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MONDO

Sale ancora la tensione tra Teheran e Washington

Iran, in migliaia al corteo funebre per il generale Soleimani

Il parlamento iracheno discute il futuro della presenza Usa

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Migliaia di persone hanno accolto in Iran la bara del generale Qassem Soleimani, la cui salma è arrivata dall'Iraq dopo che l'alto esponente dei Pasdaran è stato ucciso da un raid Usa vicino a Baghdad. Il vice di Soleimani, Esmail Ghaani, ha preso il suo posto alla guida delle forze Quds. Il feretro è stato trasferito ad Ahvaz, nel sud dell'Iran.  Accolto da una guardia d'onore, è poi stato lentamente spostato nelle strade invase da un fiume di persone vestite di nero, che si battevano il petto e mostravano foto del generale e bandiere sciite.

Al corteo la gente sventolava bandiere rosse, il colore del "sangue dei martiri"), verdi (il colore dell'Islam) e bandiere bianche decorate con slogan religiosi, oltre a ritratti del generale, piangendo e gridando "Morte all'America".

Dopo un ulteriore trasferimento a Mashhad, i resti dell'alto comandante dei Guardiani della rivoluzione saranno portati a Teheran e Qom lunedì per processioni pubbliche, infine martedì nella città natale di Kerman per la sepoltura.

È la prima volta che l'Iran rende onore a una persona singola con una cerimonia in varie città, che non era stata organizzata neppure per la morte di Khomeini nel 1989.

Tensione Washington-Teheran
Diventa intanto sempre più aspro lo scontro tra Usa e Iran dopo l'uccisione del generale Soleimani. "Se le forze americane vogliono rimanere in vita, dovrebbero evacuare le loro basi militari nella regione e andarsene", ha detto il vice capo delle guardie rivoluzionarie, il generale Mohammadreza Naghdi. "Se l'Iran ci attacca - la risposta di Trump - gli Usa colpiranno 52 siti iraniani".

L'Iran ricorre al consiglio di sicurezza Onu
L'Iran ha fatto ricorso al Consiglio di Sicurezza dell'Onu per l'uccisione di Soleimani. Lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Abbas Mousavi. "Il ministero degli Affari Esteri ha già intrapreso misure politiche, legali e internazionali, anche a livello delle Nazioni Unite e del Consiglio di sicurezza", ha detto Mousavi in un briefing, come riportano le agenzie internazionali.

Iraq, convocato l'inviato Usa: "Violata la sovranità"
Il ministero degli Esteri iracheno ha convocato l'inviato americano a Baghdad, per protestare contro la "violazione della sovranita'" rappresentata dal raid Usa in cui due giorni fa è stato ucciso il comandante iraniano Soleimani e Mohandis a capo di una delle milizie irachene filo-Iran, integrate nell'esercito regolare. Lo fa sapere lo stesso dicastero. 

Il parlamento iracheno discute il futuro della presenza Usa
Il Parlamento iracheno ha raggiunto il quorum necessario (sono presenti 170 deputati su 328) per tenere la sessione d'emergenza, convocata per discutere il futuro della presenza militare statunitense in Iraq. Come mostrano le immagini che circolano sui social, in aula i deputati hanno portato immagini del comandante iraniano Qassem Soleimani, assassinato venerdì a Baghdad da un raid americano, e in molti hanno scandito slogan come "Sì. sì Soleimani", "Sì, sì al-Muhandis" (il numero due della coalizione paramilitare filo-iraniana Hashed al Shaabi, ucciso anche lui nel raid) e "No, no America", "No, no Israele". 

La coalizione anti-Isis sospende le operazioni in Iraq
La coalizione internazionale anti-Isis guidata dagli Stati Uniti ha sospeso le operazioni in Iraq. "La nostra priorità è proteggere il personale della coalizione impegnata nella lotta contro Daesh - si legge in un comunicato della coalizione - Ripetuti attacchi con razzi negli ultimi due mesi da parte delle milizie di Hezbollah hanno provocato la morte di forze di sicurezza irachene e di un civile americano. Di conseguenza ora siamo impegnati a proteggere le basi irachene che ospitano le truppe della coalizione. Questo limita la nostra capacità di addestrare i nostri partner e di sostenere le loro operazioni contro Daesh e abbiamo quindi sospeso queste attività, soggette a continue revisioni".

Consigliere iraniano Khamenei: la risposta sarà militare
La risposta dell'Iran all'uccisione del generale Qassem Soleimani sarà militare. Lo ha detto alla Cnn Hossein Dehghan, consigliere per la Difesa dell'Ayatollah Khamenei. "La risposta sarà certamente militare e verso i siti militari", ha detto. "Noi non abbiamo assolutamente cercato conflitti e non cercheremo conflitti", ha affermato Dehghan. "È stata l'America a iniziare il conflitto".

Riunione a Teheran su uscita da accordo sul nucleare
L'Iran deciderà oggi le misure da intraprendere nella sua quinta fase di disimpegno dall'accordo sul nucleare, avviato come risposta al ritiro unilaterale degli Usa e al ripristino delle sanzioni. Lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri, Abbas Mousavi, in un intervento televisivo, due giorni dopo l'uccisione in un raid americano a Baghdad del potente generale iraniano, Qassem Soleimani. "Riguardo la quinta fase, la decisione era gia' stata presa, ma considerando l'attuale situazione, saranno fatte alcune modifiche, in un importante incontro questa sera", ha riferito Mousavi.

L'accordo sul nucleare è stato firmato dall'Iran e dalle potenze mondiali nel 2015 e Washington ha deciso di ritirarsi nel 2018.