Dopo il Referendum
Catalogna, il Parlament sfida lo stop di Madrid: plenaria sull'indipendenza
Puigdemont tira dritto, nonostante il veto della Corte Costituzionale e la fuga di banche e aziende, con il governo spagnolo che adotta un decreto per agevolare l'uscita dalla regione. Intanto, il procuratore spagnolo in Catalogna chiede "scusa per le violenze della polizia" ai seggi

Il Parlamento catalano si riunirà per valutare l'approvazione della dichiarazione di indipendenza, sfidando lo stop di Madrid. Lo hanno annunciato funzionari della Catalogna. La Conferenza dei capigruppo si riunirà oggi alle 15:30 per decidere la convocazione. Secondo fonti parlamentari, citate da El Pais, sarà spostata a martedì, invece che a lunedì, come era inizialmente stabilito prima che la Corte Costituzionale sospendesse la seduta in cui era prevista la dichiarazione di indipendenza unilaterale.
Il rinvio a martedì, scrive sempre El Pais, serve al governo catalano per prendere tempo e negoziare una soluzione non traumatica con Madrid.
Carles Puigdemont tira dritto, dunque, sordo a qualunque monito. E nonostante banche e grandi imprese industriali e dei servizi siano pronte a trasferire la loro sede dalla Catalogna ad altre regioni della Spagna per evitare le conseguenze di una eventuale secessione.
Banco Sabadell, tra le principali banche catalane, ha annunciato il trasferimento della sede ad Alicante, nella regione autonoma della Valencia. Caixa, il principale istituto bancario catalano, sta valutando di fare altrettanto. Medesima intenzione, secondo quanto scrive El Mundo, avrebbero due importanti imprese come Abertis (multinazionale del settore infrastrutture di trasporto e tlc) e Gas Natural Fenosa (energia e servizi). Mentre altri importanti gruppi, molti stranieri, attendono l'esito della plenaria di lunedì. Una dichiarazione di indipendenza della Catalogna significherebbe l'uscita dall'Ue, come ha ribadito ieri Pierre Moscovici.
Si stringe il cerchio attorno a Puigdemont
La battaglia politica tra Madrid e Barcellona diventa così anche una battaglia economica. Il governo spagnolo adotterà oggi un decreto per agevolare l'uscita dalla Catalogna di imprese che temono una dichiarazione di indipendenza. Il decreto permetterà alle imprese di spostare la sede sociale in un'altra regione senza sottoporre la decisione al voto degli azionisti. Il commissario Ue all'Economia, Pierre Moscovici, ha avvertito che "una Catalogna indipendente non sarebbe membro dell'Unione europea, perché l'Unione europea conosce un solo Stato membro: la Spagna". Aggiungendo che lo strappo tra Barcellona e Madrid "è una vicenda dolorosa che va trattata dagli spagnoli. Risolverla non spetta né a Parigi né a Bruxelles né ad altri".
L'agenzia Fitch, intanto, ha annunciato di essere pronta a tagliare il rating catalano, affermando che le tensioni tra Catalogna e governo centrale "potrebbero peggiorare nel breve periodo" e portare a eventi "imprevedibili" come possibili impatti sui "fondi di liquidità" cui la Catalogna fa ricorso per finanziarsi.
Il prefetto chiede scusa per la violenza della polizia
Il prefetto spagnolo in Catalogna Enric Millo ha "chiesto scusa" alla popolazione per le violente cariche della polizia domenica contro i seggi del referendum. "Ho visto le immagini e so che ci sono persone che hanno ricevuto percosse, spinte, e che c'è ancora una persona in ospedale, posso solo chiedere scusa a nome degli agenti che sono intervenuti" ha detto alla tv pubblica Tv3.