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ITALIA

No però al riconoscimento facciale

Sicurezza, sì del Garante della privacy all'uso della body cam

"I dati dovranno essere cancellati dopo 6 mesi"

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Con due distinti pareri il Garante per la  privacy ha dato via libera al Ministero dell'interno - Dipartimento  della pubblica sicurezza e al Comando generale dell'Arma dei  Carabinieri all'uso delle body cam per documentare situazioni critiche di ordine pubblico in occasione di eventi o manifestazioni. Le due forze di polizia dovranno comunque recepire alcune indicazioni dell'Autorità relative all'implementazione delle misure di sicurezza e al tracciamento degli accessi ai dati per rendere i trattamenti  pienamente conformi alla normativa sulla protezione dei dati personali trattati a fini di prevenzione e accertamento dei reati (Decreto  legislativo n. 51/2018).

No al riconoscimento facciale
L'Autorità, spiega una nota, ha chiesto in particolare al Ministero di specificare che il sistema che intende utilizzare non consente  l'identificazione univoca o il riconoscimento facciale della persona (facial recognition), come già precisato nella documentazione trasmessa dall'Arma. I due sistemi, sottoposti al Garante  autonomamente, presentano notevoli analogie, non solo per quanto  riguarda le finalità perseguite, ma anche dal punto di vista  strutturale, ad eccezione delle differenze imputabili alle specifiche  strutture organizzative delle due Forze di Polizia.

Sì a videocamere solo in reali situazioni di turbamento ordine pubblico
Le videocamere  indossabili in uso al personale dei reparti mobili incaricato potranno essere attivate solo in presenza di concrete e reali situazioni di pericolo di turbamento dell'ordine pubblico o di fatti di reato. Non è ammessa la registrazione continua delle immagini e tanto meno quella di episodi non critici. I dati raccolti riguardano audio, video e foto  delle persone riprese, data, ora della registrazione e coordinate Gps, che una volta scaricati dalle videocamere sono disponibili, con  diversi livelli di accessibilità e sicurezza, per le successive  attività di accertamento. 

I rischi per le persone possono essere molto elevati
I due pareri resi dal Garante tengono conto degli  approfondimenti effettuati dagli uffici dell'Autorità. A differenza di quanto sostenuto dal Ministero e dall'Arma, che pur avendo presentato  la Dpia non ritenevano necessaria la consultazione preventiva  dell'Autorità, il Garante ha affermato che in base al Decreto tale consultazione è dovuta, in quanto i rischi per le persone riprese  possono essere anche molto elevati, spaziando dalla discriminazione  alla sostituzione d'identità, al pregiudizio per la reputazione, all'ingiusta privazione di diritti e libertà. E l'utilizzo delle body cam nel corso di manifestazioni pubbliche rende estremamente probabile il trattamento di dati che rivelino le opinioni politiche, sindacali,  religiose o l'orientamento sessuale dei partecipanti.

I dati saranno conservati per sei mesi
Il Garante ha ritenuto tra l'altro ragionevole il periodo di sei mesi di conservazione dei dati. L'Autorità infine ha raccomandato alle Amministrazioni  di valutare la possibilità di condividere i documenti originali con  tutti i soggetti autorizzati da remoto, senza il ricorso alla  produzione di copie.