SPORT
"Siamo tranquilli e sereni"
Coni, Malagò: "Lo sport italiano si vergogna di questa squalifica"
Il numero uno dello sport italiano all'attacco dopo la decisione della Federnuoto, che gli ha inflitto 16 mesi di squalifica per aver violato i principi di lealtà e correttezza: “è veramente tutto incommentabile”

"La querelle con il presidente della Fin Barelli? L'ho letto sui giornali. Onestamente volo un pochino più alto. Credo che il mondo dello sport non solo è rimasto sorpreso ma secondo me si vergogna anche un po' di quello che è successo". Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, commenta così la squalifica di 16 mesi comminatagli dalla Disciplinare della Federnuoto per aver violato i principi di lealtà e correttezza ed aver espresso in Giunta Coni giudizi ritenuti lesivi sulla Federnuoto in merito a una presunta doppia fatturazione da parte della Fin.
"Siamo tranquilli e sereni"
"Si commenta tutto da solo – prosegue il numero uno del Coni - È la dimostrazione che siamo nel giusto ad aver voluto portare avanti la riforma della giustizia sportiva. Qualsiasi commento è superfluo, siamo tranquilli e sereni ma soprattutto quasi divertiti. Non tanto per l'illogicità, quanto per il nonsenso di tutto questo".
"Certi dirigenti ragionano con mentalità fuori dai tempi"
"Il mondo dello sport si deve interrogare su certi dirigenti che continuano a ragionare con certe mentalità che sono fuori dai tempi di oggi - aggiunge Malagò - Strascichi di una cultura sportiva che non esiste più. Una gestione della giustizia sportiva che appunto ha cambiato corso".
"Fatto difficile da spiegare ai non addetti ai lavori"
Ai giornalisti riuniti per una conferenza stampa, il presidente del Coni dice: "Credo conosciate bene il nostro mondo. Sapete benissimo che stiamo parlando di un fatto difficile da raccontare e da spiegare per chi non è super addetto ai lavori. Ricevo tonnellate di messaggi che chiedono come sia possibile una cosa del genere”. Ecco allora la sua spiegazione: “È molto semplice: gli uffici del Coni riferiscono che c'era un problema, io riferisco il problema né più e né meno come hanno riferito gli uffici del Coni, è un mio dovere istituzionale di vigilanza, siamo nel pieno rispetto del ruolo che credo sia sacrosanto esercitare".
"Tutto incommentabile"
Secondo Malagò, “è veramente tutto incommentabile”. Poi aggiunge: “Cosa ne pensano all'estero? Sanno che nel nostro paese c'è molta voglia di fare qualcosa di diverso e che ci sono dei dirigenti sportivi che non si sono adeguati a quelli che sono i tempi che viviamo".
"Siamo tranquilli e sereni"
"Si commenta tutto da solo – prosegue il numero uno del Coni - È la dimostrazione che siamo nel giusto ad aver voluto portare avanti la riforma della giustizia sportiva. Qualsiasi commento è superfluo, siamo tranquilli e sereni ma soprattutto quasi divertiti. Non tanto per l'illogicità, quanto per il nonsenso di tutto questo".
"Certi dirigenti ragionano con mentalità fuori dai tempi"
"Il mondo dello sport si deve interrogare su certi dirigenti che continuano a ragionare con certe mentalità che sono fuori dai tempi di oggi - aggiunge Malagò - Strascichi di una cultura sportiva che non esiste più. Una gestione della giustizia sportiva che appunto ha cambiato corso".
"Fatto difficile da spiegare ai non addetti ai lavori"
Ai giornalisti riuniti per una conferenza stampa, il presidente del Coni dice: "Credo conosciate bene il nostro mondo. Sapete benissimo che stiamo parlando di un fatto difficile da raccontare e da spiegare per chi non è super addetto ai lavori. Ricevo tonnellate di messaggi che chiedono come sia possibile una cosa del genere”. Ecco allora la sua spiegazione: “È molto semplice: gli uffici del Coni riferiscono che c'era un problema, io riferisco il problema né più e né meno come hanno riferito gli uffici del Coni, è un mio dovere istituzionale di vigilanza, siamo nel pieno rispetto del ruolo che credo sia sacrosanto esercitare".
"Tutto incommentabile"
Secondo Malagò, “è veramente tutto incommentabile”. Poi aggiunge: “Cosa ne pensano all'estero? Sanno che nel nostro paese c'è molta voglia di fare qualcosa di diverso e che ci sono dei dirigenti sportivi che non si sono adeguati a quelli che sono i tempi che viviamo".