ECONOMIA
Osservatorio sul precariato
Inps, boom Cassa integrazione. Frenano i nuovi contratti

Meno assunzioni, di ogni tipo, ma anche meno licenziamenti per il blocco deciso dal governo, mentre corre la cassa integrazione, che sale anche a luglio, e crollano i certificati di malattia. A tracciare uno spaccato degli effetti del Coronavirus sul mondo del lavoro e' l'Inps, che in una serie di studi ha fotografato le tendenze in atto, su cui influiscono in maniera determinante le misure messe in campo dal governo per contenere le conseguenze del lockdown e della crisi.
La frenata dei nuovi contratti
Le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nei primi cinque mesi del 2020 sono state 1.795.000. Rispetto allo stesso periodo del 2019 la contrazione è stata molto forte (-43%) per effetto dell'emergenza legata alla pandemia Covid-19 e delle conseguenti restrizioni (obbligo di chiusura delle attività non essenziali) nonché della più generale caduta della produzione e dei consumi. Tale contrazione è risultata particolarmente negativa nel mese di aprile (-83%), con un miglioramento a maggio (-57%). L'impatto del Covid-19 ha fortemente interessato i contratti a termine, accentuandone le tendenze, già in essere, alla flessione. Il saldo dei rapporti a tempo determinato a maggio 2020 è risultato pari a -552.000. Dati tendenziali significativamente negativi si registrano, sempre a fine maggio, pure per gli intermittenti (-92.000), i somministrati (-155.000) e gli stagionali (-210.000).
Boom della Cassa integrazione
Nonostante una progressiva ripresa delle attività, nel mese di luglio 2020 sono state autorizzate 449,6 milioni di ore di Cassa integrazione guadagni: il dato fa registrare una variazione congiunturale del +10% rispetto alle ore autorizzate a giugno 2020. Il numero totale di ore di Cig autorizzate nel periodo dal 1 aprile al 31 luglio 2020 a seguito dell'emergenza sanitaria legata alla pandemia da Coronavirus è pari a 2.539,9 milioni.
Di queste 1,287 miliardi sono di cassa ordinaria, 782,1 milioni per l'assegno ordinario dei fondi di solidarietà e 470,8 milioni di Cig in deroga. A livello settoriale a soffrire particolarmente a luglio sono la "fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici ed elettrici", il "metallurgico", le "costruzioni" e la "fabbricazione di autoveicoli, rimorchi semirimorchi e mezzi di trasporto". Con l'aggiunta del tessile questi settori in termini di ore autorizzate assorbono il 63% delle autorizzazioni del mese di luglio. Per quanto riguarda le regioni, è la Lombardia che ha avuto, nel mese di luglio 2020, il maggior numero di ore autorizzate di Cig ordinaria con 47,1 milioni di ore, seguita dal Veneto e dall'Emilia Romagna rispettivamente con 32,2 e 22,8 milioni di ore.
Per quanto concerne la Cig in deroga le regioni che hanno autorizzato il maggior numero di ore sono state la Lombardia con 25,2 milioni di ore, il Lazio con 10,6 milioni di ore e il Piemonte con 6,8 milioni di ore.
Crollano i certificati malattia
La pandemia da Coronavirus ha avuto effetti significativi anche sull'andamento dei certificati di malattia. Nel secondo trimestre dell'anno 2020 si registra un forte decremento del numero dei certificati di malattia rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, maggiormente accentuato per il settore pubblico (-53%) rispetto a quello privato (-36%).
Il decremento risulta piùmarcato nelle regioni del Centro-Sud (-61% vs -47% per il Centro e -62% vs -40% per il Sud). "La chiusura delle attività economiche, per tutto il mese di aprile e parte del mese di maggio, ha avuto come conseguenza un accesso molto limitato agli studi dei medici di base, i quali sono stati contattati quasi esclusivamente per le certificazioni riferibili al Covid 19, mentre sono state evitate le richieste relative alle eventuali malattie di lieve entità, sia da parte dei dipendenti del settore privato e ancora di più da parte dei dipendenti del settore pubblico".
Guardando agli indici di relatività, poi, l'importante diminuzione del numero dei certificati corrisponde un calo meno che proporzionale del numero dei giorni di malattia. Le giornate medie di prognosi per lavoratore con almeno un giorno di malattia passano da 9,6 nel secondo trimestre 2019 a 15,3 nello stesso trimestre del 2020 per il settore privato, e da 9,2 a 17,2 per il settore pubblico. Consistente anche l'incremento delle giornate medie di malattia per certificato (da 5,5 a 8,2 nel settore privato, da 4,9 a 9,0 nel settore pubblico).
La frenata dei nuovi contratti
Le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nei primi cinque mesi del 2020 sono state 1.795.000. Rispetto allo stesso periodo del 2019 la contrazione è stata molto forte (-43%) per effetto dell'emergenza legata alla pandemia Covid-19 e delle conseguenti restrizioni (obbligo di chiusura delle attività non essenziali) nonché della più generale caduta della produzione e dei consumi. Tale contrazione è risultata particolarmente negativa nel mese di aprile (-83%), con un miglioramento a maggio (-57%). L'impatto del Covid-19 ha fortemente interessato i contratti a termine, accentuandone le tendenze, già in essere, alla flessione. Il saldo dei rapporti a tempo determinato a maggio 2020 è risultato pari a -552.000. Dati tendenziali significativamente negativi si registrano, sempre a fine maggio, pure per gli intermittenti (-92.000), i somministrati (-155.000) e gli stagionali (-210.000).
Boom della Cassa integrazione
Nonostante una progressiva ripresa delle attività, nel mese di luglio 2020 sono state autorizzate 449,6 milioni di ore di Cassa integrazione guadagni: il dato fa registrare una variazione congiunturale del +10% rispetto alle ore autorizzate a giugno 2020. Il numero totale di ore di Cig autorizzate nel periodo dal 1 aprile al 31 luglio 2020 a seguito dell'emergenza sanitaria legata alla pandemia da Coronavirus è pari a 2.539,9 milioni.
Di queste 1,287 miliardi sono di cassa ordinaria, 782,1 milioni per l'assegno ordinario dei fondi di solidarietà e 470,8 milioni di Cig in deroga. A livello settoriale a soffrire particolarmente a luglio sono la "fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici ed elettrici", il "metallurgico", le "costruzioni" e la "fabbricazione di autoveicoli, rimorchi semirimorchi e mezzi di trasporto". Con l'aggiunta del tessile questi settori in termini di ore autorizzate assorbono il 63% delle autorizzazioni del mese di luglio. Per quanto riguarda le regioni, è la Lombardia che ha avuto, nel mese di luglio 2020, il maggior numero di ore autorizzate di Cig ordinaria con 47,1 milioni di ore, seguita dal Veneto e dall'Emilia Romagna rispettivamente con 32,2 e 22,8 milioni di ore.
Per quanto concerne la Cig in deroga le regioni che hanno autorizzato il maggior numero di ore sono state la Lombardia con 25,2 milioni di ore, il Lazio con 10,6 milioni di ore e il Piemonte con 6,8 milioni di ore.
Crollano i certificati malattia
La pandemia da Coronavirus ha avuto effetti significativi anche sull'andamento dei certificati di malattia. Nel secondo trimestre dell'anno 2020 si registra un forte decremento del numero dei certificati di malattia rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, maggiormente accentuato per il settore pubblico (-53%) rispetto a quello privato (-36%).
Il decremento risulta piùmarcato nelle regioni del Centro-Sud (-61% vs -47% per il Centro e -62% vs -40% per il Sud). "La chiusura delle attività economiche, per tutto il mese di aprile e parte del mese di maggio, ha avuto come conseguenza un accesso molto limitato agli studi dei medici di base, i quali sono stati contattati quasi esclusivamente per le certificazioni riferibili al Covid 19, mentre sono state evitate le richieste relative alle eventuali malattie di lieve entità, sia da parte dei dipendenti del settore privato e ancora di più da parte dei dipendenti del settore pubblico".
Guardando agli indici di relatività, poi, l'importante diminuzione del numero dei certificati corrisponde un calo meno che proporzionale del numero dei giorni di malattia. Le giornate medie di prognosi per lavoratore con almeno un giorno di malattia passano da 9,6 nel secondo trimestre 2019 a 15,3 nello stesso trimestre del 2020 per il settore privato, e da 9,2 a 17,2 per il settore pubblico. Consistente anche l'incremento delle giornate medie di malattia per certificato (da 5,5 a 8,2 nel settore privato, da 4,9 a 9,0 nel settore pubblico).