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SCIENZA

Studio pubblicato su Science

Una mano dagli Oceani: ecco perché il riscaldamento globale è rallentato

Secondo dei ricercatori statunitensi negli ultimi 10-15 anni il global warming è stato meno intenso di quanto previsto per la combinazione casuale di due cicli naturali degli oceani, che hanno rallentato il processo. In futuro lo stesso meccanismo potrebbe però avere l'effetto contrario e fare impennare ulteriormente le temperature

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La Terra vista dallo spazio (da Twitter @AstroSamantha)
È vero: negli ultimi 10-15 anni le temperature globali sono cresciute più lentamente rispetto alle decadi precedenti. Questo non significa però che gli allarmi sul global warming siano ingiustificati. Semplicemente, una casuale combinazione dei cicli di raffreddamento degli oceani ha rallentato il processo. È la teoria proposta su Science da un gruppo di ricercatori capitanati da Byron Steinman della University of Minnesota Duluth.

Analisi su 130 anni di osservazioni 
Gli studiosi statunitensi hanno cercato una risposta al problema con cui si sono dovuti confrontare i climatologi negli ultimi anni: perché il ritmo riscaldamento globale è rallentato? Combinando i dati sulle temperature raccolti tra il 1880 e il 2010 con numerosi modelli climatici, hanno concluso che il motivo va in buona parte cercato in due grandi cicli che caratterizzano le acque degli oceani: l’Oscillazione multidecennale Atlantica e l’Oscillazione multidecennale Pacifica.

Oscillazione naturale 
In sostanza, gli oceani attraversano cicli naturali di riscaldamento e raffreddamento collegati al movimento delle masse d’acqua. Queste oscillazioni possono durare anche decenni e in genere si bilanciano: quando l’Atlantico settentrionale si raffredda, il Pacifico settentrionale è più caldo e viceversa.  

Equilbrio imperfetto
Non è però un equilibrio perfetto. Le fasi calde e fredde nei due oceani possono avere intensità diverse e anche il loro ciclo può essere un po’ sfasato. È proprio quello che è accaduto negli ultimi anni: il Pacifico settentrionale si è raffreddato molto, mentre l’Atlantico settentrionale si è riscaldato, ma con minore intensità. La crescita delle temperature ha quindi rallentato la sua corsa.

Futuro caldo
Lo studio solleva due problemi. Innanzitutto, quando questa casuale combinazione di fattori naturali si esaurirà, il global warming riprenderà ad accelerare. In secondo luogo, in futuro potrebbe accadere anche il contrario di ciò che stiamo sperimentando: i due cicli potrebbero favorire un riscaldamento, che si andrebbe ad aggiungere a quello provocato dai gas serra. La necessità di prendere contromisure limitando le emissioni non è dunque venuta meno.

 "Vicini a un'inversione di tendenza"
I ricercatori non sono in grado di prevedere con precisione quando assisteremo all’inversione di tendenza. Michael Mann della Pennsylvania State University, un altro degli autori dello studio, dichiara però a Scientific American che i modelli storici “suggeriscono che ci troviamo vicini al picco dell’escursione negativa e molto vicini al giro di boa”. A quel punto, stando allo studio pubblicato su Science, il riscaldamento globale tornerebbe a correre.