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ECONOMIA

L'ex patron indagato per corruzione e aggiotaggio

Doppia richiesta di processo per Ligresti

Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio sia per il filone di inchiesta nel quale è indagato per corruzione con l'ex presidente dell'Isvap Giancarlo Giannini, sia per il filone sui trust Premafin nel quale è indagato per aggiotaggio
 

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Il processo Fonsai (Ansa/Alessadro Di Marco)
Milano
Manipolazione del mercato e corruzione. Queste le due imputazioni per Salvatore Ligresti, per cui il pm di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio nelle due inchieste che lo riguardano: una, sui trust esteri di Premafin, l'altra che lo vede indagato con l'ex presidente dell'Isvap Giancarlo Giannini.

L'indagine per corruzione
Nell'indagine per corruzione, Ligresti avrebbe corrotto l'ex presidente dell'Isvap Giancarlo Giannini, indagato anche per calunnia a danno della famiglia siciliana. Secondo l'accusa, in cambio della promessa per Giannini di essere nominato all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, e di interessarsi per la nomina con Silvio Berlusconi, allora premier, l'ex numero uno di Isvap avrebbe omesso di far controllare il gruppo assicurativo dei Ligresti. Per gli inquirenti, l'ex presidente dell'Isvap Giannini operava "per omettere e ritardare, nonché per aver omesso e ritardato un atto del suo ufficio, per compiere e per aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio, riceveva e accettava la promessa di utilità". La richiesta di processo è stata trasmessa all'ufficio del Gup del tribunale di Milano perché venga fissata l'udienza preliminare, al termine della quale un giudice deciderà se accogliere o meno la richiesta avanzata dal pm Orsi.

L'inchiesta Premafin: "Acquisti di azioni per tenere alto il prezzo dei titoli"
Nell'altra inchiesta invece, i pm hanno chiesto il rinvio a giudizio non solo per l'ingegnere di Paternò, ma anche per Giancarlo De Filippo e Niccolò Lucchini. Premafin è la holding con cui la famiglia Ligresti controllava Fondiaria-Sai. Secondo l'accusa, gli acquisti di azioni Premafin fatti tra il 2 novembre 2009 e il 16 settembre 2010 avevano l'obiettivo di tenere alto il prezzo dei titoli della società quotata a Piazza Affari, di cui ora Unipol detiene oltre l'80%.
Le operazioni sarebbero state realizzate attraverso due trust con sede alle Bahamas (Ever Green ed Heritage). Giancarlo De Filippo risulta essere il trustee (il fiduciario) del fondo Heritage e l'asset manager di The Ever Green Security Trust. Tuttavia, per la Consob dietro ai due trust c'era Salvatore Ligresti.
Niccolò Lucchini, invece, avrebbe ricevuto il mandato a operare sul titolo Premafin. In base all'ipotesi formulata dal pm Luigi Orsi, titolare del fascicolo, le società che fanno capo ai due trust tra il 2 novembre 2009 e il 16 settembre dell'anno successivo, hanno comprato azioni Premafin in chiusura di Borsa in modo tale da condizionare l'andamento del titolo. I beneficiari dell'operazione, per l'accusa, sarebbero stati i Ligresti e le loro società, in particolare Imco e Sinergia, che in questo modo non si erano trovate nelle condizioni di dare garanzie aggiuntive alle banche a cui avevano dato in pegno le azioni Premafin essendo stato il titolo tenuto alto, questo il sospetto, in modo artificioso.