ITALIA
44 avvisi della Procura su presunti pestaggi dopo le protese
Inchiesta sulle carceri, tensioni tra Carabinieri e agenti della Penitenziaria nel Casertano
Gli agenti della Polizia Penitenziaria sono saliti sui tetti del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Protestano per “le modalità di notifica degli avvisi di garanzia"

Momenti di tensione al carcere di Santa Maria Capua Vetere, presso Caserta, tra Carabinieri e agenti penitenziari per un'operazione di Polizia Giudiziaria su ordine della locale Procura. L’indagine riguarda i presunti pestaggi avvenuti il 6 aprile scorso, dopo una violenta protesta dei detenuti, in piena emergenza sanitaria.
Gli indagati sarebbero 44. Tra i reati figurerebbe anche quello di tortura. In carcere sono presenti i vertici della Procura.
Agenti sui tetti
Una contestazione sfociata con gli agenti della Polizia Penitenziaria saliti su un tetto del carcere per protestare contro le modalità adottate dalla Polizia Giudiziaria e dalla Procura per notificare gli avvisi di garanzia.
Macchine fermate e agenti identificati
"Sono arrivata alle 7 e c'erano molti Carabinieri che fermavano le auto in arrivo al carcere, io sono stata fermata e mi hanno fatto passare, mentre gli agenti li trattenevano per identificarli". E' il racconto della moglie di un detenuto. La donna con altre persone ha denunciato le presunte violenze in carcere. Gli altri agenti della Penitenziaria che erano già dentro sono stati fatti uscire e c'è stata tensione".
Il responsabile degli agenti penitenziari: “Potevano andare a casa”
"Perché questa eccessiva spettacolarizzazione?". A chiederselo è l'assistente capo della Penitenziaria, in servizio a Santa Maria Capua Vetere, Gaetano Napoleone.
"Bastava andare a casa dei poliziotti, anche per una questione di rispetto tra Corpi dello Stato" prosegue Napoleone. "Quel maledetto sei aprile - aggiunge - noi cercammo solo si riportare la calma tra i detenuti. Ed ora ci ritroviamo indagati mentre nessun detenuto ha pagato nulla, neanche un danno; eppure abbiamo avuto danni per centinaia di migliaia di euro. Siamo arrabbiati, perché ci sentiamo trattati male". Secondo quanto si apprende sarebbero state eseguite dai Carabinieri anche alcune perquisizioni. "Noi lavoriamo già in condizioni di estrema precarietà e facciamo molti sacrifici per mantenere legalità e ordine", conclude l'ispettore, "siamo molto arrabbiati".
Gli indagati sarebbero 44. Tra i reati figurerebbe anche quello di tortura. In carcere sono presenti i vertici della Procura.
Agenti sui tetti
Una contestazione sfociata con gli agenti della Polizia Penitenziaria saliti su un tetto del carcere per protestare contro le modalità adottate dalla Polizia Giudiziaria e dalla Procura per notificare gli avvisi di garanzia.
Macchine fermate e agenti identificati
"Sono arrivata alle 7 e c'erano molti Carabinieri che fermavano le auto in arrivo al carcere, io sono stata fermata e mi hanno fatto passare, mentre gli agenti li trattenevano per identificarli". E' il racconto della moglie di un detenuto. La donna con altre persone ha denunciato le presunte violenze in carcere. Gli altri agenti della Penitenziaria che erano già dentro sono stati fatti uscire e c'è stata tensione".
Il responsabile degli agenti penitenziari: “Potevano andare a casa”
"Perché questa eccessiva spettacolarizzazione?". A chiederselo è l'assistente capo della Penitenziaria, in servizio a Santa Maria Capua Vetere, Gaetano Napoleone.
"Bastava andare a casa dei poliziotti, anche per una questione di rispetto tra Corpi dello Stato" prosegue Napoleone. "Quel maledetto sei aprile - aggiunge - noi cercammo solo si riportare la calma tra i detenuti. Ed ora ci ritroviamo indagati mentre nessun detenuto ha pagato nulla, neanche un danno; eppure abbiamo avuto danni per centinaia di migliaia di euro. Siamo arrabbiati, perché ci sentiamo trattati male". Secondo quanto si apprende sarebbero state eseguite dai Carabinieri anche alcune perquisizioni. "Noi lavoriamo già in condizioni di estrema precarietà e facciamo molti sacrifici per mantenere legalità e ordine", conclude l'ispettore, "siamo molto arrabbiati".