POLITICA
Delrio: "Basta ricatti. Avanti con contratto o si va al voto"
Mes. Conte apre al rinvio, ma avverte: "Basta propaganda". Di Maio: "Mai parlato di crisi"
Il ministro degli Esteri spiega: "Chiediamo un rinvio per migliorare" il Mes. E il premier Conte, da Londra, dalle pagine del Corriere della Sera: "Non firmo cambiali in bianco. State sicuri che non ci faremo fregare"

E' il Mes, il fondo salva-stati, ad agitare le acque della politica. Con l'opposizione - che continua a ribadire che verranno portati "via i risparmi degli italiani per ristrutturare il debito delle banche tedesche" - e la maggioranza che ancora non riesce a trovare un accordo definitivo, tanto che da più parti si ipotizza la fine di questo esecutivo. Ma il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nonché capo politico dei 5Stelle, questa mattina dai microfoni del Giornale Radio Rai, rassicura: "Io non ho mai parlato di crisi di governo, semplicemente chiediamo un rinvio per migliorare" il Mes. Poi la stoccata all'ex alleato di governo: "Per me quello che dicono da quella parte non ha nessuna credibilità. Abbiamo tante cose ancora da fare per gli italiani".
"Sul Mes siamo molto determinati. Per noi bisogna rinviare: così com'è non va bene, perché espone l'Italia e gli italiani a dei rischi troppo alti. Se investo i miei soldi per il futuro poi non posso avere qualcuno che me li ridà solo in cambio di manovre lacrime e sangue. Questo a casa mia si chiama ricatto e non siamo d'accordo" scrive ancora su facebook il ministro degli esteri e capo politico M5s Luigi Di Maio. "Il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica in parlamento ed è giusto che dica la sua. Abbiamo girato in lungo e in largo l'Italia in questi anni e abbiamo incontrato milioni di italiani in ginocchio a causa di trattati firmati con superficialità o dolo da Ministri che potevano ascoltare di più. In qualità di Ministro degli Esteri dovrei firmare il Mes o delegare questa firma ad un rappresentante del corpo diplomatico. Questa firma ci impegnerà per i prossimi 50 anni. Finchè non avremo la certezza al 200% che l'Italia sarà al sicuro, non apporrò nessuna firma", avverte Di Maio.
Conte: "Non firmo cambiali in bianco. Possibile rinvio"
Il premier Giuseppe Conte - in una intervista al Corriere della Sera - è molto cauto: "Noi ci stiamo muovendo in una logica di pacchetto, abbiamo fatto un vertice di maggioranza su questo. Pacchetto significa che il progetto comprende unione bancaria e monetaria: è giusto che l’Italia si esprima solo quando avrà una valutazione complessiva su dove si sta andando, io ancora non ho firmato nulla, tantomeno una cambiale in bianco. Già domani - prosegue nell'intervista da Londra, alla vigilia del vertice Nato - si entrerà nel vivo sul dossier dell’unione bancaria, io non ho nessuna intenzione di firmare in bianco. Ci sono tante varianti in una logica di pacchetto, anche dal punto di vista procedurale e ci sono tanti modi di affermare questo metodo".
"Ci sono 19 Paesi - spiega Conte - che stanno scrivendo una riforma, c’è una sintesi nazionale da fare e poi una europea. Se tu mi porti sull’unione bancaria un progetto che all’Italia non piace io non firmo il Mes, e non è un ricatto, questa è logica di pacchetto, mettere in discussione tutto. State sicuri che non ci faremo fregare". Il presidente del Consiglio, quindi, non esclude un rinvio: "Abbiamo evitato già tante insidie, io non ho abbracciato in Parlamento fideisticamente il Mes. Però bisogna dire che esiste già. Bisogna evitare la fanfara propagandistica che fa salire lo spread, l’Italia ha un debito sostenibile e il Mes si attiva su base volontaria. Ci siamo battuti perché la valutazione del debito non fosse automatica".
Delrio: "Basta ricatti da Di Maio. Avanti con contratto di governo o si va al voto"
Critico nei confronti della posizione dei 5Stelle, in particolare sul Mes, il capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio: "Vedo minacce del tipo 'senza di me questo non passa' oppure 'noi siamo l’ago della bilancia'. Dobbiamo rispettare tutte le sollecitazioni che vengono dalle forze di maggioranza, a maggior ragione quando arrivano dal partito più forte in Parlamento: il Movimento 5 stelle. Ma l’approccio di Di Maio non mi piace. Ricattare gli alleati non può essere un metodo" dice in un'intervista a Repubblica. E aggiunge: "Non abbiamo paura delle elezioni. Non l’avevamo neanche la scorsa estate quando ancora non si erano verificate due scissioni (Renzi e Calenda) e avremmo potuto rafforzare il Pd correndo alle urne. Invece abbiamo scelto il Paese e le famiglie italiane che altrimenti avrebbero pagato i 23 miliardi della tassa Salvini sull’Iva".
"Abbiamo bisogno - precisa - di un patto sulla base di quello che abbiamo deciso ad agosto nel programma di governo e sui temi comuni che anche Beppe Grillo ricorda continuamente: un’agenda per l’ambiente, l’attenzione alla giustizia sociale, un nuovo sviluppo sostenibile. Se qualcuno pensa che non sia possibile farlo ce lo dica chiaramente. Non intendiamo correre dietro a nessuno".
"Sul Mes siamo molto determinati. Per noi bisogna rinviare: così com'è non va bene, perché espone l'Italia e gli italiani a dei rischi troppo alti. Se investo i miei soldi per il futuro poi non posso avere qualcuno che me li ridà solo in cambio di manovre lacrime e sangue. Questo a casa mia si chiama ricatto e non siamo d'accordo" scrive ancora su facebook il ministro degli esteri e capo politico M5s Luigi Di Maio. "Il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica in parlamento ed è giusto che dica la sua. Abbiamo girato in lungo e in largo l'Italia in questi anni e abbiamo incontrato milioni di italiani in ginocchio a causa di trattati firmati con superficialità o dolo da Ministri che potevano ascoltare di più. In qualità di Ministro degli Esteri dovrei firmare il Mes o delegare questa firma ad un rappresentante del corpo diplomatico. Questa firma ci impegnerà per i prossimi 50 anni. Finchè non avremo la certezza al 200% che l'Italia sarà al sicuro, non apporrò nessuna firma", avverte Di Maio.
Conte: "Non firmo cambiali in bianco. Possibile rinvio"
Il premier Giuseppe Conte - in una intervista al Corriere della Sera - è molto cauto: "Noi ci stiamo muovendo in una logica di pacchetto, abbiamo fatto un vertice di maggioranza su questo. Pacchetto significa che il progetto comprende unione bancaria e monetaria: è giusto che l’Italia si esprima solo quando avrà una valutazione complessiva su dove si sta andando, io ancora non ho firmato nulla, tantomeno una cambiale in bianco. Già domani - prosegue nell'intervista da Londra, alla vigilia del vertice Nato - si entrerà nel vivo sul dossier dell’unione bancaria, io non ho nessuna intenzione di firmare in bianco. Ci sono tante varianti in una logica di pacchetto, anche dal punto di vista procedurale e ci sono tanti modi di affermare questo metodo".
"Ci sono 19 Paesi - spiega Conte - che stanno scrivendo una riforma, c’è una sintesi nazionale da fare e poi una europea. Se tu mi porti sull’unione bancaria un progetto che all’Italia non piace io non firmo il Mes, e non è un ricatto, questa è logica di pacchetto, mettere in discussione tutto. State sicuri che non ci faremo fregare". Il presidente del Consiglio, quindi, non esclude un rinvio: "Abbiamo evitato già tante insidie, io non ho abbracciato in Parlamento fideisticamente il Mes. Però bisogna dire che esiste già. Bisogna evitare la fanfara propagandistica che fa salire lo spread, l’Italia ha un debito sostenibile e il Mes si attiva su base volontaria. Ci siamo battuti perché la valutazione del debito non fosse automatica".
Delrio: "Basta ricatti da Di Maio. Avanti con contratto di governo o si va al voto"
Critico nei confronti della posizione dei 5Stelle, in particolare sul Mes, il capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio: "Vedo minacce del tipo 'senza di me questo non passa' oppure 'noi siamo l’ago della bilancia'. Dobbiamo rispettare tutte le sollecitazioni che vengono dalle forze di maggioranza, a maggior ragione quando arrivano dal partito più forte in Parlamento: il Movimento 5 stelle. Ma l’approccio di Di Maio non mi piace. Ricattare gli alleati non può essere un metodo" dice in un'intervista a Repubblica. E aggiunge: "Non abbiamo paura delle elezioni. Non l’avevamo neanche la scorsa estate quando ancora non si erano verificate due scissioni (Renzi e Calenda) e avremmo potuto rafforzare il Pd correndo alle urne. Invece abbiamo scelto il Paese e le famiglie italiane che altrimenti avrebbero pagato i 23 miliardi della tassa Salvini sull’Iva".
"Abbiamo bisogno - precisa - di un patto sulla base di quello che abbiamo deciso ad agosto nel programma di governo e sui temi comuni che anche Beppe Grillo ricorda continuamente: un’agenda per l’ambiente, l’attenzione alla giustizia sociale, un nuovo sviluppo sostenibile. Se qualcuno pensa che non sia possibile farlo ce lo dica chiaramente. Non intendiamo correre dietro a nessuno".
Il dibattito italiano è surreale. Il vero problema è la valutazione del rischio dei titoli di Stato come vorrebbero i tedeschi non il #MES che non riguarderà noi, non parla di ristrutturazione del debito e semmai rafforza il sistema delle banche in casi estremi @repubblica
— Graziano Delrio (@graziano_delrio) 4 dicembre 2019