Coronavirus
Lockdown
Istat: boom di chiamate al numero antiviolenza, in calo le denunce
Crescono di circa il 60% le richieste di aiuto al telefono antiviolenza 1522 per maltrattamenti e stalking, calano le denunce

Le denunce per maltrattamenti in famiglia durante il lockdown - tra il 1° marzo e il 16 aprile - sono diminuite del 43,6%, quelle per omicidi di donne del 33,5%, tra le quali risultano in calo dell'83,3% le denunce per omicidi femminili da parte del partner. Ma per poter dare una lettura adeguata del fenomeno sarà necessario un periodo di riferimento più lungo, rileva l'Istat nel rapporto 'Violenza di genere al tempo del Covid-19: le chiamate al numero verde 1522'.
Telefonate in aumento
Nonostante il calo dei reati, durante il lockdown sono state 5.031 le telefonate valide al 1522, il 73% in più sullo stesso periodo del 2019. Le vittime che hanno chiesto aiuto sono 2.013 ( con un aumento del 59%). Secondo l'Istituto di statistica, tale incremento non è attribuibile necessariamente a maggiore violenza ma alle campagne di sensibilizzazione che hanno fatto sentire le donne meno sole.
In 4 casi su 10 le telefonate al numero 1522 sono legate a violenza e stalking, per segnalare casi di violenza ed emergenza (2.013 chiamate, pari al 40% delle chiamate valide nel periodo preso in esame), per chiedere informazioni sul servizio stesso (1.423, il 28,3%), per avere informazioni sui centri antiviolenza (654, il 13%).
Aiuto psicologico
È elevato anche il numero di coloro che si rivolgono al servizio per chiedere assistenza di tipo sociale o psicologica, pari al 17,1% (con 858 casi). Al numero verde antiviolenza si rivolgono anche persone che non trovano un ascolto adeguato alle diverse richieste di sostegno. Questa tipologia di telefonate è cresciuta in proporzione di più nel periodo primo marzo - 16 aprile 2020 rispetto agli anni precedenti (+7,8 punti percentuali), probabilmente come effetto della stessa campagna televisiva.
Molte chiamate, poche denunce
Dal racconto che le vittime fanno alle operatrici del 1522 emerge che la maggior parte di esse non denuncia la violenza subita, proprio perché consumata per lo più all'interno di contesti familiari. Mettendo a confronto il periodo 1° marzo-16 aprile del 2019 e del 2020, si osserva inoltre un calo della quota di vittime che denunciano, dal 74,8% (947 casi) al 72,8% (1.466).
I motivi delle mancate denunce sarebbero legati alle conseguenze negative che si possono generare nel contesto familiare (21,6%), alla paura generica (13,4%), alla paura della reazione del violento (10,9%), all'incertezza sul dopo (6,0%), alla poca fiducia nelle Forze dell'Ordine o perché queste ultime hanno sconsigliato di fare denuncia (3,3%). Tra le vittime, il 2,8% ha ritirato la denuncia e più di una su tre (il 40,4%) è tornata dal maltrattante.
L'ora delle chiamate
Nel 60,6% dei casi le chiamate al 1522 sono arrivate tra le ore 9 e le 17; quelle ricevute di notte o di mattina presto, di solito in numero esiguo, sono risultate in aumento nel periodo del lockdown rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (le chiamate tra le 21 e le 5 della mattina sono aumentate del 7,4% rispetto allo stesso periodo del 2019).
Telefonate in aumento
Nonostante il calo dei reati, durante il lockdown sono state 5.031 le telefonate valide al 1522, il 73% in più sullo stesso periodo del 2019. Le vittime che hanno chiesto aiuto sono 2.013 ( con un aumento del 59%). Secondo l'Istituto di statistica, tale incremento non è attribuibile necessariamente a maggiore violenza ma alle campagne di sensibilizzazione che hanno fatto sentire le donne meno sole.
In 4 casi su 10 le telefonate al numero 1522 sono legate a violenza e stalking, per segnalare casi di violenza ed emergenza (2.013 chiamate, pari al 40% delle chiamate valide nel periodo preso in esame), per chiedere informazioni sul servizio stesso (1.423, il 28,3%), per avere informazioni sui centri antiviolenza (654, il 13%).
Aiuto psicologico
È elevato anche il numero di coloro che si rivolgono al servizio per chiedere assistenza di tipo sociale o psicologica, pari al 17,1% (con 858 casi). Al numero verde antiviolenza si rivolgono anche persone che non trovano un ascolto adeguato alle diverse richieste di sostegno. Questa tipologia di telefonate è cresciuta in proporzione di più nel periodo primo marzo - 16 aprile 2020 rispetto agli anni precedenti (+7,8 punti percentuali), probabilmente come effetto della stessa campagna televisiva.
Molte chiamate, poche denunce
Dal racconto che le vittime fanno alle operatrici del 1522 emerge che la maggior parte di esse non denuncia la violenza subita, proprio perché consumata per lo più all'interno di contesti familiari. Mettendo a confronto il periodo 1° marzo-16 aprile del 2019 e del 2020, si osserva inoltre un calo della quota di vittime che denunciano, dal 74,8% (947 casi) al 72,8% (1.466).
I motivi delle mancate denunce sarebbero legati alle conseguenze negative che si possono generare nel contesto familiare (21,6%), alla paura generica (13,4%), alla paura della reazione del violento (10,9%), all'incertezza sul dopo (6,0%), alla poca fiducia nelle Forze dell'Ordine o perché queste ultime hanno sconsigliato di fare denuncia (3,3%). Tra le vittime, il 2,8% ha ritirato la denuncia e più di una su tre (il 40,4%) è tornata dal maltrattante.
L'ora delle chiamate
Nel 60,6% dei casi le chiamate al 1522 sono arrivate tra le ore 9 e le 17; quelle ricevute di notte o di mattina presto, di solito in numero esiguo, sono risultate in aumento nel periodo del lockdown rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (le chiamate tra le 21 e le 5 della mattina sono aumentate del 7,4% rispetto allo stesso periodo del 2019).