POLITICA
Il provvedimento in Aula alla Camera
Riforma Giustizia, stasera il voto di fiducia. Conte a Cartabia: "Andrà tutto bene"
Dalle 22.30 voti di fiducia alla Camera. Il via libera arriverà a notte fonda

Arriverà nel cuore della notte il via libera della Camera alla 'doppia' fiducia posta dall'Esecutivo sui due articoli-maxi emendamenti che costituiscono, a seguito dell'ultimo confronto Governo-maggioranza, il disegno di legge delega per l'efficienza del processo penale.
L'Assemblea avvierà le procedure di voto a partire dalle 22,30 (con le relative dichiarazioni di voto programmate dalle 20,45), mentre la votazione finale in prima lettura è attesa per domani, martedì, (il Ddl verrà esaminato dal Senato alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva).
La cosiddetta riforma Cartabia fissa, tra l'altro, dal 2025 due anni di tempo per la celebrazione dell'appello e un anno per la Cassazione con una fase transitoria, in vigore fino al 31 dicembre 2024, entro la quale i termini saranno più lunghi per tutti i processi ordinati, con possibilità di proroga, totale, fino a 6 anni tra appello e Cassazione. Ma per i reati di stampo mafioso, terrorismo, violenza sessuale e traffico di stupefacenti non ci sarà alcun limite alle proroghe (che dovranno comunque essere motivate dal giudice).
Colloquio Conte - Cartabia
Pochi secondi di colloquio tra l'ex premier Giuseppe Conte e la ministra della Giustizia Marta Cartabia, entrambi a Bologna per l'anniversario della strage del 2 agosto 1980. Sufficienti però al leader del M5s per rassicurare la Guardasigilli sulla tenuta del Movimento in vista del voto di fiducia: "Ho seguito le tue dichiarazioni", ha detto la ministra. "Oggi andrà tutto bene", avrebbe risposto l'ex premier. "Andiamo avanti così", ha chiuso Cartabia.
Così alla vigilia del voto di fiducia sulla riforma della giustizia, in calendario a tarda sera alla Camera, Giuseppe Conte prova a spazzare il campo dagli equivoci sul posizionamento del M5s nei confronti del governo Draghi: "Mai pensato a causare una crisi di governo". L'ex premier, in un'intervista a La Stampa, nell'analizzare il testo finale prodotto dalla ministra Marta Cartabia, aveva comunque sottolineato: "Essere in questo governo ci ha permesso di apportare miglioramenti significativi per tutti gli italiani. Senza di noi non ci sarebbero stati. Il disegno originario della riforma, come evidenziato dai più autorevoli addetti ai lavori, avrebbe provocato un collasso della giustizia penale. Non potevamo permetterlo".
Le modifiche richieste dal M5s riguardano soprattutto i procedimenti penali su mafia e terrorismo.Non si placano, però, le fibrillazioni interne al Movimento, di cui Conte si appresta a prendere le redini. Oggi e domani gli iscritti possono votare su Skyvote le modifiche allo statuto proposte dall'ex premier dopo una mediazione non facile con il Garante Beppe Grillo. Ma l'attenzione andrà soprattutto ad eventuali defezioni nel voto di fiducia alla Camera tra i parlamentari pentastellati. L'ultimo addio al Movimento è della scorsa settimana: in totale nel corso della legislatura sono fuoriusciti dal gruppo 5 stelle 33 senatori e 61 deputati.
Intanto il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, di Forza Italia, ha ricordato: "Nessuna riforma, è evidente, può essere definita perfetta: questa rappresenta però un notevole passo avanti verso una giustizia più giusta e rapida". Fratelli d'Italia invece conferma la sua opposizione, la deputata Augusta Montaruli ha ribadito: "Non pieghiamo la testa su alcune misure scellerate, ultima quella della giustizia, che non rispecchiano le nostre idee e la volontà dei nostri elettori, rivelandosi unicamente compromessi al ribasso utili solo a tenere unita una maggioranza minestrone".
L'Assemblea avvierà le procedure di voto a partire dalle 22,30 (con le relative dichiarazioni di voto programmate dalle 20,45), mentre la votazione finale in prima lettura è attesa per domani, martedì, (il Ddl verrà esaminato dal Senato alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva).
La cosiddetta riforma Cartabia fissa, tra l'altro, dal 2025 due anni di tempo per la celebrazione dell'appello e un anno per la Cassazione con una fase transitoria, in vigore fino al 31 dicembre 2024, entro la quale i termini saranno più lunghi per tutti i processi ordinati, con possibilità di proroga, totale, fino a 6 anni tra appello e Cassazione. Ma per i reati di stampo mafioso, terrorismo, violenza sessuale e traffico di stupefacenti non ci sarà alcun limite alle proroghe (che dovranno comunque essere motivate dal giudice).
Colloquio Conte - Cartabia
Pochi secondi di colloquio tra l'ex premier Giuseppe Conte e la ministra della Giustizia Marta Cartabia, entrambi a Bologna per l'anniversario della strage del 2 agosto 1980. Sufficienti però al leader del M5s per rassicurare la Guardasigilli sulla tenuta del Movimento in vista del voto di fiducia: "Ho seguito le tue dichiarazioni", ha detto la ministra. "Oggi andrà tutto bene", avrebbe risposto l'ex premier. "Andiamo avanti così", ha chiuso Cartabia.
Così alla vigilia del voto di fiducia sulla riforma della giustizia, in calendario a tarda sera alla Camera, Giuseppe Conte prova a spazzare il campo dagli equivoci sul posizionamento del M5s nei confronti del governo Draghi: "Mai pensato a causare una crisi di governo". L'ex premier, in un'intervista a La Stampa, nell'analizzare il testo finale prodotto dalla ministra Marta Cartabia, aveva comunque sottolineato: "Essere in questo governo ci ha permesso di apportare miglioramenti significativi per tutti gli italiani. Senza di noi non ci sarebbero stati. Il disegno originario della riforma, come evidenziato dai più autorevoli addetti ai lavori, avrebbe provocato un collasso della giustizia penale. Non potevamo permetterlo".
Le modifiche richieste dal M5s riguardano soprattutto i procedimenti penali su mafia e terrorismo.Non si placano, però, le fibrillazioni interne al Movimento, di cui Conte si appresta a prendere le redini. Oggi e domani gli iscritti possono votare su Skyvote le modifiche allo statuto proposte dall'ex premier dopo una mediazione non facile con il Garante Beppe Grillo. Ma l'attenzione andrà soprattutto ad eventuali defezioni nel voto di fiducia alla Camera tra i parlamentari pentastellati. L'ultimo addio al Movimento è della scorsa settimana: in totale nel corso della legislatura sono fuoriusciti dal gruppo 5 stelle 33 senatori e 61 deputati.
Intanto il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, di Forza Italia, ha ricordato: "Nessuna riforma, è evidente, può essere definita perfetta: questa rappresenta però un notevole passo avanti verso una giustizia più giusta e rapida". Fratelli d'Italia invece conferma la sua opposizione, la deputata Augusta Montaruli ha ribadito: "Non pieghiamo la testa su alcune misure scellerate, ultima quella della giustizia, che non rispecchiano le nostre idee e la volontà dei nostri elettori, rivelandosi unicamente compromessi al ribasso utili solo a tenere unita una maggioranza minestrone".