ITALIA
Morto per un infarto a 44 anni attore Libero De Rienzo
Lascia la moglie e due figli di 6 e 2 anni

E' deceduto all'età di 44 anni, stroncato da un infarto, nella sua casa romana, l'attore napoletano Libero De Rienzo. Libero De Rienzo nasce a Napoli il 24 febbraio del 1977 e, sebbene cresciuto a Roma, conserva uno strettissimo legame con la sua terra per la quale si è battuto, da cittadino e da intellettuale, a più riprese.
Fa le sue prime apparizioni su un set già alle fine degli anni '90, ma subito dopo, a 24anni, è già una figura emergente nella produzione indipendente. Lo si nota in "Fat Girl" di Catherine Breillat, "Gioco con la morte" di Maurizio Longhi, ma soprattutto in "Santa Maradona" di Marco Ponti in cui dà la replica a Stefano Accorsi e si conquista un David di Donatello come miglior non protagonista. Qualcuno lo definisce una "testa matta", i più lo considerano una delle autentiche promesse di un nuovo cinema italiano destinato a uscire dal ghetto del localismo. Ribelle ad ogni forma di convenzione, in cerca di film ed autori che si adattino alla sua personalità prorompente, non sfrutta subito l'improvvisa popolarità e ritorna in auge nel 2005 con la sua prima e unica regia, "Sangue", opera situazioni sta, quasi nello spirito di un Boris Vian redivivo, in cui traduce con immagini forti e spesso visionarie una cultura enciclopedica, in parte da autodidatta, senza schemi e totalmente originale.
Nel 2009 incontra Marco Risi e la storia del cronista napoletano Giancarlo Siani, vittima della camorra: si butta a capofitto nell'avventura di "Fortapasc", scritto da Andrea Purgatori e regala la sua interpretazione più bella e matura, rendendo il suo personaggio un autentico eroe del quotidiano, identificandosi con misura e passione in una figura reale a cui rende onore come per ricongiungersi con le sue radici napoletane. Da quel momento lo adottano gli autori della nuova generazione: Ivan Cotroneo ("Kriptonite"), Valeria Golino ("Miele"), Giorgia Farina ("Ho ucciso Napoleone").
Ma è il sodalizio con Sidney Sibilia che ne fa uno degli improbabili eroi della trilogia di "Smetto quando voglio" a dargli la popolarità e la conferma definitiva di un talento luminoso. Ha frequentato anche la televisione, ma il mondo della serialità non è il suo: figlio di un allievo di Francesco Maselli (Fiore Di Rienzo), sposato con Marcella Mosca, padre di due amatissimi bambini, è un intellettuale coerente e rigoroso, nonostante l'apparenza scapigliata e l'allegria contagiosa da eterno studente. Il suo film più recente, ancora inedito, è "Una relazione", opera prima da regista di Stefano Sardo. Di lui restano la passione, il talento, la sete inesauribile di conoscere e leggere, il sorriso, sempre venato da una segreta malinconia, di un uomo buono e giusto.
Sposato con la costumista Marcella Mosca, lascia due figli di 6 e 2 anni. Dopo i funerali (la cui data non è stata ancora fissata) la salma sarà inumata in Irpinia, accanto alla mamma.
Procura Roma apre fascicolo di indagine, disposta l'autopsia
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in relazione alla morte dell'attore. Il procedimento è coordinato dal sostituto procuratore Francesco Minisci. Il magistrato ha disposto l'autopsia. Il procedimento è stato rubricato con la fattispecie di morte come conseguenza di altro come dispone l'articolo 586 del codice penale.
Fa le sue prime apparizioni su un set già alle fine degli anni '90, ma subito dopo, a 24anni, è già una figura emergente nella produzione indipendente. Lo si nota in "Fat Girl" di Catherine Breillat, "Gioco con la morte" di Maurizio Longhi, ma soprattutto in "Santa Maradona" di Marco Ponti in cui dà la replica a Stefano Accorsi e si conquista un David di Donatello come miglior non protagonista. Qualcuno lo definisce una "testa matta", i più lo considerano una delle autentiche promesse di un nuovo cinema italiano destinato a uscire dal ghetto del localismo. Ribelle ad ogni forma di convenzione, in cerca di film ed autori che si adattino alla sua personalità prorompente, non sfrutta subito l'improvvisa popolarità e ritorna in auge nel 2005 con la sua prima e unica regia, "Sangue", opera situazioni sta, quasi nello spirito di un Boris Vian redivivo, in cui traduce con immagini forti e spesso visionarie una cultura enciclopedica, in parte da autodidatta, senza schemi e totalmente originale.
Nel 2009 incontra Marco Risi e la storia del cronista napoletano Giancarlo Siani, vittima della camorra: si butta a capofitto nell'avventura di "Fortapasc", scritto da Andrea Purgatori e regala la sua interpretazione più bella e matura, rendendo il suo personaggio un autentico eroe del quotidiano, identificandosi con misura e passione in una figura reale a cui rende onore come per ricongiungersi con le sue radici napoletane. Da quel momento lo adottano gli autori della nuova generazione: Ivan Cotroneo ("Kriptonite"), Valeria Golino ("Miele"), Giorgia Farina ("Ho ucciso Napoleone").
Ma è il sodalizio con Sidney Sibilia che ne fa uno degli improbabili eroi della trilogia di "Smetto quando voglio" a dargli la popolarità e la conferma definitiva di un talento luminoso. Ha frequentato anche la televisione, ma il mondo della serialità non è il suo: figlio di un allievo di Francesco Maselli (Fiore Di Rienzo), sposato con Marcella Mosca, padre di due amatissimi bambini, è un intellettuale coerente e rigoroso, nonostante l'apparenza scapigliata e l'allegria contagiosa da eterno studente. Il suo film più recente, ancora inedito, è "Una relazione", opera prima da regista di Stefano Sardo. Di lui restano la passione, il talento, la sete inesauribile di conoscere e leggere, il sorriso, sempre venato da una segreta malinconia, di un uomo buono e giusto.
Sposato con la costumista Marcella Mosca, lascia due figli di 6 e 2 anni. Dopo i funerali (la cui data non è stata ancora fissata) la salma sarà inumata in Irpinia, accanto alla mamma.
Procura Roma apre fascicolo di indagine, disposta l'autopsia
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in relazione alla morte dell'attore. Il procedimento è coordinato dal sostituto procuratore Francesco Minisci. Il magistrato ha disposto l'autopsia. Il procedimento è stato rubricato con la fattispecie di morte come conseguenza di altro come dispone l'articolo 586 del codice penale.