MONDO
Casa Bianca nella bufera dopo l'editoriale del Nyt: si cerca l'autore anonimo
Tra gli indiziati anche il vice presidente Pence, il segretario di Stato Pompeo e il segretario dalla Difesa Mattis

La decisione del New York Times di pubblicare l'editoriale anonimo sulla 'resistenza' interna alla Casa Bianca può essere chiamato ''tradimento''. Lo afferma il presidente americano Donald Trump in un'intervista a Fox, di cui sono stati diffusi degli estratti. La Casa Bianca è una ''macchina oliata'' che funziona bene, mette in evidenza Trump precisando che l'editoriale è ''molto ingiusto'' perché l'autore è anonimo e questo rende difficile screditarlo. L'anonimo autore del Nyt ''potrebbe non essere un repubblicano, potrebbe non essere un conservatore, potrebbe essere una persona del 'deep state''', dello 'Stato profondo', afferma Trump.
''Gli operativi non eletti dello Stato profondo sono una minaccia per la democrazia'', aggiunge. Intanto alla Casa Bianca è corsa a smarcarsi dall'esplosivo editoriale pubblicato sul New York Times dove un alto funzionario dell'amministrazione, mantenendo l'anonimato, ha ammesso di essere parte della "resistenza" contro Donald Trump. Parole che hanno fatto infuriare il presidente - "codardo", "traditore", "falso" sono solo alcune delle espressioni utilizzate nella giornata per descriverlo - e hanno spinto diversi big dell'amministrazione a certificare la propria innocenza. Diversi i possibili indiziati (la Cnn ne ha citati tredici) e tra loro ci sono il segretario di Stato, Mike Pompeo, il vice presidente Mike Pence e James Mattis, segretario alla Difesa. Sulla rete in tanti hanno puntato l'indice contro Pence in particolare perché nell'editoriale è stato utilizzata la parola "lodestar" (stella polare, luce maestra), espressione non usuale ma che è stata utilizzata almeno due volte in discorsi ufficiali del vice presidente nel 2017. 'Lodestar' è già diventata 'trend topic' su Twitter. "Il vice presidente firma i suoi articoli", ha chiarito il portavoce Jarrod Agen, direttore della comunicazione di Pence, su Twitter. "E il New York Times dovrebbe vergognarsi, come la persona che ha scritto questo articolo falso, assurdo e vigliacco". Il capo della diplomazia Usa, Pompeo, impegnato in missione a Nuova Delhi, ha giudicato l'articolo "triste" e negato ogni suo coinvolgimento; ha aggiunto, inoltre, che se l'articolo - nel quale si sostiene che lo staff lavora per arginare il presidente considerandolo un pericolo per la nazione - è accurato, allora il suo autore è "bugiardo e un cattivo attore". "Palesemente falso" l'ha giudicato invece il direttore della National intelligence, Daniel Coats. Secondo l'ex assistente del presidente Omarosa Manigault Newman, l'autore del pezzo è stato scritto da qualcuno dentro l'ufficio di Pence. Lo ha detto durante un'intervista radiofonica, precisando di non ritenere che sia stato scritto personalmente dal vice presidente ma da un suo collaboratore. Secondo il vicepresidente americano, Mike Pence, il funzionario americano che ha scritto l'editoriale anonimo pubblicato ieri nel pomeriggio americano dal New York Times dovrebbe lasciare l'amministrazione Trump. Parlando alla stampa da Orlando, Florida, il numero due di Donald Trump ha detto: "Chiunque abbia scritto un editoriale anonimo che insulta il presidente, che ha fornito una leadership straordinaria a questo paese, non dovrebbe lavorare per questa amministrazione". Anche la first lady si e' inserita nel dibattito: in un comunicato Melania Trump si e' rivolta all'autore dell'Op-Ed: "Non stai proteggendo questo Paese, lo stai sabotando con le tue azioni codarde". Secondo lei "le fonti non identificate sono diventate la maggioranza delle voci che la gente sente nelle notizie di oggi. Persone senza nome stanno scrivendo la storia della nostra nazione. Le parole sono importanti e le accuse possono portare a conseguenze gravi. Se una persona è coraggiosa abbastanza per accusare le persone di azioni negative, ha la responsabilità di sostenere pubblicamente le sue parole e la gente ha il diritto di potersi difendere".
''Gli operativi non eletti dello Stato profondo sono una minaccia per la democrazia'', aggiunge. Intanto alla Casa Bianca è corsa a smarcarsi dall'esplosivo editoriale pubblicato sul New York Times dove un alto funzionario dell'amministrazione, mantenendo l'anonimato, ha ammesso di essere parte della "resistenza" contro Donald Trump. Parole che hanno fatto infuriare il presidente - "codardo", "traditore", "falso" sono solo alcune delle espressioni utilizzate nella giornata per descriverlo - e hanno spinto diversi big dell'amministrazione a certificare la propria innocenza. Diversi i possibili indiziati (la Cnn ne ha citati tredici) e tra loro ci sono il segretario di Stato, Mike Pompeo, il vice presidente Mike Pence e James Mattis, segretario alla Difesa. Sulla rete in tanti hanno puntato l'indice contro Pence in particolare perché nell'editoriale è stato utilizzata la parola "lodestar" (stella polare, luce maestra), espressione non usuale ma che è stata utilizzata almeno due volte in discorsi ufficiali del vice presidente nel 2017. 'Lodestar' è già diventata 'trend topic' su Twitter. "Il vice presidente firma i suoi articoli", ha chiarito il portavoce Jarrod Agen, direttore della comunicazione di Pence, su Twitter. "E il New York Times dovrebbe vergognarsi, come la persona che ha scritto questo articolo falso, assurdo e vigliacco". Il capo della diplomazia Usa, Pompeo, impegnato in missione a Nuova Delhi, ha giudicato l'articolo "triste" e negato ogni suo coinvolgimento; ha aggiunto, inoltre, che se l'articolo - nel quale si sostiene che lo staff lavora per arginare il presidente considerandolo un pericolo per la nazione - è accurato, allora il suo autore è "bugiardo e un cattivo attore". "Palesemente falso" l'ha giudicato invece il direttore della National intelligence, Daniel Coats. Secondo l'ex assistente del presidente Omarosa Manigault Newman, l'autore del pezzo è stato scritto da qualcuno dentro l'ufficio di Pence. Lo ha detto durante un'intervista radiofonica, precisando di non ritenere che sia stato scritto personalmente dal vice presidente ma da un suo collaboratore. Secondo il vicepresidente americano, Mike Pence, il funzionario americano che ha scritto l'editoriale anonimo pubblicato ieri nel pomeriggio americano dal New York Times dovrebbe lasciare l'amministrazione Trump. Parlando alla stampa da Orlando, Florida, il numero due di Donald Trump ha detto: "Chiunque abbia scritto un editoriale anonimo che insulta il presidente, che ha fornito una leadership straordinaria a questo paese, non dovrebbe lavorare per questa amministrazione". Anche la first lady si e' inserita nel dibattito: in un comunicato Melania Trump si e' rivolta all'autore dell'Op-Ed: "Non stai proteggendo questo Paese, lo stai sabotando con le tue azioni codarde". Secondo lei "le fonti non identificate sono diventate la maggioranza delle voci che la gente sente nelle notizie di oggi. Persone senza nome stanno scrivendo la storia della nostra nazione. Le parole sono importanti e le accuse possono portare a conseguenze gravi. Se una persona è coraggiosa abbastanza per accusare le persone di azioni negative, ha la responsabilità di sostenere pubblicamente le sue parole e la gente ha il diritto di potersi difendere".