MONDO
La scheda
Chi è Leung Chun-ying, il "nemico" dei manifestanti di Hong Kong
Il capo del governo locale è nel mirino dei contestatori, che chiedono le sue dimissioni. Ha 60 anni e la sua posizione appare sempre più precaria: secondo alcuni analisti per Pechino sarebbe sacrificabile in cambio del ritorno della calma nelle strade

Il mondo lo ha conosciuto soprattutto negli ultimi giorni, dato che è il primo bersaglio delle proteste che stanno paralizzando Hong Kong. Leung Chun-ying, spesso abbreviato in CY Leung, è il 60enne che dal marzo 2012 guida la Regione Amministrativa Speciale cinese. I manifestanti di Occupy Central insistono per le sue dimissioni e hanno chiesto invano almeno un incontro con lui.
Posizione precaria
Leung Chun-ying è il terzo uomo a sedere sulla scomoda poltrona di amministratore delegato di Hong Kong, dopo Tung Chee-hwa e Donald Tsang. Secondi i suoi detrattori è un uomo di Pechino, ritratto dagli studenti di Occupy Central sui muri di Admiralty con denti da vampiro e sorriso diabolico. La sua posizione è però più complessa: Leung non sarebbe ben visto dall'attuale leader cinese, il presidente Xi Jinping. Mentre nella Cina Popolare si sprecano gli editoriali contro gli studenti e si rinnova il sostegno all'amministrazione politica dell'isola, c'è chi pensa, come scrive il magazine on line The Diplomat, che non sia da escludere il sacrificio del leader di Hong Kong per il ritorno alla stabilità sociale, tanto cara al governo cinese.
Segnali trasversali dalla Cina
Tra i deputati dell'opposizione e i manifestanti l'impressione prevalente è che le redini della situazione siano in mano a Pechino e che il capo del governo dell'ex colonia britannica ormai non conti più nulla. La Cina ha già mandato segnali trasversali a Hong Kong: la settimana scorsa erano arrivati a Pechino 70 miliardari dell'isola, che hanno discusso con Xi Jinping dell'impatto negativo che le proteste potevano avere sulla business community. Tra loro, c'era anche Henry Tang, lo sfidante di Leung nel 2012 per la guida dell'isola.
Legato al grande vecchio Jiang Zemin
Leung è sempre stato diligente con le richieste provenienti da Pechino, soprattutto in queste ore di crisi politica per l'hub finanziario asiatico. La sua ascesa è però legata al grande vecchio Jiang Zemin e la sua performance come leader non ha impressionato il nuovo uomo forte cinese, Xi Jinping, diventato presidente nel marzo dello scorso anno.
Posizione precaria
Leung Chun-ying è il terzo uomo a sedere sulla scomoda poltrona di amministratore delegato di Hong Kong, dopo Tung Chee-hwa e Donald Tsang. Secondi i suoi detrattori è un uomo di Pechino, ritratto dagli studenti di Occupy Central sui muri di Admiralty con denti da vampiro e sorriso diabolico. La sua posizione è però più complessa: Leung non sarebbe ben visto dall'attuale leader cinese, il presidente Xi Jinping. Mentre nella Cina Popolare si sprecano gli editoriali contro gli studenti e si rinnova il sostegno all'amministrazione politica dell'isola, c'è chi pensa, come scrive il magazine on line The Diplomat, che non sia da escludere il sacrificio del leader di Hong Kong per il ritorno alla stabilità sociale, tanto cara al governo cinese.
Segnali trasversali dalla Cina
Tra i deputati dell'opposizione e i manifestanti l'impressione prevalente è che le redini della situazione siano in mano a Pechino e che il capo del governo dell'ex colonia britannica ormai non conti più nulla. La Cina ha già mandato segnali trasversali a Hong Kong: la settimana scorsa erano arrivati a Pechino 70 miliardari dell'isola, che hanno discusso con Xi Jinping dell'impatto negativo che le proteste potevano avere sulla business community. Tra loro, c'era anche Henry Tang, lo sfidante di Leung nel 2012 per la guida dell'isola.
Legato al grande vecchio Jiang Zemin
Leung è sempre stato diligente con le richieste provenienti da Pechino, soprattutto in queste ore di crisi politica per l'hub finanziario asiatico. La sua ascesa è però legata al grande vecchio Jiang Zemin e la sua performance come leader non ha impressionato il nuovo uomo forte cinese, Xi Jinping, diventato presidente nel marzo dello scorso anno.