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MONDO

Consegnati dalle autorità egiziane nuovi documenti

Caso Regeni: gli inquirenti italiani hanno richiesto alle autorità egiziane nuovi filmati

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La delegazione di investigatori italiani giunta lo scorso 7 maggio al Cairo per fare luce sull'omicidio del giovane ricercatore Giulio Regeni avrebbe richiesto le registrazioni effettuate dalle telecamere a circuito chiuso nelle aree visitate dallo studente il giorno della sua scomparsa, in aggiunta ai tabulati telefonici relativi ai numeri di alcune persone coinvolte nel caso.

Secondo quanto riferito da una fonte giudiziaria egiziana, presente all'incontro, la delegazione di Roma avrebbe richiesto in particolare i filmati risalenti al 25 gennaio, data delle scomparsa di Regeni, contenuti nelle videocamere a circuito chiuso della stazioni della metropolitana non solo di al Dokki, il quartiere dove risiedeva il giovane, ma anche di Gamal Abdel Nasser, che si trova vicino piazza Tahrir.

Lo sviluppo fa seguito alle rivelazioni dell'agenzia "Reuters", che nelle scorse settimane, ha riferito che il ricercatore italiano sarebbe stato fermato insieme ad un cittadino egiziano da agenti della polizia in borghese nei pressi della stazione della metropolitana Gamal Abdel Nasser. Per raggiungere quella stazione della metropolitana da al Dokki, tuttavia, Regeni avrebbe dovuto cambiare treno e scendere a Sadat, che quel giorno era chiusa.

Nel quadro dell'incontro le delegazioni hanno anche analizzato l'elenco delle chiamate in uscita e in entrata relative ai telefoni cellulari di cinque persone, fra cui Mohamed Abdullah il responsabile del sindacato degli ambulanti, già consegnate la scorsa settimana agli investigatori italiani.    

Il direttore della procura di Giza, Hossam Nassar, ha sottolineato che "un rappresentante della società di telecomunicazioni ha consegnato alcuni giorni fa agli inquirenti un elenco delle chiamate e un compact disc chiuso in una busta". Nassar ha rifiutato di rivelare il contenuto del cd. "Secondo la legge nessuna registrazione audio potrebbe essere effettuata senza uno speciale permesso o mandato da parte delle autorità", ha sottolineato il procuratore egiziano, precisando che nel quadro del caso Regeni ottenere un mandato o un permesso è di fatto impossibile dato che quelle chiamate risalgono a circa tre mesi fa. Il procuratore capo di Giza, Ahmed Nagy, ha tuttavia ammesso che una possibilità  è quella di ottenere le registrazioni in modo "informale".

Gli inquirenti italiani hanno ricevuto altri tabulati telefonici e verbali di testimoni
Altri tabulati telefonici, oltre a quelli già trasmessi a Roma nei giorni scorsi, sono stati consegnati ieri dalle autorità egiziane agli investigatori italiani. E assieme a questi tabulati, riconducibili ad alcune utenze ritenute dai magistrati della Procura di Roma di particolare interesse investigativo, il team di investigatori (un funzionario di polizia dello Sco e un ufficiale dei carabinieri del Ros) ha ricevuto dai magistrati egiziani anche diversi verbali di testimoni sentiti dalle autoritaà locali. Si tratta di materiale in arabo che deve essere tradotto. Gli investigatori faranno rientro in Italia stasera e domani riferiranno l'esito dell'incontro al Procuratore Giuseppe Pignatone e al pm Sergio Colaiocco.