide aperte dalla diffusione dell’informazione online non sembrano sempre combinarsi con le caratteristiche del giornalismo tradizionale. La ridefinizione di tutti i principali aspetti dell’attività giornalistica si è accompagnata ad una più generale modifica dell’organizzazione delle redazioni, che ha investito gli editori italiani, nazionali e locali”, rileva intanto l’Agcom nel suo rapporto.

Il progresso delle tecnologie digitali ha prodotto profondi cambiamenti nelle modalità di offerta delle notizie. In particolare, il rapporto del giornalista con il pubblico (lettore) è diventato sempre più stretto, così come la tendenza alla specializzazione sembra caratterizzare una parte rilevante dell’informazione.

Il brand del giornalista
Il giornalista può diventare lui stesso, tramite le proprie pagine nei social media, un “marchio informativo”, che si aggiunge o si sostituisce al suo brand editoriale, un mutamento evidenziato dai giornalisti (41%), con un aumento il numero di ore lavorate (54%) e la diminuzione del tempo per approfondimenti (47%).

La domanda che guida
Il motore del cambiamento non è più l’offerta di informazione, ma la domanda. In Italia il 73% dei cittadini è 'molto interessato', in modo trasversale per età e genere,.  E grazie alla condivisione delle notizie in Rete, il cittadino diventa potenziale amplificatore delle news prodotte da giornalisti ed editori (ben il 35% degli utenti italiani di Internet condivide le notizie tramite un social network).

Sfida agli editori
Inoltre, la fruizione e la condivisione delle informazioni tramite social network sono una sfida agli editori, in particolare quelli tradizionali, perché le piattaforme di condivisione sociale generano traffico verso le pagine web degli editori, ma così si rischia di far diminuire la conoscenza del marchio editoriale, riducendo la forza commerciale del marchio.

Cosa e come cambiare
Nelle conclusioni ci sono diverse proposte. Tra queste, vista l’evoluzione del sistema dei media negli ultimi cinquant’anni, secondo l’Authority per le comunicazioni occorre ridisegnare l’intervento pubblico a sostegno del sistema informativo, sia nazionale che locale, per andare verso sistemi di finanziamento misti privati/pubblici anche innovativi come il crowdfunding e gli incentivi ad investire. Servono poi nuove regole, che tengano conto anche delle specificità del web e del ruolo degli operatori di servizi come le piattaforme di aggregazione, ricerca e condivisione sociale.