Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/ContentItem-a6d8dc7e-8125-40a5-ad8e-79163fe3a6f3.html | rainews/live/ | true
SCIENZA

Osservatore Romano: su Ru 486 scelta sconcertante governo

Condividi
"Ovunque l'aborto continua a mietere vittime innocenti e a devastare la vita di tante donne: per questo la decisione di estenderne la pratica non può che risultare sconcertante, incrementando le possibilità di sopprimere bambini, che con il loro esserci, chiedono solo divenire al mondo. E in un'epoca di emergenza covid-19, in cui non facciamo che celebrare l'eroicità di medici e operatori che danno la loro vita per salvare altre vite umane, ciò appare quasi paradossale".

Così l'Osservatore Romano commenta le linee guida del Ministero della Salute sulla pillola abortiva Ru 486,con l'estensione dell'utilizzo da 7 a 9 settimane e l'esclusione del ricovero obbligatorio. 

Sul quotidiano della Santa Sede, il prof Giuseppe Noia, docente di Medicina prenatale all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, spiega che "la semplicità dell'assunzione di una pillola, senza il successivo controllo medico che possa monitorare l'evento abortivo e le eventuali complicanze che ne potrebbero derivare, è quanto di più banalizzante e, nel contempo, quanto di più devastante sul piano psicologico per la relazione che si stabilisce fin da subito tra madre e figlio". In altre parole, "l'aborto farmacologico cerca di silenziare la verità scientifica di questa relazione biologica, immunologica, ormonale e psicodinamica, che sin dal primo istante del concepimento, si crea tra l'embrione, ossia il figlio, e sua madre".

Per tutto questo, "la scelta di abortire con la Ru 486 non può essere indolore: sul piano fisico - sottolinea Noia -, essa comporta contrazioni dolorosissime; sul piano psichico genera un'iper-responsabilizzazione della donna, perché è lei che deve assumere la pillola, è lei che deve farsi attrice, protagonista e spettatrice dell'agonia del proprio figlio e dei fenomeni emorragici che potranno verificarsi per un periodo che può arrivare fino a due settimane e in un luogo qualsiasi, senza preavviso, esponendo la donna - nel 56 per cento dei casi -all'esperienza devastante di vedere l'embrione espulso dal proprio corpo con tutto il sacchetto embrionale".

Noia argomenta inoltre che "per le complicazioni e gli effetti avversi riportati anche nella letteratura internazionale, l'aborto farmacologico non è nemmeno sicuro per la salute delle donne". "È doloroso constatare come sul piano psico-sociale, dinanzi alla cultura dello 'scarto' - aggiunge -,siamo in presenza di una sclerocardia così grande e di un silenzio passivo, che sembra renderci tutti incapaci di agire difronte agli attacchi sempre più violenti contro la vita debole e fragile di tanti piccoli innocenti".