SCIENZA
"Le zone esposte? Le conosceremo un'ora prima"
Capsula russa impazzita, l'esperto: "Impatto con l'atmosfera tra l'8 e l'11 maggio"
Il cargo Progress, diretto alla Stazione Spaziale Internazionale, è fuori controllo e sta precipitando sulla Terra. Claudio Portelli, responsabile per i detriti spaziali dell'Agenzia Spaziale Italiana, a RaiNews.it: "Frammenti anche pesanti potrebbero arrivare fino al suolo. Non bisogna preoccuparsi troppo: in passato eventi simili non hanno provocato danni"

“Considerate le dimensioni, la capsula non si consumerà completamente nell’impatto con l’atmosfera, pertanto oggetti anche pesanti potrebbero arrivare fino al suolo”. Il responsabile dell’Agenzia Spaziale Italiana per il settore dei detriti spaziali, Claudio Portelli, parla di “rientro a rischio”, ma invita a non allarmarsi. La vicenda del cargo russo Progress, che doveva portare tre tonnellate di rifornimenti alla Stazione Spaziale Internazionale e invece precipiterà sulla Terra, non è la prima di questo genere e in passato non ci sono mai stati danni.
Che cosa è accaduto?
Da quanto si sa, un secondo e mezzo prima del distacco tra la Progress e il terzo stadio del lanciatore è venuta meno la telemetria, cioè non sono più state ricevute le informazioni sullo stato dei sistemi di bordo. Dai filmati disponibili si nota che la capsula sta ruotando su sé stessa a una velocità molto alta. Questo può essere dovuto soltanto a un errore nella fase di separazione. Non sappiamo di preciso cosa sia avvenuto, ma ad esempio, se uno dei sistemi di separazione non avesse funzionato bene, il terzo stadio staccandosi parzialmente potrebbe aver strappato via altri elementi. In effetti il Norad (il Comando di Difesa Aerospaziale del Nord America, ndr) ha visto la presenza di 44 frammenti intorno alla capsula Progress. Deve esserci stato un piccolo disastro nello spazio.
Quando e dove precipiterà?
Dalla sua altezza attuale potrebbe rientrare nel giro di una settimana e mezzo, cioè tra l’8 e l’11 maggio. Il rientro ovviamente sarà a rischio perché la capsula, considerate le dimensioni, si consumerà nell’impatto atmosferico, ma non completamente. È un rientro incontrollato perché non si potrà fare nulla. Bisognerà attendere fino all’ultimo giorno per capire più o meno quali saranno le zone esposte: potrebbe interessare diversi continenti. L’ultima parola si potrà dire solamente un'ora prima.
Significa che potenzialmente potrebbero esserci danni anche a terra?
Penso proprio di sì, però speriamo che cada in mare: tre quarti della superficie del pianeta è marina. In tutte le altre occasioni simili non c’è mai stato nessun problema o danneggiamento serio di persone e cose.
I precedenti sono molti?
Non è il primo grosso oggetto che rientra incontrollato dallo spazio. È capitato per diversi satelliti. A volte, in caso di guasto a una satellite con a bordo sostanze potenzialmente nocive, gli americani sono stati anche in grado di colpirlo con un missile a poco meno di 90 km di quota per minimizzare gli effetti al suolo.
È uno scenario da film di fantascienza…
È vero, ma è successo diverse volte. All’inizio fu solo per ragioni militari, per rimarcare che si aveva la capacità di distruggere i satelliti spia della parte avversa. Lo fecero statunitensi e russi già negli anni ’70. L’ultimo esperimento di distruzione volontaria è stato effettuato nel febbraio 2007 dai cinesi, che però hanno sbagliato quota. Hanno colpito un loro oggetto a 800 km di altezza: i frammenti, che sono più di tremila, sono ancora in volo sulla nostra testa.
Nel caso del cargo Progress si può pensare al lancio di un missile e chi eventualmente potrebbe effettuarlo?
Solo chi ne ha le capacità. Gli unici ad avere la tecnologia in casa sono americani, russi e cinesi. I russi sarebbero forse quelli autorizzati a farlo perché l’oggetto è loro. Non credo però che abbiano questa intenzione. Probabilmente seguiranno il rientro così come proveremo a farlo anche noi italiani e terranno informato chi di dovere.
Complessivamente quanto bisogna essere preoccupati secondo lei?
Non molto. Gli oggetti che rientrano sono tantissimi ma non è mai successo nulla.
Che cosa è accaduto?
Da quanto si sa, un secondo e mezzo prima del distacco tra la Progress e il terzo stadio del lanciatore è venuta meno la telemetria, cioè non sono più state ricevute le informazioni sullo stato dei sistemi di bordo. Dai filmati disponibili si nota che la capsula sta ruotando su sé stessa a una velocità molto alta. Questo può essere dovuto soltanto a un errore nella fase di separazione. Non sappiamo di preciso cosa sia avvenuto, ma ad esempio, se uno dei sistemi di separazione non avesse funzionato bene, il terzo stadio staccandosi parzialmente potrebbe aver strappato via altri elementi. In effetti il Norad (il Comando di Difesa Aerospaziale del Nord America, ndr) ha visto la presenza di 44 frammenti intorno alla capsula Progress. Deve esserci stato un piccolo disastro nello spazio.
Quando e dove precipiterà?
Dalla sua altezza attuale potrebbe rientrare nel giro di una settimana e mezzo, cioè tra l’8 e l’11 maggio. Il rientro ovviamente sarà a rischio perché la capsula, considerate le dimensioni, si consumerà nell’impatto atmosferico, ma non completamente. È un rientro incontrollato perché non si potrà fare nulla. Bisognerà attendere fino all’ultimo giorno per capire più o meno quali saranno le zone esposte: potrebbe interessare diversi continenti. L’ultima parola si potrà dire solamente un'ora prima.
Significa che potenzialmente potrebbero esserci danni anche a terra?
Penso proprio di sì, però speriamo che cada in mare: tre quarti della superficie del pianeta è marina. In tutte le altre occasioni simili non c’è mai stato nessun problema o danneggiamento serio di persone e cose.
I precedenti sono molti?
Non è il primo grosso oggetto che rientra incontrollato dallo spazio. È capitato per diversi satelliti. A volte, in caso di guasto a una satellite con a bordo sostanze potenzialmente nocive, gli americani sono stati anche in grado di colpirlo con un missile a poco meno di 90 km di quota per minimizzare gli effetti al suolo.
È uno scenario da film di fantascienza…
È vero, ma è successo diverse volte. All’inizio fu solo per ragioni militari, per rimarcare che si aveva la capacità di distruggere i satelliti spia della parte avversa. Lo fecero statunitensi e russi già negli anni ’70. L’ultimo esperimento di distruzione volontaria è stato effettuato nel febbraio 2007 dai cinesi, che però hanno sbagliato quota. Hanno colpito un loro oggetto a 800 km di altezza: i frammenti, che sono più di tremila, sono ancora in volo sulla nostra testa.
Nel caso del cargo Progress si può pensare al lancio di un missile e chi eventualmente potrebbe effettuarlo?
Solo chi ne ha le capacità. Gli unici ad avere la tecnologia in casa sono americani, russi e cinesi. I russi sarebbero forse quelli autorizzati a farlo perché l’oggetto è loro. Non credo però che abbiano questa intenzione. Probabilmente seguiranno il rientro così come proveremo a farlo anche noi italiani e terranno informato chi di dovere.
Complessivamente quanto bisogna essere preoccupati secondo lei?
Non molto. Gli oggetti che rientrano sono tantissimi ma non è mai successo nulla.