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ECONOMIA

La nota

Istat: rivede al rialzo il Pil 2017 a +1,6%. Aumentano i consumi delle famiglie

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Nel 2017 il tasso di crescita del Pil in volume è pari all'1,6%, con una revisione al rialzo di 0,1 punti percentuali rispetto alla stima di aprile. Lo rileva l'Istat diffondendo la nota sui Conti economici nazionali.     

Nel 2017 il Pil ai prezzi di mercato risulta pari a 1.724.954 milioni di euro correnti, con una revisione al rialzo di 8.019 milioni rispetto alla stima precedente. Per il 2016 il livello del Pil risulta rivisto verso l'alto di 8.800 milioni di euro.     

Sulla base dei nuovi dati, il Pil in volume è cresciuto nel 2016 dell'1,1%, con una revisione al rialzo di 0,2 punti percentuali rispetto alla stima di aprile (+0,9%); il tasso di crescita del 2015 èstato rivisto allo 0,9% (dall'1% della stima precedente). 

L'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è risultato pari al 2,4% pari nel 2017 contro il 2,5% del 2016. Lo comunica l'Istat sottolineando che il dato segna un lieve peggioramento rispetto alla stima del 2,3% pubblicata ad aprile. Il saldo primario, vale a dire l'indebitamento netto meno la spesa per interessi, è pari all'1,4% del Pil.

Nel 2017 la spesa per consumi finali delle famiglie residenti è aumentata, in volume, dell'1,5%. Lo comunica l'Istat, sottolineando che, nell'ambito dei consumi finali interni, la componente dei servizi è cresciuta dell'1,8% e quella dei beni dell'1,4%. Gli incrementi maggiori hanno riguardato la spesa per comunicazioni (+5,2%), alberghi e ristoranti (+3,6%), servizi sanitari (+3,5%) e istruzione (+3,2%). L'unica flessione si è registrata nella spesa per bevande alcoliche, tabacchi e narcotici (-0,9%). 

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici ha segnato nel 2017 una crescita dell'1,6% in valore nominale e dello 0,5% in termini di potere d'acquisto (ovvero il reddito disponibile in termini reali). Lo rileva l'Istat diffondendo la nota sui Conti economici nazionali.     

La spesa per consumi finali è cresciuta del 2,6% in valore nominale, determinando una riduzione di 0,9 punti percentuali della propensione al risparmio (definita dal rapporto tra il risparmio lordo delle famiglie e il loro reddito disponibile) che è scesa al 7,7%. L'attività di investimento in abitazioni ha segnato un aumento del 2,9%.