POLITICA
Roma
Campidoglio: tra dimissioni e cacciati, la carica dei 23
Pinuccia Montanari è solo l'ultima di una lunga lista che ha visto cambi al vertice delle aziende municipalizzate, negli assessorati e tra le posizioni apicali del Campidoglio

Salgono a 23 i dimissionari o sollevati dall'incarico dall'inizio del mandato della giunta del sindaco Raggi, eletta nel giugno 2016. Pinuccia Montanari è solo l'ultima di una lunga lista che ha visto cambi al vertice delle aziende municipalizzate, negli assessorati e tra le posizioni apicali del Campidoglio. L'elenco dei sopravvissuti è decisamente più facile: Luca Bergamo, che è subentrato a Daniele Frongia nel ruolo di vicesindaco, Linda Meleo, assessore ai Trasporti, Flavia Marzano, assessore a Roma Semplice, Laura Baldassarre, alle Politiche Sociali, Daniele Frongia, che ha si perso la carica di vice di Raggi ma ha mantenuto quello di assessore allo Sport.
Passando a chi se ne è andato sbattendo la porta si parte con Carla Maria Raineri, prima nominata Capo di Gabinetto e poi mandata via dalla stessa Raggi nel giro di un mese, con lei, in un solo giorno, il settembre nero del Campidoglio, arrivano le dimissioni Marcello Minenna, che ricopriva il ruolo di assessore al Bilancio, Marco Rettighieri, direttore generale di Atac, Armando Brandolese, amministratore unico sempre di Atac, e Alessandro Solidoro, amministratore unico di Ama.
Il primo a dover sostituire al Bilancio Minenna è stato mandato via prima ancora di mettere piede in Campidoglio: Raffaele De Dominicis, ex procuratore della Corte dei Conti del Lazio, nominato e revocato nel giro di pochi giorni a causa di un'indagine per abuso d'ufficio. Viene scelto Andrea Mazzillo, fedelissimo del Movimento 5 stelle, colui che teneva i conti in campagna elettorale, ma anche per lui la vita da assessore è breve: poco meno di un anno, da fine settembre del 2016 a fine agosto del 2017, quando prima rimette la delega al Patrimonio e pochi giorni dopo viene allontanato dal Campidoglio dalla stessa Raggi.
Dal punto di vista dei rifiuti la prima a saltare fu Paola Muraro, difesa a spada tratta da Raggi e costretta alle dimissioni una volta arrivata la conferma dell'indagine a suo carico. Poi le dimissioni dei vertici di Ama: Alessandro Solidoro, Antonella Giglio e Stefano Bina. Anche l'altra grande municipalizzata, Atac, ha visto grande movimento ai vertici: da Marco Rettighieri e Armando Brandolese a Manuel Fantasia e Bruno Rota. Sempre tra i vertici che hanno lasciato le poltrone c'è anche Luca Lanzalone, il "facilitatore" nel progetto Stadio della Roma, promosso a capo di Acea e poi dimessosi dopo essere stato arrestato nel caso Parnasi.
Tornando alla Giunta capitolina a mollare in aperto contrasto Paolo Berdini, che si occupava di Urbanistica, andatosene dopo l'affaire stadio della Roma, Adriano Meloni, che si è dimesso spontaneamente ma spesso in contrasto con il presidente della Commissione Commercio, Andrea Coia, Alessandro Gennaro, ex assessore al Patrimonio, e Massimo Colomban, ex assessore alle Partecipate, arrivato come colui che doveva chiudere le società inutili del Campidoglio e in poco più di un anno ha fatto poco o nulla.
Tra i funzionari che sono stati allontanati, i due del circo magico Raffaele Marra e Salvatore Romeo, quest'ultimo rientrato dalla finestra alla fine dello scorso anno, i due che si sono succeduti nel ruolo di Ragioniere Generale: Stefano Fermante e Luigi Botteghi. Ultimo di questa lunga lista il commissario di Farmacap Angelo Stefanori, voluto anche lui dal Movimento 5 Stelle, mandato via il direttore generale Simona Laing, con una scia di carte giudiziarie a carico dello stesso Stefanori rinviato a giudizio per minacce, diffamazioni e calunnia.
Passando a chi se ne è andato sbattendo la porta si parte con Carla Maria Raineri, prima nominata Capo di Gabinetto e poi mandata via dalla stessa Raggi nel giro di un mese, con lei, in un solo giorno, il settembre nero del Campidoglio, arrivano le dimissioni Marcello Minenna, che ricopriva il ruolo di assessore al Bilancio, Marco Rettighieri, direttore generale di Atac, Armando Brandolese, amministratore unico sempre di Atac, e Alessandro Solidoro, amministratore unico di Ama.
Il primo a dover sostituire al Bilancio Minenna è stato mandato via prima ancora di mettere piede in Campidoglio: Raffaele De Dominicis, ex procuratore della Corte dei Conti del Lazio, nominato e revocato nel giro di pochi giorni a causa di un'indagine per abuso d'ufficio. Viene scelto Andrea Mazzillo, fedelissimo del Movimento 5 stelle, colui che teneva i conti in campagna elettorale, ma anche per lui la vita da assessore è breve: poco meno di un anno, da fine settembre del 2016 a fine agosto del 2017, quando prima rimette la delega al Patrimonio e pochi giorni dopo viene allontanato dal Campidoglio dalla stessa Raggi.
Dal punto di vista dei rifiuti la prima a saltare fu Paola Muraro, difesa a spada tratta da Raggi e costretta alle dimissioni una volta arrivata la conferma dell'indagine a suo carico. Poi le dimissioni dei vertici di Ama: Alessandro Solidoro, Antonella Giglio e Stefano Bina. Anche l'altra grande municipalizzata, Atac, ha visto grande movimento ai vertici: da Marco Rettighieri e Armando Brandolese a Manuel Fantasia e Bruno Rota. Sempre tra i vertici che hanno lasciato le poltrone c'è anche Luca Lanzalone, il "facilitatore" nel progetto Stadio della Roma, promosso a capo di Acea e poi dimessosi dopo essere stato arrestato nel caso Parnasi.
Tornando alla Giunta capitolina a mollare in aperto contrasto Paolo Berdini, che si occupava di Urbanistica, andatosene dopo l'affaire stadio della Roma, Adriano Meloni, che si è dimesso spontaneamente ma spesso in contrasto con il presidente della Commissione Commercio, Andrea Coia, Alessandro Gennaro, ex assessore al Patrimonio, e Massimo Colomban, ex assessore alle Partecipate, arrivato come colui che doveva chiudere le società inutili del Campidoglio e in poco più di un anno ha fatto poco o nulla.
Tra i funzionari che sono stati allontanati, i due del circo magico Raffaele Marra e Salvatore Romeo, quest'ultimo rientrato dalla finestra alla fine dello scorso anno, i due che si sono succeduti nel ruolo di Ragioniere Generale: Stefano Fermante e Luigi Botteghi. Ultimo di questa lunga lista il commissario di Farmacap Angelo Stefanori, voluto anche lui dal Movimento 5 Stelle, mandato via il direttore generale Simona Laing, con una scia di carte giudiziarie a carico dello stesso Stefanori rinviato a giudizio per minacce, diffamazioni e calunnia.