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ITALIA

Lo ha deciso il Tribunale dei minori di Trieste

Pensionato ucciso a Udine, le giovani accusate del'omicidio ai servizi sociali

Accusate dell'omicidio di Mirko Sacher, nell'aprile 2013, sono due minorenni. Il corpo dell'uomo, pensionato 67enne, fu ritrovato in un campo alla periferia di Udine

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Udine, il luogo del ritrovamento del corpo di Mirko Sacher (Ansa)
Trieste
Il Tribunale dei minorenni di Trieste ha deciso che le due ragazze accusate dell'omicidio del pensionato 67enne Mirko Sacher, nell'aprile 2013, sono mature e responsabili ma devono compiere un percorso di recupero attraverso i servizi sociali. Se al termine l'esito sarà positivo, riprenderanno la loro vita altrimenti subiranno il processo che ora viene sospeso. 

Il corpo dell'uomo fu rinvenuto il 7 aprile dell'anno scorso in un campo alla periferia di Udine. Le due quindicenni si autoaccusarono della morte il giorno dopo il ritrovamento del corpo, al termine di una “fuga” in treno fino alla stazione di Venezia Mestre. Poi si costituirono nella caserma dei carabinieri di Pordenone. La perizia d’ufficio sulle cause della morte dell’uomo ha accertato che il decesso fu causato da una "azione meccanica violenta", per soffocamento.

Le adolescenti restano per ora nelle due comunità dove si trovano da mesi, poi dal 7 agosto saranno affidate ai servizi sociali del Comune di Udine e rimarranno nella stessa comunità. Le ragazze torneranno in aula il 23 ottobre, quando il giudice accoglierà, probabilmente, il programma di messa alla prova che sarà stato intanto stilato dai servizi sociali, con un decreto di sospensione del processo. Al termine del percorso di recupero, se il loro comportamento sarà giudicato positivamente, il reato di cui sono accusate verrà dichiarato estinto.

Oggi le due adolescenti erano in aula e hanno accolto positivamente la decisione del gup. Era stata la stessa difesa, in via subordinata, a chiedere un simile percorso nel caso in cui non fosse stata accolta la richiesta principale di proscioglimento per non imputabilità. Ed erano stati i periti nominati dal giudice a ritenerle immature e pertanto incapaci di intendere e volere al momento del fatto. L'accusa aveva chiesto 7 anni di reclusione con l'alternativa della messa in prova.