Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/ContentItem-a4d46a06-9f5c-4a97-9705-3e9f25047664.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Legami con Isis

Terrorismo: indagini Milano, individuato uomo in Iraq. Da vita 'normale' a volto dell'Isis

L'uomo è sospettato di essere un 'soldato' del sedicente Stato islamico

Condividi
Un uomo, indagato per terrorismo internazionale per legami con l'Isis dalla Procura di Milano, è stato individuato in Iraq dagli investigatori, e non è stato ancora fermato, a differenza di quanto scritto in precedenza da alcune agenzie di stampa. A suo carico pende una misura di custodia cautelare in carcere emesse dalla magistratura milanese e, dunque, l'uomo allo stato è ancora latitante e si trova in Iraq. L'uomo è sospettato di essere un 'soldato' del sedicente Stato islamico. Le indagini sono state coordinate dal dipartimento antiterrorismo della Procura milanese (fino a poco settimane fa guidato da Maurizio Romanelli e ora da Alberto Nobili) e dal pm Enrico Pavone. A carico dell'uomo pende un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per terrorismo internazionale per legami con l'Isis. 

L'uomo è un foreign fighter
L'uomo è un foreign fighter partito dalla Lombardia e che ora si troverebbe in Iraq dove sarebbe andato a combattere a fianco delle milizie dell'Isis. Nei suo confronti il gip di Milano, su richiesta del pm Enrico Pavone, ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare che potrà essere eseguita nel momento in cui l'uomo, per ora soltanto individuato dagli investigatori nel Paese mediorientale, verrà fermato (se si troverà ancora all'estero scatterà, a quel punto, la procedura di estradizione).

Pm Milano, da vita 'normale' a volto dell'Isis Indagini, uomo con lavoro stabile diventato elemento propaganda
Ahmed Taskour, il marocchino di 47 anni partito con la moglie e i due figli, uno di 11 anni e l'altra di 15, per l'Iraq e indagato dalla Procura di Milano per terrorismo internazionale è passato da una vita "apparentemente normale", con un lavoro stabile in una ditta di pulizie e un casa a Bresso, nel Milanese, ad essere "un elemento importante nella propaganda" dell'Isis, tanto che appare anche in un video con il bimbo. Lo hanno spiegato il procuratore aggiunto Pietro Forno, il pm Enrico Pavone e il capo della Digos milanese Claudio Ciccimarra, nella conferenza stampa al Palazzo di Giustizia. Inquirenti e investigatori hanno chiarito anche che, prima di partire con la famiglia verso i territori dello Stato islamico durante le vacanze di Natale del 2014 per "non dare nell' occhio", l'uomo ha chiesto un prestito ad una finanziaria e l'anticipo del tfr al suo datore di lavoro (usando come scusa lo stato di salute della madre) recuperando 30mila euro in totale.

L'ultima traccia in Iraq di Taskour, nato a Casablanca e in Italia da anni in regola con il permesso di soggiorno, e del figlio di 11 anni è proprio quel video pubblicato anche su youtube, mentre si sono perse le tracce della moglie e della figlia. Gli investigatori della Digos, coordinati dal pm Pavone, hanno acquisito "ampia prova documentale" attraverso i tabulati telefonici che l'uomo, partito con la famiglia alla fine del 2014 verso la Turchia (con un volo andata e ritorno per non destare sospetti), è arrivato in Iraq nel gennaio del 2015 e nel novembre dello stesso anno ha girato quel video con il bimbo. Fino al momento della partenza il presunto foreign fighter, accusato anche di aver arruolato il figlio nell'Isis oltre all'organizzazione del viaggio a fini terroristici, non aveva mai dato segnali visibili all'esterno di radicalizzazione. Gli investigatori hanno iniziato ad indagare su di lui perché sono venuti a sapere che avrebbe fatto parte di una "rete" di soggetti legati all'Isis che comprendeva anche un altro marocchino e un arabo-israeliano, persone entrambe espulse dall' Italia nel 2013 (l'arabo-israeliano è stato poi arrestato in Israele). Gli investigatori hanno sottolineato come Taskour, che ha raggiunto "un alto livello" tra i miliziani dell'Isis, abbia seguito alla lettera "le indicazioni date dal Califfato a chi vuole partire, ossia vivere senza destare sospetti" e poi quando sono entrati nella casa della famiglia a Bresso "l'hanno trovata in perfetto ordine". Non ci sono altri familiari dell'uomo o della donna che vivono nel Milanese. La Procura ha precisato anche che "non si può prevedere una facile esecuzione della misura cautelare, ma l'importante è che appena l'uomo metterà piede nel territorio europeo venga arrestato". Oltre all'ordinanza di misura cautelare firmata dal gip Manuela Scudieri è stato emesso anche un mandato d'arresto europeo. 

Da bimbo 10 anni minacce in video
In un video del novembre del 2015, dopo gli attentati di Parigi, si vede dunque il figlio di 10 anni dell'uomo indagato minacciare di morte l'Occidente assieme al padre. Il video con tanto del logo dell'Isis è stato pubblicato anche su youtube. Il filmato, che risalirebbe a metà novembre del 2015 poco dopo gli attentati di Parigi sarebbe stato girato in Iraq e nel video il figlio di 10 anni del marocchino Taskour "inneggia al jihad" e augura "la morte all'Occidente e agli occidentali". Nel filmato, con tanto di logo e bandiere del sedicente Stato islamico, l'uomo e il figlio, nato nel 2005 in Italia (tutta la famiglia risiedeva a Bresso, nel Milanese), come è stato sottolineato da inquirenti e investigatori, usano una serie di espressioni, oramai sentite tante volte, per minacciare gli occidentali come "arriveremo fino alle vostre case".