POLITICA
Festa de l'Unità
Referendum, confronto a Bologna fra Renzi e Smuraglia
Referendum: in 4mila a Bologna per assistere al confronto tra il segretario Pd Matteo Renzi e Carlo Smuraglia presidente dell'Anpi, l'associazione nazionale partigiani d'Italia

Moderato da Gad Lerner il confronto alla festa de l'Unità di Bologna tra Renzi e Smuraglia è stato seguito da 4mila persone circa. Per il segretario del Partito democratico il confronto con l'Anpi elimina le falsità sulla riforma; Renzi, rivolto al presidente Anpi, sostiene che dire che con il referendum è in gioco democrazia è una presa in giro degli italiani.
Pacato, replica Smuraglia: "ho accettato l'invito alla Festa dell'Unità perché l'ho considerato un invito positivo, occasione per dare un esempio di civiltà: si può partire da idee diverse" ma al tempo stesso "confrontarsi con toni di civiltà. Il referendum è il momento più alto della democrazia, bisogna avere rispetto. Occorre permettere al popolo di esprimersi con cognizione di causa".
Sul merito delle riforme, Matteo Renzi ha affermato che "il bicameralismo paritario non esiste in nessun altro Paese e non lo volevano né Dc né Pci". Mentre Smuraglia ha ribadito che non è l'obiettivo dell'Anpi quello di far cadere il governo. "Non ci interessa il destino del governo - ha detto Smuraglia - non siamo qui per decidere ciò che deve decidere il parlamento. Un governo cade quando non ha più la fiducia del parlamento, non per questo o quel referendum". Ma il presidente Anpi è stato chiaro: "il nostro statuto dice che tra gli obiettivi c'è da difendere e chiedere l'attuazione della Costituzione, nello spirito con cui la votarono i costituenti. Una modifica è sempre ammissibile, ma quando c'è qualcosa che stravolge quello spirito ci sentiamo obbligati a schierarci a difesa della Costituzione".
Renzi, rimango finché c'è fiducia Parlamento
Il segretario del Pd rivolto al pubblico ha poi commentato l'affermazione di uno spettatore che aveva urlato: "Vai a casa". "C'è una procedura semplice: finché c'è la fiducia del Parlamento io rimango", ha risposto netto Renzi.
Sulla scelta di non legare più il suo incarico di presidente del Consiglio all'esito del referendum costituzionale, ha poi detto Renzi, "questo argomento lo tolgo dal tavolo e continuerò a non parlarne". "Pensavo che quella frase fosse un atto di responsabilità - ha concluso il segretario Dem - in estate tutto il Pd mi ha detto di non parlarne più perché l'argomento stava oscurando il dibattito referendario: quello che sia giusto fare lo tengo per me, ma dico che questa riforma può rendere l'Italia più agile".
Pacato, replica Smuraglia: "ho accettato l'invito alla Festa dell'Unità perché l'ho considerato un invito positivo, occasione per dare un esempio di civiltà: si può partire da idee diverse" ma al tempo stesso "confrontarsi con toni di civiltà. Il referendum è il momento più alto della democrazia, bisogna avere rispetto. Occorre permettere al popolo di esprimersi con cognizione di causa".
Sul merito delle riforme, Matteo Renzi ha affermato che "il bicameralismo paritario non esiste in nessun altro Paese e non lo volevano né Dc né Pci". Mentre Smuraglia ha ribadito che non è l'obiettivo dell'Anpi quello di far cadere il governo. "Non ci interessa il destino del governo - ha detto Smuraglia - non siamo qui per decidere ciò che deve decidere il parlamento. Un governo cade quando non ha più la fiducia del parlamento, non per questo o quel referendum". Ma il presidente Anpi è stato chiaro: "il nostro statuto dice che tra gli obiettivi c'è da difendere e chiedere l'attuazione della Costituzione, nello spirito con cui la votarono i costituenti. Una modifica è sempre ammissibile, ma quando c'è qualcosa che stravolge quello spirito ci sentiamo obbligati a schierarci a difesa della Costituzione".
Renzi, rimango finché c'è fiducia Parlamento
Il segretario del Pd rivolto al pubblico ha poi commentato l'affermazione di uno spettatore che aveva urlato: "Vai a casa". "C'è una procedura semplice: finché c'è la fiducia del Parlamento io rimango", ha risposto netto Renzi.
Sulla scelta di non legare più il suo incarico di presidente del Consiglio all'esito del referendum costituzionale, ha poi detto Renzi, "questo argomento lo tolgo dal tavolo e continuerò a non parlarne". "Pensavo che quella frase fosse un atto di responsabilità - ha concluso il segretario Dem - in estate tutto il Pd mi ha detto di non parlarne più perché l'argomento stava oscurando il dibattito referendario: quello che sia giusto fare lo tengo per me, ma dico che questa riforma può rendere l'Italia più agile".